«Confa, ricordati che noi non moriamo mai» ci ha detto un giocatore una delle scorse mattine mentre saliva in auto al palaghiaccio per tornare al lavoro dopo essersi allenato nella sua mattinata "libera".
Il segnale è lo stesso partito altre volte negli ultimi anni, quando tutto sembrava perso e quella che per qualunque altra squadra e tifoseria sarebbe stata la fine, si è rivelata un nuovo inizio (gara 5 di finale con il Caldaro persa in casa, gara 2 dei quarti persa a Feltre ma, ancor prima, le notti solitarie al bar dell'Agorà e quelle da Yuri a Como, la finale di Coppa Italia della Meranarena o la sconfitta nei quarti playoff con l'Appiano ai rigori, dove scoccò veramente la scintilla del ritorno al vertice). Lo spirito immortale dei Mastini, soprattutto stasera con il ritorno in pista del capitano Andrea Vanetti (ma anche di Marco Franchini, che ci "deve" qualcosa perché noi lo abbiamo amato e lo amiamo ancora, ma abbiamo bisogno da parte sua della stessa "moneta" e dei suoi gol), per noi è qualcosa che non si discute. Storia, non fede.
Ci sono tre brutte partite perse (Dobbiaco, Valpellice, Alleghe), è vero, ma la forza del gruppo è già emersa in quelle per ora sulla carta più dure - contro il Fassa e il Feltre, entrambi battuti - ed accadrà di nuovo con il Pergine, un avversario che per tutti noi significa molto ma, venerdì sera, soprattutto una cosa: ci sono 15 partite e 45 punti a disposizione. Più il master round, perché il Varese farà il master round, e i playoff. Chi non lo sa e non lo vede, o è rimasto fermo alla vittoria di campionato e coppa, può starsene a casa.
C'è un momento per tutto ed è quello di chiudersi la bocca, tagliarsi le dita e fare sobbalzare fuori il cuore, mettendolo sul ghiaccio come sanno fare soltanto i veri tifosi dei Mastini. Il resto conta zero per una squadra e un pubblico che, quando sembrano già scorrere i titoli di coda, si alzano dalla poltrona, accende le luci e rimettono a posto la trama. Con la passione, con il sacrificio - allungando la mano a chi è in difficoltà -, con l'umiltà, con le palle.
Non siamo mai stati traditi da questo spirito e non lo diciamo per aggrapparci a qualcosa o a qualcuno, visto che senza un apporto superiore dei giovani, degli stranieri e del coach - chi arriva a Varese deve semplicemente calarsi in una realtà e in una mentalità già capaci di fare la differenza - perché la voglia di riscatto d'una sera non sia una luce nel buio. Essere Mastino è più difficile che vincere un titolo. Devi capire dove sei finito, e con chi. "Dove" e cioè in un luogo dove serve un gesto, una carica, una corsa, un pugno, un urlo, una sfida, un rischio, uno sguardo e una qualunque cosa fuori dagli schemi e dall'ordinario, in campo, in panchina e in spogliatoio, per andare in paradiso. Altrimenti, può anche rivelarsi l'inferno.
Undicesima giornata
Venerdì 1° novembre: Caldaro-Valpellice (18), Varese-Pergine (18.45), Como-Appiano (18.45), Aosta-Fiemme (20), Feltre-Dobbiaco (20.30), Alleghe-Bressanone (20.30). Riposo: Fassa
Classifica
Caldaro* 27. Feltre, Aosta 22. Valpellice*, Pergine* 17. Appiano* 15. Varese* 14. Dobbiaco* 13. Alleghe** 12. Fassa* 9. Fiemme* 5. Bressanone* 4. Como* 0. *una gara in meno **due in meno
Dodicesima giornata
Domenica 3 novembre: Dobbiaco-Valpellice (18), Appiano-Varese (18), Bressanone-Aosta (18), Fiemme-Alleghe (18.30), Como-Fassa (18.45), Pergine-Caldaro (18.45). Riposo: Feltre