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Busto Arsizio | 04 novembre 2024, 18:01

Giovani e Storia: un Debate per ricordare e riflettere

Nella sala del consiglio comunale di Busto un significativo dibattito organizzato dagli studenti dell'Ite Tosi in occasione delle celebrazioni del IV Novembre. I ragazzi hanno esplorato il tema «È giusto, per una Nazione, celebrare le vittorie in guerra?» mettendo in luce le loro capacità oratorie e critiche

Giovani e Storia: un Debate per ricordare e riflettere

Giovani e storia, un connubio importante per tramandare alle generazioni future gli insegnamenti del passato. L'appuntamento organizzato questa mattina nella sala del consiglio comunale di Palazzo Gilardoni ha visto protagonisti gli studenti dell'Ite Tosi, che, in occasione delle celebrazioni legate al IV Novembre, hanno dato sfoggio delle proprie conoscenze e delle proprie doti oratorie in un dibattito dal titolo «È giusto, per una Nazione, celebrare le vittorie in guerra?».

Introdotti dal sindaco Emanuele Antonelli e dall'assessore Chiara Colombo, i ragazzi del Tosi, divisi in due squadre, si sono confrontati sui pro e i contro di un tema così attuale nel Giorno dell'Unità Nazionale.

Il “debate”, metodologia per acquisire competenze trasversali, consiste in un confronto fra due squadre di studenti che sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento dato dal docente, ponendosi in un campo (pro) o nell’altro (contro). Il tema individuato è tra quelli poco dibattuti nell’attività didattica tradizionale. Dal tema scelto prende il via il dibattito, una discussione formale, dettata da regole e tempi precisi, preparata con esercizi di documentazione ed elaborazione critica.

I membri del gruppo, dalle classi quinte fino alle seconde, rispondono al nome di Angelo Arrigo, Matteo Centurelli, Emma Colombo, Valentina Colombo, Matteo Cozzi, Mirko Nisi, Michael Orlandi, Edoardo Pozzi e Mirko Albizzati, accompagnati dai professori Corrado Soldato e Andrea Della Pria.

«Il progetto è presente in Italia da diverso tempo – spiega Corrado Soldato, insegnante di storia all'Istituto Tecnico Economico Enrico Tosi, responsabile del centro di competenza debate - ma il “debate” viene dalla tradizione anglosassone, soprattutto da quella americana. Nelle scuole si è preso spunto dai dibattiti politici per sviluppare negli studenti capacità dialettiche argomentative retoriche. La nostra scuola, tra l'altro, è capofila della rete WeDebate e pratica il dibattito da diverso tempo, sia come attività extracurricolare, sia, più recentemente, in classe, come metodo didattico per affrontare un certo argomento.

L'obiettivo è che gli studenti che partecipano alle attività di dibattito acquisiscano competenze importanti, sia dal punto di vista della ricerca, sia da quello dello sviluppo di abilità di tipo retorico-argomentativo, sia capacità di lavoro in gruppo». Un ampio lavoro di ricerca quello eseguito da questi studenti, che a colpi di citazioni, argomentazioni e tesi, si sono confrontati, parlando di guerra, Nazione, vittime, valori e sacrificio.

Al termine dell'evento, i presenti si sono spostati nell'Atrio delle Vedute per un omaggio ai caduti di tutte le guerre e la deposizione di una corona alla targa dedicata al Milite ignoto.

Sergio Ferrario, presidente regionale dell'Associazione nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in guerra, ha recitato la preghiera ai Caduti, mentre il primo cittadino Antonelli ha sottolineato, con gioia, la presenza dei giovani delle scuole alla cerimonia: «Avete fatto felice questa Amministrazione con la vostra presenza – ha sottolineato il sindaco rivolgendosi agli studenti – Cerchiamo sempre di puntare sempre sui giovani e, quando riusciamo, collaboriamo con voi per far sì che, un domani, possiate prendere il nostro posto per ricordare questi magnifici ragazzi che hanno dato la vita per noi. Molto interessante il vostro dibattito, c'è molto da pensare e da discutere su questo tema. Le persone di Busto che ricordiamo oggi, ragazzi che hanno combattuto per l'Italia, hanno dato la propria vita. Cerchiamo di prendere spunto e dare anche noi qualcosina all'Italia e per la nostra città, anche solo nei comportamenti e trasmettendo determinati valori alle persone che hanno più bisogno di insegnamenti giusti».

Giovanni Ferrario

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