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Ciclismo | 04 ottobre 2024, 14:39

Oldani, la passione al potere: «La Tre Valli è più grande di noi. È un mezzo di promozione territoriale, non il fine»

Il patron delle Binda apre il suo grande cuore alla vigilia della 103ª Tre Valli Varesine, un "mondiale" con ricadute turistiche e di visibilità enormi per il territorio: «Vince l'aspetto umano e delle relazioni, anche con i corridori. Il ciclismo occupa le strade? No, gli alberghi per un anno. Questa ha smesso di essere "solo" una corsa dopo il Mondiale varesino del 2008: prima in città non si era mai sentito parlare straniero. L'emozione più grande: l'abbraccio dei miei figli alla vittoria di Pogacar e il boato di via Sacco per Nibali. Facciamo squadra con la gente e le istituzioni, ma manca un ultimo tassello»

Renzo Oldani patron della Binda e papà della Tre Valli

Renzo Oldani patron della Binda e papà della Tre Valli

Come può resistere la passione e un sentimento di umanità diffusa e condivisa al potere, anche quando il "potere" deve mettere d'accordo i migliori corridori al mondo, le istituzioni, i sostenitori, le tv e, non ultimo ma per primo, il territorio? Basta chiedere a Renzo Oldani, l'uomo capace di abbattere qualunque muro con un sorriso e una parola giusta: a lui è impossibile dire "no" perché, prima di chiedere, dà. Tutto se stesso, tutta la sua ricchezza d'animo, tutta la sua capacità di fare convergere persone e strade che altrimenti prenderebbero vie diverse. Con il patron della Binda abbiamo vissuto la vigilia di un evento sempre più coinvolgente e duraturo che per parecchi giorni trasforma Varese, Busto e la provincia nella capitale mondiale del ciclismo. Di più: la 103ª Tre Valli Varesine è ormai un "mondiale" dopo il Mondiale, visto il campo partenti e lo spessore tecnico della prova, ma anche una corsa a tappe dove la carovana arriva prima dei corridori e se ne va molto dopo. 

Renzo Oldani, è la Tre Valli più bella di sempre?
È la Tre Valli in cui la Binda porta a Varese il top del top del ciclismo per una gara stratosferica che è fatta solo di tanti "più": più squadre, più corridori, più tutto, basti pensare alle tremila persone sul percorso per la Gran Fondo e la Gravel. Lo dico con un sorriso: siamo in "competizione" con l'ultimo Mondiale di Zurigo perché schieriamo anche Roglic, che là non c'era, oltre a Pogacar ed Evenepoel. La macchina organizzativa è ormai così imponente che, paradossalmente, servirebbe una struttura ben più grande di quella della Binda che, però, mette alla base passione ed entusiasmo. Senza di quelle, non si fa niente. Ecco, in un titolo scriverei: "La Tre Valli è più grande di noi".

Come fate a convincere i migliori corridori al mondo?
Creare relazioni a livello nazionale e internazionale e mettere credibilità sul tavolo di squadre e corridori sono gli aspetti fondamentali. Non bisogna mai stare fermi, ma essere presenti nei punti giusti al momento giusto. Poi c'è l'aiuto essenziale della Rai che produce interamente l'evento con mezzi e capacità tecniche mondiali: quest'anno avremo 6 ore di diretta televisiva, le ultime 3 su Rai 2 a partire dalle 14.

L'aspetto che gratifica di più Oldani qual è?
Quello umano. Gli sponsor ci sono perché credono nella Tre Valli ma, ancor prima, perché si è instaurato un feeling e un collante fatto di passione e amicizia. L'empatia e il piacere di stare assieme fanno la differenza prima delle cifre economiche e anche a livello internazionale questa corsa riesca a farsi voler bene perché trasmette il piacere, ancor prima che il dovere, di esserci. Poi c'è, ovviamente, un discorso tecnico: le squadre scelgono la Tre Valli perché è il trampolino ideale per il Giro di Lombardia. Ma anche questa fortuna non è caduta dal cielo e ce la siamo cercata.

