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| 14 ottobre 2024, 20:24

Busto, città ideale per chi lavora a Milano: se la si raggiunge per tempo

Una giornata come quella di oggi è dolorosamente rivelatrice di come la politica dovrebbe pensare all'efficacia dei collegamenti (treno e auto), non solo alle celebrazioni degli anniversari o a frettolosi lamenti proprio quando la gente non ne può più. Da chi si è presentato in ritardo a chi ha potuto contare sull'unico alleato, vedi smart working: intanto l'ennesimo sciopero incombe

La pubblicità lanciata a suo tempo dal Comune di Busto

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Il bello di vivere a Busto, anche per raggiungere Milano. Quante volte ci hanno detto che siamo il luogo ideale dove abitare, anche per la disponibilità rapida di appetibili mete, a partire dal capoluogo lombardo per il lavoro. Tutto vero, a patto di arrivarci, almeno per tempo.

Una giornata come quella di oggi è dolorosamente rivelatrice di come la politica dovrebbe seriamente pensare all'efficacia dei collegamenti, non solo alle celebrazioni o a frettolosi lamenti quando i disagi sono proprio troppi, quando la gente non ne può più. 

La mazzata del guasto a Certosa è piombata su una mattina già segnata dall'investimento di un uomo a Rescaldina (LEGGI QUI). E quest'ultima è l'unica, vera tragedia, quella di fronte a cui fare silenzio da una parte, ma anche quella su cui la politica dovrebbe sempre riflettere, su un altro piano. 

Torniamo però al nostro viaggio, un lunedì conficcato tra un fresco sciopero del personale ferroviario e un'altra astensione dal lavoro in arrivo il 18. Scopri la differenza. Oggi c'è il guasto, oltre appunto al tragico investimento: o viaggi tra le notizie delle app e tra le linee, augurandoti buona fortuna, oppure salti sull'auto. Ad accoglierti c'è l'incidente in autostrada, quell'Autolaghi che lanciò la Lombardia pioniera e che hanno tutti celebrato lo scorso mese (LEGGI QUI)

È la tempesta perfetta, ci ha fatto notare il Comitato pendolari Trenord di Busto Arsizio. Ma diciamo che "piove" spesso tra Busto Arsizio e Milano. C'è un unico alleato, e non è a portata di tutti: lo smart working. In diversi ci hanno scritto cose tipo «Meno male che oggi avevo già pensato di farlo» oppure «Sono tornato indietro e ho scelto di fare smart working». Ma non tutti, o non sempre, possono. 

Ad esempio, non ha potuto farvi ricorso la donna che si è raccontata sempre sulla pagina Facebook del Comitato: «Oggi é il mio primo giorno di un nuovo lavoro. Ho già chiamato il datore di lavoro dicendo che non ho idea di quando sarei arrivata. Mi vergogno profondamente. xxx pendolare (forse) da Busto Arsizio».

Già, quanto è bello trasferirsi a Busto Arsizio, così vicina a Milano, a prezzi più abbordabili, i suoi rioni a misura d'uomo e donna, i suoi eventi. A patto di riuscire a raggiungere Milano per tempo. Quest'ultimo, decisivo tassello ci dice qualcosa: che chi vuole promuovere Busto Arsizio come casa ideale dei milanesi oggi e anche "solo" aiutare i bustocchi ad andare a lavorare fuori come si può e come si deve spesso, deve anche pensare ai collegamenti. Tutti devono battersi non tanto contro le tempeste perfette, ma contro la scivolosa pioggia quotidiana. Devono interessarsi alle reali condizioni dei pendolari, salire di tanto in tanto su un convoglio che parte pieno di viaggiatori o che non parte affatto. Devono mettersi in coda, al volante, quando l'Autolaghi dei record è anche un groviglio di confusione e attese. 

E magari rispondere a quella donna che forse sarà pendolare da Busto. Quel  «forse» oggi è la parola più triste e reale che a un politico del territorio dovrebbe fare male. 

Marilena Lualdi

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