In Lombardia i morti sul lavoro da inizio anno a settembre sono stati 142, in aumento del 16,40% rispetto allo stesso periodo del 2023. Un aumento che riguarda le denunce di infortunio nel complesso, ben 80.354 e le malattie professionali, salite nei primi nove mesi a 3.125 denunce (+6,95%).
«Conclusa da poco la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, ciò che resta al netto di convegni e passerelle - dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale UIL Lombardia – sono i morti e gli infortuni, che aumentano. I dati ci riportano alla realtà, una realtà che la politica non tiene in considerazione nel nostro paese: ogni otto ore un morto sul lavoro. Una strage che colpisce anche la nostra regione. Nel settore delle costruzioni in Lombardia da inizio anno siamo in presenza di oltre 4.264 infortuni in occasione di lavoro, con un aumento fino al 33% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno in alcune province. E ancora industria, terziario, sanità, manifatturiero, trasporti sono i settori che registrano un aumento delle denunce e il maggior numero di casi mortali».
La segretaria confederale è netta sul tema della prevenzione che cede il passo alla burocrazia.
«Anziché puntare sulla prevenzione – continua Dacquino - si è puntato sulla burocrazia, come sulla patente a crediti. Siamo in presenza di un sistema di sorveglianza che i recenti interventi legislativi ci dicono essere basato più sulla certificazione e autocertificazione, volto più a tranquillizzare i soggetti controllati che a salvaguardare il bene tutelato, ossia la vita delle persone. In Lombardia gli esiti dell’attività di vigilanza ci dicono che sono in aumento le violazioni in materia di sicurezza sul lavoro e lavoro sommerso. Come pensiamo di contrastare il fenomeno infortunistico in presenza di illegalità diffusa, con l’autocertificazione?».
E sui piani di prevenzione, la Segretaria Confederale UIL Lombardia non ha dubbi sul fatto che non diano esiti positivi.
«Anche i Piani mirati di prevenzione promossi in Lombardia da parte delle ATS – conclude Eloisa Dacquino - indicano che qualcosa non sta funzionando se appena una media del 40% delle aziende coinvolte riscontra il sistema di autovalutazione e se in esito ai mancati riscontri non si da seguito alle ispezioni conseguenti in quelle aziende. Occorre mettere il personale ispettivo e addetto ai servizi di prevenzione nelle condizioni di poter operare efficacemente, aumentando gli organici, investendo sulla formazione, sulla sua tracciabilità e qualità, su quella on the job, sul potenziamento dei controlli. Sulla sicurezza sul lavoro occorre investire risorse, non chiacchiere. A Regione Lombardia stiamo chiedendo da tempo di intervenire anche con campagne di sensibilizzazione e informazione in prossimità delle stazioni ferroviarie, delle metropolitane, dei cantieri, dei luoghi di aggregazione. Il contrasto a morti e infortuni vuole azioni efficaci, risorse e investimenti mirati a partire dalle leggi di bilancio, non burocrazia».