Cambia il percorso: come?
È più tecnico e leggermente più duro e frizzante sul finale perché c'è la salita delle Cinque Piante, da Groppello e Oltrona verso Barasso: se parte qualcuno lo vedi - perché è laggiù - ma non lo vedi perché è più lontano di quello che può sembrare in prospettiva. È comunque il territorio a darci una grande mano: qui caschi sempre in piedi.

Se prima con la "Tre Valli" si scherzava, adesso non si scherza più vista la ricaduta turistica lasciata dal ciclismo sul territorio durante l'anno: l'hanno davvero capito tutti? 
Cittadini, istituzioni, imprenditori e forze dell'ordine sì: hanno capito cosa rappresenta la Tre Valli per il territorio e fanno sempre uno sforzo in più, ma abbiamo una difficoltà dal punto di vista alberghiero. Sarebbe bello se anche a questo livello si fosse consapevoli di come il ciclismo porti appassionati e turisti sul nostro territorio tutto l'anno, soprattutto nelle strutture alberghiere... Al Tour de France o alla Maratona delle Dolomiti gli organizzatori non pagano in anticipo o di più come a volte capita di dover fare a noi. Siamo una grande squadra a cui manca l'ultimo tassello per essere davvero al completo.  

Il momento personale più emozionante di una Tre Valli qual è stato?
(Renzo qui si commuove) Al Mondiale del 2008 ho vissuto situazioni di tremendo stress tanto che a un certo punto ho cercato sul traguardo i miei figli Emanuele e Lorenzo per abbracciarli perché dovevo aggrapparmi a qualcuno. Quando Pogacar ha vinto la Tre Valli 2022, sono invece stati loro a cercarmi e a fare lo stesso con me, restituendomi qualcosa, non so se un'emozione o un grazie: a distanza di 14 anni, dentro di me in quel momento è come se si fosse chiuso un cerchio. 

L'arrivo che rimane dentro più di altri?
Il boato che accolse Nibali in via Sacco nel 2015, dopo la fucilata e l'assolo finali: sembrava che quel tuono arrivasse dal cuore della gente. Confesserò una cosa: tante volte, nella trance in cui vivo le mille strade e i mille risvolti della Tre Valli nel giorno della corsa, mi è capitato di non sapere chi avesse vinto anche dopo l'arrivo dei corridori. 

Vedere quell'arrivo di via Sacco riempirsi di gente, anno dopo anno, quando prima ce n'era ben poca che sensazione le provoca?
Mi fa battere il cuore e mi riempie di responsabilità: in quei momenti "vedi e non vedi" ma percepisci il peso di non poter tradire questa terra e la sua gente. 

Il "villaggio" ai Giardini Estensi, che ospiteranno uno spettacolo teatrale sabato sera oltre a Moser, protagonista alle 16 in Salone Estense: quando la Tre Valli ha smesso di essere solo una corsa?
C'è un "prima" e c'è un "dopo". Prima del Mondiale varesino non si sentiva parlare straniero e la Tre Valli faceva sport e cultura "inconsapevolmente", dopo è stato tutto un po' più consapevole. A chi dice che il ciclismo occupa le strade o chiude la città per un giorno, io rispondo che, in realtà, occupa gli alberghi e le attività di Varese tutto l'anno. E porta qui dall'estero imprenditori di altissimo livello, magari nascosti a pedalare in mezzo al gruppo (ce ne sono due che valgono il Pil dell'Italia), che poi qui forse decideranno anche di investire. A chi ci sostiene non ho mai chiesto "quanto ci dai?", ma ho sempre detto: "Alla Tre Valli e nella nostra terra si sta bene, vieni a provare": poi le cose arrivano da sole. Noi vendiamo passione mettendoci il cuore... altrimenti la Tre Valli sarebbe solo una bella corsa come ce ne sono altre.

E, invece, cos'è la Tre Valli?
Un mezzo di promozione territoriale, non un fine.

Andrea Confalonieri - Fabio Gandini

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