«C’era questa ragazza, 19 anni, incinta al settimo mese. I suoi traumi erano talmente gravi che anche con la psicoterapia difficilmente si riuscivano ad affrontare. In aggiunta alle attività che già facevamo con lei ho pensato di portarla a un corso di yoga per partorienti. Alla fine della lezione ha pianto, ha detto di avere sentito muoversi per la prima volta il bambino. La sua muscolatura non si era mai rilassata abbastanza da farle percepire gli spostamenti del piccolo. E' avanti nel suo percorso, oggi il bambino ha quattro anni e lei fa ancora yoga».
Cinzia Di Pilla, responsabile del centro antiviolenza E.Va odv, ricorre a una storia vera per esemplificare i benefici che le donne vittime di maltrattamenti, abusi, sopraffazioni fisiche e psicologiche possono trarre da attività “non convenzionali”. Come quelle di “Creativa-mente”, il progetto che l’associazione sta per lanciare insieme a una rete di altre realtà. Si parte il 5 novembre, con otto donne provenienti da case rifugio. Soluzioni estreme, queste ultime, a problemi di massima gravità, con effetti collaterali come senso di solitudine, isolamento, distacco.
“Creativa-mente” vuole dispiegare armi non convenzionali, in molti casi sorprendentemente efficaci. «È un progetto trasversale – introduce Paola Reguzzoni, assessore ai Servizi sociali – basato sul coinvolgimento pratico e psicologico. Anche sulla cura della propria persona, in un modo che va molto oltre il semplice sfizio. Quanto alla rete, serve per portare avanti le varie attività ma anche a rispondere a bisogni complessi, non etichettabili sotto un’unica etichetta».
Emilia Barni, presidente di E.Va: «Coinvolgeremo donne che hanno avuto la forza di denunciare, donne che hanno volto e voce, che devono avere la possibilità di esprimersi, confrontarsi, essere di supporto a sé e alle altre». Non semplice: se le case rifugio possono letteralmente salvare la vita, hanno anche regole ferree e, per loro natura, isolano. Le sedute di yoga saranno curate da BhagaYoga, quelle di uncinetto (da tempo se ne riconoscono le ricadute benefiche nell’alleviare lo stress, senza contare la possibilità di imparare o migliorarsi in gruppo) dal gruppo “Inseguendo un filo”.
L'Istituto Clinico San Carlo (una collaborazione di lungo corso con E.Va, anche con prestazioni erogate a donne inviate in emergenza) metterà a disposizione una figura qualificata per il “flower massage”, anch’essa una pratica rilassante.
Previsti “gruppi parola” e spazi per i figli, durante le attività. Gli spostamenti da e verso le case rifugio (aderiscono Cooperativa Baobab e Fondazione Felicita Morandi) saranno garantiti, con modalità tali da non compromettere l’anonimato e la sicurezza delle “passeggere”, da Moto Club SS33 Sempione. Sostengono il progetto Lions Club Busto Arsizio Lombardia e la Fondazione Heal.
Orizzonte temporale, al momento: sei mesi. «Ma potremmo guardare oltre – sottolinea la dottoressa Di Pilla – anche perché ci sono aziende interessate a finanziare».