I ragazzi che fecero l’impresa si chiamano Ivan, Emanuele, Nicolas, Daniele, Sara, Chiara, Manuele, Emma, Adriana, Edoardo. Con le insegnanti Marina Sesso e Stefania Marinoni, guidati dall’atleta paralimpico e coach Andrea Devicenzi, nello scorso luglio hanno pedalato in Islanda per 550 chilometri, in una manciata di giorni. Con qualunque condizione il meteo avesse in serbo per loro, fino a Reykjavik. Sono andati “Oltre l’impossibile”, come sottolinea il nome scelto per progetto e spedizione (vedi anche QUI). Squadra interamente composta da studenti dell’Ite Tosi, dell’allora primo anno i più giovani, del penultimo i “veterani”.
Hanno illustrato la loro impresa (l’istituto ha convinto a sostenerla un manipolo di sponsor: Neos air, Samsonite, l’associazione Noi del Tosi, LA.SI, Decathlon, Pasticceria Chiara) a un’aula magna che a stento ha potuto contenere compagni di scuola, famiglie, docenti.
«L’Islanda non ci voleva» scherzavano, riferendosi alle avversità del viaggio sulle due ruote, prima che venisse proiettato il docufilm sul loro impegno e le loro fatiche, fino alla gioia, alla commozione dell’arrivo. Alcune parole chiave. “Aiuto”, quello che è scattato quando qualche compagno era in difficoltà. “Impensabili”: l’aggettivo che le docenti hanno usato nel descrivere le risorse tirate fuori dai ciclisti nei momento più duri.
«Secondo me – il pensiero di Devicenzi – sono tornati diversi da come sono partiti. È stato bellissimo vederli cambiare giorno per giorno. Hanno sofferto, pianto, messo tutto quello che avevano. Hanno capito quanto importante possa essere chiedere aiuto. E che in team si va molto più lontano».
«Siamo del Tosi» la sottolineatura della dirigente, Amanda Ferrario, a introduzione della serata, come a rimarcare la familiarità con le sfide: «Questi giovani, come tanti, sono diversi dagli esempi negativi che arrivano dai media». E visto che l’idea è andare oltre: «Proporremo questo docufilm ai festival, per esempio il Giffoni. E abbiamo già in mente “Oltre l’impossibile 2”». Destinazione Cambogia. Intanto, i protagonisti dell’esordio assicurano: «Rifaremmo questa esperienza. E la consigliamo».