Si è tenuta oggi la seconda udienza del processo per stalking che vede imputato Marco Manfrinati, ex marito di Lavinia Limido. Durante l'udienza, Lavinia ha testimoniato, raccontando anni di minacce e comportamenti molesti da parte dell’imputato. L'udienza ha gettato nuova luce sulle dinamiche della loro relazione che hanno portato Lavinia a fuggire di casa con il figlio per rifugiarsi presso la famiglia d’origine.
Secondo la testimonianza di Lavinia Limido, Manfrinati era accecato da gelosia e invidia, e questo ha portato Lavinia a lasciare la casa coniugale di Busto Arsizio e trovare riparo dai suoi familiari a Varese.
La madre di Lavinia, Marta Criscuolo, aveva già testimoniato nella prima udienza descrivendo minacce, danneggiamenti e continui atti di persecuzione, dichiarando che la fuga della figlia aveva salvato la vita al nipote.
Un dettaglio inquietante è emerso all'inizio dell'udienza: una cartolina inviata da Manfrinati dal carcere di Busto Arsizio alla famiglia Limido-Criscuolo. La cartolina, spedita il 10 settembre, riportava il messaggio: «Sentitissime condoglianze per la dipartita di quel brav’uomo... Ora sarà certamente tra gli angioletti». Il riferimento era chiaramente rivolto a Fabio Limido, padre di Lavinia, ucciso durante l'aggressione avvenuta in via Menotti a Varese lo scorso maggio.
Il processo per stalking è separato dalle indagini sull’aggressione del 6 maggio, in cui Manfrinati ha sfregiato Lavinia Limido e ucciso suo padre Fabio. L’aggressione è avvenuta fuori dal posto di lavoro di Lavinia, quando suo padre è intervenuto per proteggerla, venendo colpito a morte con ventuno coltellate. Manfrinati è attualmente in carcere, accusato di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio premeditato.
Nel corso dell’udienza, la difesa di Manfrinati, guidata dall’avvocato Fabrizio Busignani, ha concentrato le proprie domande su tre temi principali: le circostanze che hanno impedito all’imputato di trascorrere il Natale 2022 con il figlio, la costituzione del Fondo Patrimoniale tra Manfrinati e Lavinia Limido, e la cessione delle quote da parte di Lavinia tra giugno e ottobre del 2023. Una difesa puntigliosa, che ha chiesto dettagli precisi su eventi accaduti in date specifiche, mettendo sotto pressione la testimone. Durante questo interrogatorio, Lavinia è apparsa visibilmente annebbiata, faticando a rispondere con chiarezza alle domande sugli aspetti legati ai messaggi tra lei e Manfrinati.
Nonostante le ripetute denunce presentate dalla famiglia Limido-Criscuolo, prima dell’omicidio l’unica misura cautelare adottata era stata il divieto di avvicinamento, misura che si è rivelata insufficiente. La difesa ha anche prodotto due provvedimenti di archiviazione: uno relativo a un procedimento per sottrazione di minore a carico di Lavinia Limido, e un altro riguardante l'accusa di maltrattamenti in famiglia contro Manfrinati.
La prossima udienza del processo per stalking è fissata per il 13 novembre, con nuove testimonianze attese che potrebbero ulteriormente chiarire le dinamiche delle accuse.