Vecchio cuore giallonero. Stasera contro un Aosta più profondo e con più armi non basta ai Mastini rimontare due volte e agganciare i rivali sull'1-1 e sul 3-3, non basta rifarsi sotto a -1 con tutto ciò che hanno nel momento decisivo del terzo tempo, sul 5-4 (Kuronen) e sul 6-5 (Franchini), non basta una prova tutta Perla e orgoglio per portare a casa almeno un punto, ma a noi basta quanto abbiamo visto per dire una cosa.
Questa: il Varese e i suoi tifosi hanno le spalle larghe e il cuore grande per reggere questa sconfitta e applaudire un gruppo che ha dato tutto e che, senza le assenze (Raimondi, Michael Mazzacane, Fornasetti) e più avanti nel torneo, con un rinforzo difensivo e un ucraino o chi per lui, potrà battere l'Aosta e chi ora sta davanti. A patto, ovviamente, di evitare penalità nei momenti cruciali - i valdostani hanno segnato 3 gol su 6 in power play - come quelle che hanno mandato in panca puniti due volte Matonti ed Erik Mazzacane (a dire la verità, quest'ultima è stata molto contestata dal Varese ed è apparsa a dir poco inesistente). I Mastini visti con il Feltre e anche con l'Aosta - Makinen totale, forse il migliore con Perla, Vanetti e Schina mentre da Franchini ci saremmo forse attesi qualche graffio dell'ex in più - possono arrivare tra le prime quattro, a patto di battere Pergine ed Appiano senza più scivolare con chi sta dietro e, quindi, alle final four di Coppa. Per ora pensiamo solo a questo.
Di più: sabato contro l'Alleghe, dopo aver speso tanto pur con tre linee contate, meritano tutto l'appoggio possibile del popolo giallonero, che ci ha sempre creduto ed è stato protagonista anche stasera di una prova maiuscola. Noi a Varese sappiamo aspettare, soprattutto in una stagione dove può ancora succedere di tutto: il complesso c'è, il gioco migliora, manca ancora qualcosa-qualcuno che speriamo possa arrivare.
La cornice di oltre 700 spettatori (e a Feltre per il derby con l'Alleghe ce n'erano 1.100), anche grazie ai tifosi gialloneri, dimostra come ci sia voglia di hockey e di serie A. Ed è la cosa più bella.
In sostanza, l'Aosta ha messo in campo un arsenale più capiente, e lo si sapeva, ma non tale da poter scavare davvero un solco irrecuperabile, con l'avanzare della stagione, da parte del Varese. Nel terzo tempo i padroni di casa hanno provato a scappare due volte sul +2, e per due volte si sono visti tornare in scia i gialloneri a cui è mancato davvero poco per ribaltare un match che li ha sempre visti rincorrere. Con un cuore grande così che a noi, a fine ottobre, può bastare.
Cuore e soprattutto batticuore, come il secondo periodo in cui succede di tutto. Tra una parata miracolosa e l'altra di Perla, Makinen mette l'1-1 con un tocco su assist di Kuronen, poi l'Aosta concretizza un autentico assedio con il 2-1 di Garau su rimbalzo e il 3-1 di De Toni in superiorità. Perla e orgoglio producono una rimonta da Mastini: ancora Makinen e poi Schina dalla blu con un tiro vincente dei suoi chiudono il buco a meno di un minuto e mezzo dalla fine, che però non è ancora scritta visto che a 25 secondi dalla sirena in situazione di penalità differita, quando sarebbe bastato toccare il disco per bloccare l'azione, De Santi davanti alla porta giallonera fa 4-3. Da mangiarsi le dita, il fegato e qualcos'altro.
In un primo tempo ad alti livelli, intenso, equilibrato, lottato su ogni disco e su ogni contrasto sono i dettagli a fare la differenza, come il colpo di bastone e la penalità di Matonti che permette a Nardella di infilarsi davanti a Perla per trafiggerlo azionato dai Buono. In una sfida sentita e dove l'attenzione (la paura) aumenta il peso di ogni singolo errore, basta una sola mossa sbagliata per spostare il risultato. Ed è quello che succede.
Ps: non abbiamo volutamente parlato dei Buono, e lo facciamo solo ad articolo concluso. Parla la penalità partita presa da Christian dopo il 60', con le squadre ormai a stringersi la mano a metà pista. O quella dopo la sirena del secondo periodo del fratello Carmine. Quando impareranno che si inizia a vincere fuori campo, prima che sul ghiaccio, sarà sempre troppo tardi.
Aosta-Varese 6-5 (1-0, 3-3, 2-2)
Reti: 17'32" Nardella (Carmine Buono, Christian Buono) 1-0; 24'22" Makinen (Ghiglione, Kuronen) 1-1, 30'49" Garau (Christian Buono, Pfoestl) 2-1, 33'11" De Toni (Lysenko, Moucka) in sup. 3-1, 33'26" Makinen (Kuronen, Franchini) 3-2, 38'36" Schina (Vanetti, Tilaro) in sup. 3-3, 39'35" De Santi (Lysenko, Nardella) 4-3; 48'03" Timpone (De Nardin, Pfoestl) 5-3, 49'15" Kuronen (Ghiglione, Makinen) 5-4, 54'47" De Toni (Nimenko, Moucka) 6-4 in sup., 56'33" Franchini (M.Borghi, Makinen) 6-5 in sup.
Aosta Marinelli (Tura); Carmine Buono, Gesumaria, Christian Buono, Moucka, Garau; Lysenko, De Nardin, Badoglio, Viliotti, Nardella; Pfoestl, De Santi, Nimenko, Fraschetta, De Toni; Timpone, Berger, Mocellin, Lenta. Coach: Luca Giovinazzo
Varese Perla (Filippo Matonti); Makinen, Crivellari, Ghiglione, Kuronen, Franchini; Schina, Fanelli, Perino, Vanetti, Marcello Borghi; Marco Matonti, Erik Mazzacane, Piroso, Pietro Borghi, Tilaro; Allevato. Coach: Gaber Glavic
Arbitri: Simone Lega, Aleksandr Petrov (Thomas Brida, Daniele Francesco Doriguzzi Toia)
Note - Tiri Ao 48, Va 33. Penalità Ao 35', Va 10'. Spettatori: 730.
Nona giornata
Aosta-Varese 6-5, Bressanone-Caldaro 2-5, Appiano-Fassa 4-1, Valdifiemme-Pergine 1-4, Feltre-Alleghe 3-0. Riposo: Dobbiaco
Ieri: Como-Valpellice 2-8
Classifica
Caldaro* 24. Feltre 22. Aosta 19. Pergine 17. Varese* e Valpellice* 14. Appiano* 12. Dobbiaco* 10. Fassa* e Alleghe** 9. Fiemme* 5. Bressanone* 4. Como* 0.
*una gara in meno **due in meno
Sabato 26, decima giornata
Fassa-Aosta (18.30), Varese-Alleghe (18.30), Appiano-Bressanone (19.30), Caldaro-Feltre (19.30), Dobbiaco-Como (20), Valpellice-Valdifiemme (20.30). Riposo: Pergine.