Ieri sera sono state aperte le porte della nuova sede della Croce Rossa di Busto Arsizio con un invito rivolto ai medici: il 18 ottobre ricorre la festa del loro patrono, San Luca. Dopo una breve presentazione di questa figura, si è parlato della campagna “Non sono un bersaglio”, che riguarda le aggressioni ai danni del personale sanitario. È stata un’occasione per far conoscere ciò che Croce Rossa fa tutti i giorni sul territorio, e su questa scia sono in cantiere diversi progetti.

All’inizio del convegno, Giulio Turconi - presidente del Comitato Cri di Busto Arsizio - ha ringraziato tutti i medici presenti e ha passato la parola al cappellano dell’ospedale, don Fabrizio Barlozzo, che ha introdotto la figura di San Luca, un uomo in cui si uniscono professionalità, tecnica e competenza, ma anche umanità e senso della vita, propria e degli altri. Queste sono le caratteristiche che permettono ai medici e al personale sanitario di aiutare chi necessita di cure.

È poi intervenuto Ennio Testolin, direttore sanitario della Cri di Busto, che ha dato il benvenuto nella nuova sede, una sede «aperta alla popolazione, alla cittadinanza, alle organizzazioni di volontari». Ha chiesto ai presenti la collaborazione per farla crescere e conoscere, perché questo è uno degli obiettivi della Cri cittadina.

«Vogliamo far conoscere che cos’è davvero la Croce Rossa - ha affermato - perché non è solo l’ambulanza che gira per le strade, ma anche molto altro. Per questo, vogliamo organizzare incontri, corsi, conferenze». Si è partiti già ieri sera con il convegno “Cambiamenti climatici e salute” a cura del dottor Giorgio Reguzzoni».

La Croce Rossa Italiana, come dice il suo motto, c’è “ovunque e per chiunque”. Ma gli operatori sanitari sono sempre più a rischio di aggressioni e violenze.
È stato proprio questo il tema dell’intervento di Bruno Palumbo - presidente del Comitato Cri di Sesto San Giovanni - che, in qualità di istruttore qualificato, ha parlato della Campagna “Non sono un bersaglio”.

«Il personale sanitario è sotto attacco, viene continuamente aggredito - ha esordito Palumbo - e questo è un problema attuale. Tutto ciò porta ad un pregiudizio sul sistema sanitario, ma la nostra intenzione è solo quella di aiutare chi ha bisogno di cure mediche».

Proprio per fronteggiare questo problema è nata la Campagna internazionale “Health care in danger”, che è stata abbracciata da Croce Rossa Italiana sotto il nome di “Non sono un bersaglio”. L’obiettivo principale è quello di far comprendere l’importanza del rispetto verso il personale sanitario e di proteggere chi interviene per portare assistenza medica. 

Ma non solo. Sono tre, infatti, i tipi di violenza riscontrati: contro le strutture sanitarie, nei confronti di malati e feriti, verso il personale sanitario. Si è parlato dei numeri di vittime e aggressioni, che raggiungono cifre spaventose nelle zone interessate da conflitti, come l’Ucraina e la Siria. Ma questi episodi si registrano anche in Italia, e la Cri di Busto spera di non doverli mai vedere in città.

Si vuole lavorare per prevenire la violenza, aumentare la sicurezza e il rispetto verso gli ambienti sanitari e chi vi opera, aumentare la resilienza del sistema, assicurare ai bisognosi l’accesso alle cure. Solo così la Croce Rossa Italiana potrà continuare ad esserci “ovunque e per chiunque”.