La Varese Nascosta - 12 ottobre 2024, 07:51

LA VARESE NASCOSTA. Quando la città Giardino era sulle palafitte... ecco come è nata Varese

Il nome è quasi certamente di derivazione celtica (var = acqua), motivato dalla ricchezza idrica dei suoi dintorni: il primo insediamento infatti sorse come centro palafitticolo. Ecco la breve storia della nostra città nei secoli

Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda. 

DUE PAROLE SULL'ORIGINE DI VARESE

Non si hanno molte notizie, ma pare certa la sua nascita come centro palafitticolo fra i ridenti colli dove sarebbero sorti i numerosi borghi detti castellanze. Il nome è quasi certamente di derivazione celtica (var = acqua), motivato dalla ricchezza idrica dei suoi dintorni. Come altre località lombarde, Varese seguì la sorte dei galli insubri (allora dominatori della regione), che vennero sconfitti nel 222 a.C. da Marco Claudio Marcello e quindi sottomessi ai romani.

Le tracce lasciate dai latini in terra varesotta non mancano: due lapidi in memoria di soldati della terza legione scitica nella chiesa di Morazzone; una a Quinzano, custode del tempio della Fortuna, nell'altare della chiesa campestre di Venegono; un accenno di armeria romana a Clivio; un'ara votiva per la salute a Carnago e altre numerose urne sepolcrali, epigrafi, are votive ed espiatorie in ricordo di note famiglie varesine.

Nel medioevo è un modesto centro dipendente dalla diocesi di Como e facente parte del contado di Seprio. Un po' di baruffa la provocò nel 1045

Guido da Velate, sostenitore del matrimonio per i sacerdoti, il quale dovette fare i conti con l'austero Arialdo da Cucciago, di parere assolutamente opposto, che, chiamato a sé il diacono Landolfo, cominciò il suo apostolato in Varese. Arialdo finì assassinato, ma il movimento di cui egli era uno degli ispiratori (pataria) riuscì infine ad avere il sopravvento.

Nella guerra decennale fra Como e Milano (III7-1127), Varese si schierò con la seconda, così che per ben due volte fu assediata e saccheggiata dai comaschi. Con un giro di valzer cambiò alleanza in occasione del decisivo scontro fra Milano e il Barbarossa (II76), mettendosi al fianco di quest ultimo, ma fu poi pace duratura con Milano quando Varese si staccò da Castelseprio e alla città ambrosiana fece dono di tutto il legname di cui essa necessitava per costruire il nuovo broletto.

Nel 1182 l'arcivescovo Algisio provocò una lite sentenziando che le oblazioni pervenute al Sacro Monte non dovevano più giungere per intero alla chiesa di S. Vittore, come sempre si era usato, ma soltanto nella parte di un terzo. I varesini si sollevarono e chiesero a papa Innocenzo IV la libertà dall'arcivescovo. Il papa concesse infatti alla città consoli indipendenti e limitò a una specie di protettorato le competenze dell'arcivescovato di Milano (1250).

Nella lotta comasca fra i Vitani e i Rusconi, Varese sostenne i primi e fu dalla parte dei Visconti quando questi se le davano di santa ragione con i Torriani, ponendosi in aperta ostilità con il Seprio, che parteggiava con gli ultimi. E, proprio per scagionare ogni possibilità di essere messa a ferro e fuoco, Varese versò ai Torriani un riscatto di sedicimila fiorini.

Successivamente Ludovico il Bavaro fortificò la città che passò sotto Lodrisio Visconti, Facino Cane e infine Filippo Maria Visconti nel 1440. Saccheggiata dagli svizzeri chiamati da Giulio Il per la guerra santa nel ISIo, Varese ottenne da Carlo v il privilegio di non essere infeudata, atto che venne poi confermato da Filippo Iv nel 1621. Sottomessa all'impero d'Austria, Maria Teresa la cedette a Ferdinando IlI di Modena il 23 giugno 1765. Era costui un pacifico e spensierato amministratore del ducato di Milano, che si godette l'aria buona in lunghe villeggiature con la moglie Teresa Simonetta, contessa di Castelbarco.

Durante l'era napoleonica Varese, il cui circondario comprendeva 200 comuni con 160.000 abitanti, divenne capoluogo del dipartimento del Verbano, per poi far parte di quello del Lario.

Il 1857 vide dichiarare Varese "città regia" e due anni dopo, il 26 maggio, Garibaldi vi sconfisse il generale austriaco K. Urban, che il giorno prima aveva bombardato la città. Alto fu il contributo del popolo varesino alla causa del risorgimento, fra cui i numerosi volontari accorsi nelle schiere garibaldine.

La felice posizione geografica, ricca di vie di comunicazione terrestri e acquatiche già sfruttate dall'economia agricola, favorì nella Varese del XIX secolo un florido sviluppo industriale e artigianale, con prevalenza nei settori meccanico e tessile.

Dopo aver condiviso per secoli i destini del comprensorio lariano, il 2 gennaio 1927 Varese divenne capoluogo di provincia e alle soglie del 2000 risulta tra le prime città d'Italia in termini di benessere pro-capite e vivibilità sociale.

da La Varese Nascosta