Il Castello di Belforte e il suo fantasma.
Nel 1500 la nobile famiglia Biumi era proprietaria del Castello di Belforte. Matteo Biumi, il castellano, era il classico uomo del Rinascimento: bello, brillante, violento e audace se gli piaceva una cosa se la prendeva con le buone o le cattive e si era incapricciato di una ragazzina di 14 anni bella come un bocciolo di rosa: Angelina Pedrola. Non ci volle molto per il bel Matteo, nel pieno della virilità, alto e fiero, vestito di velluto, a sedurre e possedere la ragazza, figlia di borghesi di Malnate.
Angelina divenne l'amante segreta di Matteo e passarono alcuni anni. Ma bisognava salvare le apparenze e l'Angelina, a malincuore, accettò lo sposo che la famiglia le aveva destinato, Giovanni Maroni, un coetaneo. I due si sposarono, ma quando Matteo lo seppe andò su tutte le furie, corse a Malnate nel pieno della notte coi suoi sgherri e rapì la ragazza. Giovanni Maroni, privato della sposa la prima notte di nozze, inseguì Matteo ed Angelina e giunse a Belforte trovando il portone sbarrato.
Picchiò contro l'uscio, urlò la sua rabbia, pianse... nulla da fare. In risposta ebbe solo le risate di scherno di Matteo e peggio ancora i dileggi di Angelina, felice di stare con l'amante di sempre. Il povero giovane non sopravvisse a tanta ingiuria e morì di crepacuore. E' passato tanto tempo da allora ma ogni anno, puntualmente, nell'anniversario di quelle infauste nozze al castello di Belforte si ode a mezzanotte un pianto disperato: è Giovanni che lamenta la perdita della sua donna e l'inganno subito.
Scritto tratto dai racconti di Roberto Corbella da "Fantasmi nostri"