L’esordio dei nuovi assessori in Consiglio comunale si apre all’insegna di uno scontro durissimo tra maggioranza e opposizione proprio sul rimpasto di giunta.
Questa sera Santo Cascio, esponente della civica di centrosinistra Progetto in Comune che in passato ha spesso battibeccato col sindaco Emanuele Antonelli, ha contestato duramente una «brutta pagina di politica locale», parlando di dignità degli ex assessori e dei cittadini calpestata e annunciando le dimissioni dall’assise. «Parole sbagliate che rispedisco al mittente», ha replicato il primo cittadino. E al momento dell’ingresso di Francesco Attolini (FdI), due esponenti del Pd hanno lasciato l’aula.
Le bordate di Cascio
La seduta si infiamma subito, al momento delle surroghe dei consiglieri “promossi” in giunta e dell’ingresso ufficiale in assise dei nuovi eletti.
Con un intervento durissimo di Cascio: «Si è conclusa una brutta pagina di politica locale e quella che si apre è ancora peggio – ha esordito in riferimento alle trattative che hanno portato al rimpasto –. Tutto è avvenuto senza spiegazioni ai cittadini. Del resto è difficile dare spiegazioni su qualcosa avvenuto fuori territorio. “Padroni a casa nostra”, quante volte abbiamo sentito anche qui questo slogan e poi il rimpasto è stato forzato dalle segreterie dei partiti provinciali se non nazionali. Piuttosto “schiavi a casa nostra”. Ma di che cosa stiamo parlando? E che dire dello slogan “Basta cambi di casacca”?». Il riferimento è al passaggio di Massimo Rogora dalla Lega a Fratelli d’Italia che ha dato il la al rimpasto.
«Abbiamo assistito a un vero capolavoro della più brutta espressione politica che si possa mostrare ai cittadini. Questa politica calpesta la dignità delle persone», ha detto Cascio riferendosi agli assessori rimossi «di cui si sono sempre elogiate passione e lavoro. Questo modo di fare politica ha calpestato anche la sua dignità, signor sindaco, che ha fatto qualcosa che non avrebbe mai voluto fare. Forse per questo le hanno dato il contentino della nomina in Anci. E ha leso e calpestato anche la dignità dei cittadini. Il sindaco dica perché abbiamo assistito a questa brutta pagina della politica locale in cui non mi riconosco e in cui non voglio riconoscermi né ora né mai». Ecco perché «domani invierò le dimissioni da consigliere – ha anticipato, ricevendo un applauso polemico di parte del pubblico e della maggioranza –. Con profondo dolore e grosso senso di colpa, chiedendo perdono alle persone che mi hanno votato e che credono ancora che la politica si debba fare al servizio dei cittadini».
La replica Antonelli
Immediata la risposta di Antonelli: «Ci ha messo tanti giorni a preparare il discorso, quelli che noi impieghiamo di solito per lavorare. Lei non si è mai reso conto del fatto che le sue parole feriscono sempre e tanto. Parole che ritengo come al solito sbagliate. È riuscito a mancare ancora una volta il bersaglio. L’amministrazione è andata avanti come sempre, i progetti per la città continuano a essere fatti. Ai cittadini interessa il modo in cui si lavora e il fatto che ci abbiano sempre votato vuol dire che ci apprezzano».
Pertanto «rispedisco parole al mittente – ha proseguito il sindaco –. Voi non siete abituati a mandare avanti un Comune, per fortuna, ma certi cambiamenti sono naturali, ci sono persone che ambiscono a fare l’assessore, senza cattiveria, è sempre stato così. È importante che i nuovi facciano bene come gli altri e così sarà. Nessuna dignità è stata calpestata, in primis non la mia».
Gianluca Castiglioni (Busto al Centro) ha espresso «stupore e tristezza per queste dimissioni. Un consigliere che si dimette è una sconfitta e non dovrebbe essere applaudito ma dovrebbe far riflettere».
«Non mi vergogno di fare politica né di fare parte di un partito, garanzia della democrazia all’interno di questo paese – la risposta della leghista Isabella Tovaglieri a Cascio –. Si risponde a un programma, a un progetto politico e non a se stessi. L’opposizione come unica proposta politica ha quella di unirsi in un campo largo che alle elezioni diventa camposanto e vuole solo andare contro qualcosa».
«Quello dell’assessore non è un posto fisso – ha osservato il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Geminiani –. È un mandato a termine. Inconcepibili le dimissioni di Cascio: il rimpasto è previsto in una democrazia».
«Esiste un problema – ha detto il capogruppo del Pd Maurizio Maggioni –. L’amministrazione si è comportata come un insegnante che dice per tutto l’anno che gli studenti sono bravi e poi però ne boccia quattro su sette. I partiti hanno fatto una brutta figura e, con l’amministrazione, hanno perso credibilità».
«Basito dall’intervento di Cascio – ha protestato Marco Lanza, capogruppo della lista Antonelli -. Generalizzato, preconcetto e offensivo. Non tollero questo attacco nei confronti di una maggioranza che si sta impegnando per portare alla città il lustro che merita».
L’invito di Paolo Pedotti (Pd) è stato quello di «dire la verità»: «Gli assessori cambiati sono quelli che si occupavano di temi su cui la giunta è inciampata: Pums, piscina (ancora chiusa diversamente da quanto detto in quest’aula), buoni scuola delle mense aumentati in maniera incivile. Evidentemente gli assessori non hanno lavorato bene e sono stati cambiati da questa maggioranza».
E se Emanuele Fiore (gruppo misto) ha sottolineato l’aspetto positivo delle «quattro forze fresche in giunta e altrettante in Consiglio», Massimo Rogora ha punto: «Non ho mai visto un attacco del genere, forse due assessori erano davvero di sinistra». Riferimento a Maurizio Artusa e Salvatore Loschiavo. «Perché state piangendo? Erano bravi solo loro? Gli altri tre sono imbecilli? E io la giacchetta la cambio quando voglio», ha aggiunto replicando a Cascio.
«Non ho un giudizio positivo sul rimpasto – le parole di Gigi Farioli, capogruppo di Popolo, Riforme e Libertà – ma esiste una responsabilità politica che io mi sono assunto in passato da sindaco e oggi si è assunto Antonelli. La legge conferisce diritti e doveri al sindaco, tra cui nomina e revoca degli assessori. Ma da qui in poi si giocherà per Busto, non per la maggioranza o la minoranza».
Quindi la chiosa di Antonelli rivolta alla minoranza: «Avete votato no a tutto e adesso piangete perché abbiamo fatto dei cambiamenti? Siete il partito del no, anche in Liguria avete perso per quello. Il fatto che cambi qualcosa al nostro interno non dovrebbe interessarvi».
Entra Attolini, escono due consiglieri del Pd
Dopo un lunghissimo dibattito, i nuovi consiglieri si sono ufficialmente insediati. I neo assessori Luca Folegani, Alessandro Albani, Chiara Colombo e Matteo Sabba hanno lasciato il posto a Francesca Gallazzi, Roberto Felli, Vincenzo Marra e Francesco Attolini. Quest’ultimo un anno fa abbandonò la presidenza di Agesp Energia per il caso del post della montagna con le sembianze di Hitler. La querelle venne sollevata dal Pd e, non a caso, i dem Paolo Pedotti e Cinzia Berutti hanno lasciato l’aula al momento della surroga dell’esponente di Fratelli d’Italia, senza partecipare al voto.