Le leggi razziali del 1938 e le conseguenze economiche e sociali in Provincia di Varese. Di questo parla il direttore del Mils (Museo delle Industrie e del Lavoro Saronnese) Giuseppe Nigro, mercoledì 9 ottobre (ore 15.30), al museo del Tessile nell’ambito dell’Università Cittadina per la cultura popolare.
Il relatore ricostruisce le vicende delle famiglie di origine ebraica Friedmann e Sonnino. «Affermati esponenti della borghesia industriale lombarda, partecipi del diffuso consenso di cui a lungo godette il regime fascista, sia Enrico Friedmann che Flavio Sonnino non poterono sottrarsi agli effetti sempre più discriminanti della legislazione razziale varata dal governo di Mussolini a partire dal novembre 1938 – spiega - Se l’epilogo delle loro fughe – lungo direttrici opposte, verso la neutrale Svizzera per i Friedmann, in direzione del Regno del Sud per i Sonnino – non fu tragico quanto il destino di molte vittime della Shoah, lo si deve all’audacia e alla determinazione che mostrarono e anche alla buona sorte. Il fine di escludere i sudditi di razza ebraica dalla vita politica, culturale ed economica dell’Italia, fino alle estreme conseguenze, fu infatti perseguito con scrupolo e costanza dagli apparati periferici dello Stato, assuefatti ad eseguire senza discussione gli ordini impartiti a livello centrale dell’amministrazione».
Un altro esempio di discriminazione razziale riportato dal relatore riguarda la difficile condizione, meno nota, delle donne italiane considerate ‘nemiche in patria’ perché coniugate con stranieri. «In questo caso risulta esemplare il caso di Savina Bogni, anch’ella vittima di quelle leggi inique, che risultano ancor oggi odiose e che allontanarono l’Italia dal novero delle democrazie occidentali», precisa il relatore.
Profondo studioso della storia economica e industriale dell’Alto Milanese, a cui ha dedicato numerose pubblicazioni, Giuseppe Nigro nel corso di quest’anno ha presieduto il Comitato Provinciale che ha promosso in varie occasioni la commemorazione della figura di Giacomo Matteotti nel centenario del suo assassinio.