- 19 ottobre 2024, 17:27

Carcere di Busto, ancora un agente aggredito

Lo rende noto il sindacato Sappe che parla di situazione insostenibile nelle case circondariali e lancia un appello: «Non lasciate sola la Polizia penitenziaria»

«Una ordinaria giornata di follia»: è con questo amaro commento che Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, sintetizza quel che avvenuto nelle ultime ore nella Casa circondariale di Busto Arsizio. «Nella mattinata di ieri – scrive il sindacato in una nota – un detenuto italiano, già allontanato da altro istituto della Lombardia per motivi di sicurezza dopo aver aggredito un poliziotto penitenziario, ha nuovamente colpito un agente per futili motivi mentre rientrava in cella. Solo l’intervento di altri colleghi giunti in ausilio ha evitato il peggio e ripristinato l’ordine e la sicurezza all’interno della Sezione. L’agente è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino ove è stato dimesso poi in serata. Il Sappe augura una pronta guarigione al collega e auspica che si ponga fine a questa situazione divenuta sempre più allarmante».

Il segretario generale del Sappe Donato Capece esprime «tutto il nostro sostegno al collega contuso» e stigmatizza la situazione del carcere: «Sollecitiamo un intervento delle autorità competenti perché la situazione delle carceri sta diventando insostenibile. È inaccettabile che non ci siano iniziative per arginare l’ondata di violenza e sprezzo delle regole che sta travolgendo la società prima e le carceri italiane e che ogni giorno miete vittime tra le fila della Polizia Penitenziaria. Non è possibile che una persona che sceglie, per mestiere, di difendere lo Stato, ogni giorno debba essere esposta a minacce, ingiurie e violenza di ogni genere. Servono risposte ferme da parte del Dap, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione», aggiunge.

«Quel che è accaduto a Busto Arsizio testimonia una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio, la tensione in atto nelle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenta che, anche in carcere, continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità! È fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale», conclude il leader nazionale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria.

Redazione