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Economia | 25 ottobre 2024, 10:04

Quella pasta varesina che conquista il mondo, dal Canada alla Cina: «Quando entro in un negozio a Montreal e vedo lo Scoiattolo mi emoziono»

Primo ingrediente: diventare grandi restando umani, aprendosi alle emozioni. Secondo ingrediente: scommettere ancora in tutto e per tutto sulla filiera locale. Nella Giornata Mondiale della Pasta l'Export and Business Development Director per le esportazioni dell’azienda di Lonate Ceppino, Matteo Di Caro, racconta come la sua azienda sia riuscita a diventare una realtà consolidata nei mercati esteri: «Ricordo quando ascoltavo i miei genitori felici e orgogliosi per essere entrati nei supermercati italiani. Io adesso ritrovo gli stessi sentimenti quando mi accorgo che i nostri prodotti e il nostro modo di fare vengono apprezzati da persone di culture completamente diverse dalla nostra»

Lo Scoiattolo porta la pasta varesina da Varese al mondo: qui sopra Matteo Di Caro presente nei giorni scorsi al Sial, il Salone Internazionale dell'Alimentazione di Parigi, dove sono stati cucinati anche i prodotti dell'azienda di Lonate Ceppino. Sopra è con la famiglia alla sede svedese del colosso della grande distribuzione svedese Ica

Lo Scoiattolo porta la pasta varesina da Varese al mondo: qui sopra Matteo Di Caro presente nei giorni scorsi al Sial, il Salone Internazionale dell'Alimentazione di Parigi, dove sono stati cucinati anche i prodotti dell'azienda di Lonate Ceppino. Sopra è con la famiglia alla sede svedese del colosso della grande distribuzione svedese Ica

Questione di emozioni: diventare grandi, anzi grandissimi, restando umani, lasciando aperto il cuore alla capacità di sorprendersi. Questo è il primo ingrediente. Il secondo: puntare - “in direzione ostinata e contraria” avrebbe detto qualcuno - su ciò che altri stanno sempre di più lasciando da parte, ovvero su quella filiera tutta italiana (meglio: del territorio) che ancora fa tutta la differenza del caso in termini di qualità e riconoscibilità.

Così la pasta fresca dello Scoiattolo sta conquistando il mondo: Nanjing, apripista per la Cina, Taipei, Maui nelle isole Haway, Juneau in Alaska, Svolvaer, nelle Isole Lofoten; e poi il Giappone, gli Stati Uniti e il Canada, e tutto il nord Europa, ma anche il Benelux.

Oggi, venerdì 25 ottobre, Giornata Mondiale della Pasta, Matteo Di Caro - Export and Business Development Director per le esportazioni dell’azienda di Lonate Ceppino - apre a VareseNoi le porte di una missione speciale che si sta arricchendo di capitoli - commerciali ma anche umani e sociali - sempre nuovi. È la storia di un prodotto, di una bandiera di Varese che travalica i confini. Ma è soprattutto la storia di un modo di intendere la vita e gli affari con un imprinting familiare che diventa carta d’identità, da spendere ovunque.

Di Caro, quali sono i numeri di Scoiattolo oggi, in particolare nel commercio con l'estero?

Oggi abbiamo 150 dipendenti e con gli interinali saliamo a quota 180. Produciamo una media di 80 tonnellate di pasta fresca al giorno, che ci posizionano nelle prime 5 aziende del settore come volume e fatturato in Italia e con un'esposizione sui mercati esteri molto pesante. Del fatturato totale, che nel 2024 si aggirerà attorno ai 64-65 milioni, il 70-75% arriva dalla vendita sui mercati esteri, una quota atipica anche perché noi portiamo un prodotto fresco che garantisce tempistiche di vendita congeniali. Replicare e produrre il nostro prodotto all'estero sarebbe fattibile, e altre aziende seguono questa strada, ma noi ci giochiamo le carte della filiera italiana a 360 gradi sul territorio, una carta che supera anche i costi logistici superiori.

Quali sono invece le nuove destinazioni della vostra pasta fresca?

I nuovi Paesi dove abbiamo iniziato a vendere o dove siamo arrivati da poco sono Stati Uniti e Canada e molto presto partiremo nel mercato asiatico, quindi in Corea, Giappone, Cina, Taiwan e anche Australia. Solo un anno fa non immaginavo nemmeno di avere queste opportunità. Come è nata? Dal rapporto con un cliente negli Stati Uniti, molto forte anche in Canada, come Costco, una multinazionale che ci ha permesso di ampliare il nostro raggio, partendo appunto dagli Usa con i marchi Scoiattolo e Bottega Giulio, che abbiamo presentato da poco.

Ci parli del secondo.

Bottega Giulio è un marchio nuovo creato per superare la difficoltà della pronuncia di "Scoiattolo" nei paesi anglofoni, in modo da essere più facilmente riconoscibili e più italiani. Dal nome del mio bimbo è nato questo brand (clicca e leggi QUI) che ci permette di inserire i prodotti anche in Asia. Scoiattolo continua ad esistere, naturalmente, nel retro della confezione.

In Europa qual è la situazione?

I Paesi dell'Europa - Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda e il Benelux - per noi sono mercati consolidati, sono roccaforti per il nostro prodotto che arriva anche con marchi privati. Un esempio? La Coop della Danimarca che ci chiede una pasta fresca sotto il suo brand.

Cosa viene apprezzato un po' ovunque della vostra pasta fresca?

