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Territorio | 24 ottobre 2024, 12:26

Sarah Dalla Costa alla riscoperta della bellezza, dell'arte e della gloriosa storia della ceramica di Laveno: «Tutto è cominciato dai racconti dei miei nonni»

Quella della ceramista lavenese è una passione e una ricerca che nasce in famiglia, perfezionata poi da anni di studio: «Lavorare la ceramica è complicato, conta molto l'esperienza. Ogni giorno mi metto alla prova con l'obiettivo di ridare lustro alla ceramica in un territorio come il nostro, dove design, lavorazione e tecnica hanno fatto storia in tutto il mondo»

Sarah Dalla Costa

Sarah Dalla Costa

Una vocazione e una passione che, dopo anni studi e approfondimenti, sono diventati arte per rivivere le tradizioni del nostro territorio: le opere in ceramica dell’artista Sarah Dalla Costa di Laveno Mombello sono il frutto di un approfondito lavoro di ricerca.

Questa del resto è la grande vocazione artistica di Sarah, che dopo aver frequentato il liceo artistico a Varese, ha conseguito una specializzazione in scenografia e successivamente un'altra come educatrice professionale: professione che tuttora svolge, unitamente a quella di ceramista. 

Com'è nato questo amore per la ceramica?

Entrambi i miei nonni paterni hanno lavorato all’interno della Ceramica Lavenese, i loro racconti hanno suscitato in me un particolare fascino e cosi ho riscoperto questa vocazione artistica.

Ha un particolare ricordo dei suoi nonni?

Guido è il nonno che ha saputo toccare le corde giuste. Lavorava come fuochista alla Ceramica del Lago e con l'argilla aveva modellato un piccolo elefante che poi aveva smaltato. A lavoro finito, con il grande amore che i nonni hanno verso i loro nipoti, me lo ha regalato. E’ stato un gesto meraviglioso, ricordo ancora oggi dopo tanti anni l’emozione che ho provato.

Poi com'è proseguita questa avventura nel mondo dell'arte e della ceramica?

Complice anche mio padre Bruno che era molto bravo, ho iniziato a dipingere: solo più avanti quando facevo il liceo ho iniziato a lavorare la ceramica, dipingendola e andando a farla cuocere negli ultimi forni rimasti accesi in quel periodo a Laveno. Poi quando mi sono diplomata ho seguito come allieva la bravissima scultrice tuttora in attività Laura Branca di Mercallo. L’aver seguito questa artista mi ha permesso di vivere un'esperienza specifica nella creazione di forme e di modelli con diverse tipologie di materiali. In seguito, ho seguito dei corsi a Mendrisio da Clara Belli, decoratrice di alto livello, che mi ha dato l’impostazione artistica insegnandomi la non facile arte del decoro su ceramica.

Non si finisce mai di imparare insomma, queste maestre le hanno insegnato non solo la tecnica ma le hanno anche aperto la mente? 

Entrambe sono riuscite ad entrare nel mio animo trasmettendomi la loro grande passione e la loro grande professionalità. Sono state fondamentali per la mia crescita artistica.

Quando dallo studio è passata alla pratica?

Ho frequentato un laboratorio di ceramica del lavenese dal quale, quando ha cessato l’attività nel 2006, ho ritirato tutte le varie attrezzature storiche utilizzate dalla Ceramica Laveno e così piano piano, da autodidatta, ho iniziato questa attività.

Com'è stata la fase iniziale del suo lavoro?

Per nulla semplice, questo è un lavoro difficilissimo, complicato e di grande sacrificio. Per definirmi una vera ceramista ho dovuto mettermi alla prova tutti i giorni per oltre 15 anni. Non è facile lavorare la ceramica, la tecnica si acquisisce solo ed esclusivamente con il tempo che ti fa maturare l’esperienza giusta.

Nel tempo le sue opere in ceramica sono state esposte al pubblico? Com'è stata la risposta?

Ho partecipato a diversi eventi artistici e culturali, invitando anche colleghi della nostra provincia. Devo dire che queste mostre hanno creato tanto interesse per gli appassionati e anche l'ultima esposizione intitolata "La trecce", organizzata all'Hotel De Charme di Laveno con le mie amiche e colleghe Miriam Pracchi e Carmela Arfé ha veramente avuto un grande successo di visitatori.

Che tipo di artista si definisce?

Abbastanza poliedrica: da qualche tempo ho trovato l’elemento artistico della sfera  che è il simbolo della perfezione e della regolarità assoluta. Il pittore italiano Ardengo Soffici nel 1915 aveva affermato che "l’universo è una sfera il cui raggio è uguale alla portata dell'immaginazione"". 

In che modo applica questo concetto alla sua arte e alla ceramica?

Il corpo sferico viene plasmato secondo l'estro dell’artista che poi con una particolare tecnica crea l’effetto colore. Ogni pezzo è unico ed ogni volta che la materia composta ha finito il ciclo di cottura, anche per me emerge sempre un aspetto diverso e una sorpresa da cogliere. 

Quali sono i suoi programmi e progetti futuri?

A giorni a Milano presso la Fabbrica del Vapore verrà esposto un mio pezzo: l'obiettivo è di continuare a perfezionarmi sempre di più nel mio percorso artistico ceramico. Il mio sogno è di dare ancora grande lustro alla ceramica in un territorio come il nostro dove il design, la lavorazione e la tecnica della Ceramica Laveno hanno fatto la storia e sono cosciuti in tutto il mondo.  

Nella sua attività organizza anche dei corsi?

Negli ultimi anni ne sto facendo parecchi, la gente si sta appassionando sempre di più a questa materia. Vorrei sottolineare una cosa importante, questi corsi sono rivolti anche alle categorie più fragili e rappresentano un elemento molto importante anche a livello terapeutico.  

Claudio Ferretti

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