«Migliaia di accessi illegali alle banche dati delle forze dell’ordine e ai conti bancari, cittadini e alte cariche dello Stato sotto dossieraggio e ricatto. E il governo che fa? Dà risposte generiche e burocratiche». Lo ha detto Maria Chiara Gadda, vice-presidente del gruppo di Italia Viva, nel corso del question time con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
«Sono i dati, i fatti a delineare la grande gravità della situazione. Questo non è frutto solo della devianza di singoli ma da un lato di un sistema illegale efficiente e dall’altro di una rete pubblica che invece è un colabrodo. Il materiale acquisito è vastissimo e migliaia di informazioni sensibili sono date in pasto all’opinione pubblica o utilizzate come strumento di ricatto.
Le banche dati del Paese sono protette? I cittadini, le imprese, le più alte cariche dello Stato possono sentirsi sereni rispetto alla sicurezza dei dati che li riguardano oppure no? Noi abbiamo chiesto al governo se l’Agenzia per la cybersicurezza sta funzionando, perché non pare proprio. Fino ad oggi abbiamo visto Frattasi, a capo dell’Agenzia della cybersicurezza, indossare le magliette di un partito politico sul palco di Fdi.
Abbiamo un sottosegretario alla presidenza del Consiglio delegato proprio su queste materie che si occupa più di questioni interne al partito che di mettere argine a una situazione che rende l’Italia più fragile. Nel frattempo le persone vengono intercettate, spiate, minacciate, ma pare che il governo non lo veda come priorità», ha concluso la deputata varesina di Italia Viva.