Le recenti indagini della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano e della Direzione Nazionale Antimafia (Dna), svolte sotto la guida attenta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese, hanno portato alla luce un’associazione a delinquere specializzata nel fabbricare report con dati riservati, ottenuti violando le più importanti banche dati statali.
Lo scorso venerdì 25 ottobre, sono state emesse sei misure cautelari, fra cui gli arresti domiciliari per l’ex “super poliziotto” Carmine Gallo. Ma tra i soggetti coinvolti figurano anche personalità di spicco come Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano, Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica.
L’operazione (qui un approfondimento) ha permesso di svelare un sistema organizzato che, con il coinvolgimento di hacker, consulenti informatici e membri delle forze dell’ordine, sarebbe stata dedito all’accesso abusivo a sistemi informatici e alla raccolta illecita di dati da importanti banche dati nazionali come il Sistema d’Indagine (Sdi), Serpico e il sistema di sorveglianza delle segnalazioni sospette di Bankitalia. Dati, inclusi quelle relative a esponenti del mondo politico e imprenditoriale, poi rivenduti a clienti interessati.
A esprimere la propria riconoscenza all’Arma del Comando Provinciale di Varese per il risultato raggiunto da questa inchiesta e «per la professionalità e le incredibili capacità dimostrate nell’indagine» è il deputato luinese Andrea Pellicini: «È stata smantellata un’incresciosa compravendita di dati personali e sensibili con accesso abusivo agli archivi informatici dello Stato. Un vero pericolo per la democrazia. Mi sento quindi in dovere di ringraziare il Comandante provinciale Colonnello Marco Gagliardo. Ancora una volta i Carabinieri di Varese dimostrano di essere baluardi della nostra sicurezza e della democrazia in ogni campo, dalla lotta allo spaccio nei boschi, al contrasto ai reati informatici».