La filiera locale. Avere un prodotto made in Italy a volte non basta, perché ormai potresti assemblare in Italia materie prime prese in molte parti del mondo. L'attenzione è sempre più su un prodotto che abbia la filiera italiana, dal grano alle uova ai formaggi, e noi lo abbiamo. Poi c'è anche il fattore prezzo e quello della qualità alimentare: Scoiattolo è un'eccellenza per le certificazioni base e possiede un rating molto elevato, e questo è un punto di forza che fa la differenza, oltre alle certificazioni etiche che garantiscono alle catene con cui lavoriamo il giusto svolgimento del lavoro in azienda (per esempio in ordine alla sicurezza alimentare e a quella del lavoratore, oppure alla presenza di donne nel management).

Cosa prova a vedere i vostri prodotti sugli scaffali dei negozi esteri?

Quando vedo dal vivo la confezione e il logo Scoiattolo, con le ricette studiate da noi, entrando nei negozi di Montreal, capisco davvero quanta strada abbiamo fatto con una creatura tutta nostra. Ed è una soddisfazione enorme. Così come a Seattle, dopo un viaggio della speranza nella West Coast: arrivi dopo 12 ore di aereo con un fuso orario massacrante, poi devi lavorare ed essere lucido, ma l'emozione - che ci appartiene ed è la nostra forza - non manca mai.

Emozione e cos'altro?

Vi racconto un aneddoto legato alla nostra "prima volta" nel novero della catena - leader svedese - Ica, dopo che il loro team al completo aveva fatto un tour in Italia per visitare 10 aziende di pasta fresca. Fatto l'incontro con noi, qui, in quella che chiamiamo la nostra "cucina" dello stabilimento di Lonate Ceppino, ci dissero che avevamo qualcosa in più, ovvero un trasporto ed un'energia speciali... In quell'incontro decisivo avevo accanto a me il telefono, che non uso mai per non togliere importanza alle persone che ho davanti, visto che stavo per diventare papà... Abbiamo dato un'impressione di umanità, che fa ancora la differenza: infatti, invece di partire con 4-5 prodotti, Ica ci ha reso fornitori unici in Svezia di tutta la categoria della pasta. È stata una cosa così bella, inaspettata e forte che ricambiammo la visita andando con tutta la famiglia da loro, anche per fare capire quanto ci tenevamo a essere loro fornitori. 

Essere riconosciuti in Italia ed essere riconosciuti all'estero provoca soddisfazioni differenti?

Ricordo quando ascoltavo i miei genitori felici e orgogliosi per essere entrati in Iper a Seriate... Io adesso ritrovo la stessa emozione, in una scala differente, vedendo la nostra pasta a Seattle o a Montreal. Così come è lo stesso sentimento di 40 anni fa quello che provo quando parcheggio in azienda e sento il profumo di uova, di farina e di carne: è come entrare nella cucina di un ristorante...

Quando ci sarà il lancio del prodotto in Cina?

Stiamo perfezionando il packaging per essere presenti in 6-7 punti vendita a inizio 2025. In Giappone, invece, siamo già presenti.

Nel successo di Scoiattolo quanto conta la famiglia?

Quando chi acquista prodotti come i nostri per molti miliardi nel mondo ti guarda e ti dice "Matteo, tu e lo Scoiattolo siete una bella azienda ma siete soprattutto una famiglia fantastica e genuina", ecco, questa cosa mi colpisce ancora più di un complimento per un nostro prodotto, perché significa che la passione e l'alchimia che riusciamo a creare fanno ancora la differenza, anche con persone di culture, età, stili di vita diversi, anche dall'altra parte del mondo: la nostra storia arriva sempre, con tutto quello che c'è dentro. Tutto questo mi ripaga anche della fatica fisica e nervosa di certi viaggi... 

Prossimi appuntamenti e obiettivi?

Sono appena stato a Parigi per la Fiera Sial, il principale salone mondiale dell'innovazione alimentare dove arrivano molti compratori da tutto il mondo, come da Asia e Sudamerica... Proprio oggi abbiamo in azienda una delegazione di Costco, con base a Seattle e migliaia di punti vendita sparsi per il mondo nella giornata mondiale della pasta, che per noi sarà anche il "Costco day". Ci sarà pure il broker che mi aiuta nelle contrattazioni, un brindisino che vive a Miami e che ho conosciuto grazie al calcio e alla Varesina: il campo di Vedano lo abbiamo fatto grazie a Iti Sports, il cui amministratore delegato è un ex export manager venditore di formaggi. Venne in azienda per chiudere il contratto e mio papà gli disse: "Ti faccio fare il campo ma ci aiuti a sbarcare in Francia"... Oggi abbiamo una filiale transalpina e questo manager è lo stesso che ci ha dato il contatto con il broker.  Il nostro è un lavoro di relazioni, un po' come il calcio: devi pesare le persone, scegliere quelle giuste.

Come vanno i rapporti con il territorio?

Siamo un'azienda orgogliosamente varesina che vuole restituire qualcosa alla sua terra attraverso le attività sportive ma non solo. Stiamo investendo oltre 20 milioni sul territorio per raddoppiare gli spazi dell'azienda - avremo 12 mila metri quadri nuovi (con 4 linee di produzione iper performanti) rispetto ai 10 mila attuali: stimiamo a regime di poter arrivare a 80 ai 90 milioni di fatturato extra - nel polo logistico a Lonate Ceppino: mandiamo via camion di prodotti nel mondo restando  legati alla filiera della nostra terra senza cedere al richiamo, come hanno fatto legittimamente tanti altri, di chi vorrebbe farci delocalizzare la produzione all'estero. Noi a questa provincia restituiremo sempre tutto, perché ci ha dato tutto. 

Andrea Confalonieri

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