Territorio - 02 novembre 2024, 10:02

A Laveno Mombello il primo ruscello vivaio della Lombardia della trota marmorata

Dopo un lungo iter burocratico parte l'innovativo progetto ideato da Studio Idrobiologico Lombardo e condotto dai volontari del Comitato Bandiera Blu a Cerro, che ha preso spunto da un'analoga iniziativa avviata in Trentino Alto Adige

Il ruscello vivaio di Laveno Mombello

Al termine di un lungo iter burocratico ha avuto inizio a Laveno Mombello il progetto preliminare relativo alla costituzione del primo ruscello vivaio in regione Lombardia.

Il progetto ideato dallo Studio Idrobiologico Lombardo e condotto in collaborazione con i volontari del Comitato Bandiera Blu a Cerro prende l’avvio da un’analoga iniziativa avviata in Trentino Alto Adige sotto la supervisione scientifica del dottor Leonardo Pontalti a partire dal 2020.

«Il programma prevede la liberazione di avannotti di trota marmorata prodotti presso l’incubatoio ittico comunale di Laveno Mombello, a partire da uova fecondate prodotte presso l’impianto di Maccagno, in un corso idrico di piccole dimensioni da cui verranno recuperati dopo un anno di accrescimento in condizioni naturali. Il novellame cosi ottenuto presenta elevate caratteristiche di rusticità e per tanto è particolarmente adatto al ripopolamento a differenza di analoghi soggetti allevati in cattività secondo metodi intensivi» spiega il dottor Fabrizio Merati, responsabile del progetto. 

Il principale vantaggio delle trote prodotte in un ruscello vivaio è quello di accrescersi in assenza di individui di maggiore età in quanto annualmente i soggetti immessi sono raccolti e trasferiti in altre acque. Viene a mancare in questo caso l’effetto di competizione/predazione esercitato dai soggetti adulti sul novellame immesso con aumento della resa produttiva.

Il recupero nel novellame viene effettuato mediante elettro-pesca, metodo che consente la cattura incruenta delle giovani trotelle. Le attività di campo sono svolte con l’impiego di mezzi ed attrezzature fornite a titolo gratuito dallo Studio Idrobiologico Lombardo e svolte da personale volontario.

«Auspichiamo che questa iniziativa innovativa possa incontrare nel suo prosieguo il supporto di enti quali Regione Lombardia, Provincia di Varese e Concessionario dei diritti di pesca» conclude Merati. 

 

 

C.S.