Busto Arsizio - 18 ottobre 2024, 14:19

Un patrimonio di libri a portata di clic grazie alle persone disabili. L’inclusione passa dal «lavoro vero»

Dopo la Capitolare di Busto, il nuovo progetto della cooperativa sociale Solidarietà e Servizi riguarda la Biblioteca Popolare di Rho. Assunti quattro dipendenti con disabilità grazie al coinvolgimento di tre aziende del territorio

Nelle scorse settimane nella sede di Busto Arsizio di Solidarietà e Servizi sono arrivati 14 bancali con migliaia di libri, anche di grande valore. Si tratta del patrimonio della Biblioteca Popolare di Rho, che verrà inventariato e digitalizzato dai lavoratori con disabilità della cooperativa sociale.
È l’ambizioso “Progetto sociale al quadrato” che coinvolge Làmikos di Biandronno, Tenova di Castellanza e Tessuti Cuccirelli & C. di Busto. Le tre aziende hanno sponsorizzato l’iniziativa, incaricando Solidarietà e Servizi e favorendo l’assunzione di quattro persone con disabilità.

Un impegno importante che richiede metodo e precisione ma che sta già regalando grandi soddisfazioni. I lavoratori maneggiano anche testi del Cinquecento, in alcuni casi delle vere e proprie chicche. In viale Toscana sono già arrivati 600 volumi del fondo antico, 8.200 volumi del patrimonio pregresso e mille fascicoli del fondo periodici locali per un totale di 42.700 scansioni da effettuare con le più moderne tecnologie.

Il progetto “ricalca” quello avviato lo scorso anno alla biblioteca capitolare della parrocchia San Giovanni di Busto (leggi qui). In entrambi i casi si fa riferimento al decreto attuativo della legge Biagi che permette di adempiere all’obbligo di assumere persone con disabilità anche affidando commesse a cooperative sociali. E queste possono anche riguardare attività con finalità sociali e di interesse collettivo.

Quattro i lavoratori appartenenti alle categorie protette assunti dalla cooperativa, che nella sede di Busto conta 111 dipendenti, di cui 76 con disabilità; 500 in totale.

Soddisfazione unanime

«Oggi c’è da essere contenti – commenta Domenico Pietrantonio, presidente del Consiglio di gestione di Solidarietà e Servizi, presentando il progetto –. Intorno allo stesso tavolo ci sono la Provincia, tre aziende, associazione di rappresentanza di cooperative e imprese. E diamo a quattro persone con disabilità la possibilità di lavorare». «Un lavoro vero – precisa –. Con contenuti, metodo, obiettivi che hanno le persone normodotate o presunte tali». Il presidente cita le parole di una ragazza autistica che dopo «otto anni stupendi» ha lasciato la cooperativa per «spiccare il volo»: «Andrà a lavorare in una società importante a livello nazionale. Questo è lavoro vero», rimarca Pietrantonio.

E lo è anche quello che permetterà di ordinare e salvaguardare il patrimonio della biblioteca rhodense. «Ci sono documenti meravigliosi a cui daremo la possibilità di rimanere in eterno – sottolinea Paolo Bianchi, assessore a Politiche sociali e Disabilità di Rho –. È un progetto bellissimo che unisce la provincia di Varese a quella di Milano».
Parla di «progetto fondamentale» il presidente della Biblioteca Popolare di Rho, Alberto Pessina: «La nostra sede deve essere ristrutturata e noi dobbiamo fare un trasloco. Abbiamo anche volumi importanti del XVII e XVIII secolo da salvaguardare. È stato un colpo di fulmine con Solidarietà e Servizi, per noi è stata una salvezza. E la catalogazione ci permetterà di far fruire i testi in modo più rapido a studenti e studiosi».

Entusiasta Maura Bossi di Tenova, intervenuta anche per le altre aziende coinvolte: «Abbiamo deciso di abbracciare il progetto perché uno dei nostri valori è il legame col territorio. Siamo affascinati da questa cooperativa e felici di partire con questa avventura, lo spirito è quello dell’inclusione». «Gratitudine e orgoglio – le parole della collega Giorgia Zaghi –. L’iniziativa permette di creare lavoro per chi fa più fatica ad accedervi ed è preziosa per la comunità di Rho e le nuove generazioni».

Raffaella Cirillo, responsabile del Collocamento mirato disabili, ricorda che in Provincia di Varese è stata avviata dal 2019 una sperimentazione per cercare soluzioni sinergiche fra profit e no profit e sono state coinvolte «persone con particolare fragilità che non avrebbero avuto molte possibilità di essere assunte».
Il lavoro su questo fronte non è stato facile: Aldo Montalbetti parla anzi di «processo lungo e faticoso camminato sulle gambe di persone determinate a portarlo avanti. Oggi sento parlare di relazioni, comunità, territorio. Sono parole importanti e ognuno di noi può fare in modo che la comunità si arricchisca».

Franco Maruccio (Relazioni industriali di Confindustria Varese) sottolinea come la transizione verso una società più sostenibile non riguarda solo l’ambito ambientale: «Sempre più aziende vedono come prioritaria la sostenibilità sociale e sempre di più nascono progetti che tendono al miglioramento del benessere del territorio». E Confindustria può e vuole fare molto anche dal punto di vista della comunicazione, affinché progetti importanti come questo siano resi noti ed emulati: «L’obiettivo finale è creare buone prassi».

Riccardo Canetta