Basket - 13 ottobre 2024, 19:07

Buongiorno, notte. Il tempo sospeso in attesa che qualcosa cambi

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - Una fotocopia della partita di domenica scorsa che vale la pena rileggere solo per ribadire la banalità dell’oggettività. Verrebbe voglia di non giudicare nulla e nessuno, nel frattempo: né gli allenatori - che rischiano di fare la fine di B. - né i giocatori, né quel buono che qui e là emerge ma che le mancanze colpevoli annullano

Una fotocopia della partita di domenica scorsa, oggi a Trento: vale la pena rileggerla solo per ribadire la banalità dell’oggettività.

Quello che passa per Varese, adesso, non è altro che un tempo sospeso in attesa che qualcuno o qualcosa cambi una stagione e una squadra che così non è altro che sbagliata, impossibile, destinata a fallire.

Verrebbe voglia di non giudicare nulla e nessuno, nel frattempo. Né l’abnegazione e il cuore degli allenatori che fanno di tutto per trovare una quadra che non può riuscire e che rischiano di fare la fine del reietto B., che ha pagato con il “morte morte morte” del colosseo di Masnago colpe ben lontane dall’essere sue. Né i giocatori che in campo provano a dare quello che hanno dentro, né i loro lampi di talento (i punti di Hands, le stoppate di Kao…) che qui e là emergono, né - in fondo - l’inutile sforzo fatto anche oggi per non perdere (vedi il disperato colpo di coda negli ultimi minuti del match).

Perché il tempo sospeso è anche il tempo delle illusioni. Le illusioni che anche oggi sono durate metà partita, venti minuti che il pessimismo cosmico di cui ora siamo invasi ci fanno rileggere così: la Dolomiti Energia, così come la Bertram, ha semplicemente scherzato… Perché in fondo è anche divertente, per un po’, seguire il ritmo biancorosso, giocare a segnare un canestro in più, come al campetto, come tra gli amici…

E del resto chi glielo faceva fare alla squadra di Galbiati di difendere per 40 minuti se ne bastano 10 per distruggere il castello di sabbia varesino?

Il tempo sospeso è una storia che muore a mezz’aria. E così Mannion e compagni: è bastato che la gara si mettesse sui piani della fisicità per morire a rimbalzo, lasciare buchi in difesa, non trovare più tiri puliti, apprezzare l’insostenibilità di Fall, l’inutilità di Brown, la leggerezza di Kao e tutto ciò che di Varese è mancanza colpevole. Mancanza grave. 

E fare l’elenco di quanto accaduto in quel 21-6 di parziale che ancora una volta ha ribaltato la frittata e con essa la Openjobmetis è persino inutile: questa squadra è così evidentemente imperfetta che le disgrazie se le chiama da sole.

Ancora una volta buongiorno, notte.

Fabio Gandini


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