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Busto Arsizio | 04 ottobre 2024, 21:31

VIDEO. Busto e le 100 ciminiere. Non per nostalgia, ma per coltivare nuovi sogni

La mostra inaugurata al Museo del Tessile conduce nei tempi e pone anche uno stimolo: quello di valorizzare le aree un tempo cuore della produzione. Ecco cosa ci racconta questo lavoro di un gruppo di architetti, amiche nel nome della storia

VIDEO. Busto e le 100 ciminiere. Non per nostalgia, ma per coltivare nuovi sogni

I muri e i volti, i macchinari e le famiglie: colori e rumori che sembrano animarsi nella mostra "Fabbriche e memoria. Dall'Olona all'Adda. Busto Arsizio la città delle Cento Ciminiere", aperta venerdì 4 ottobre nelle sale gemelle del Museo del Tessile (aperta fino al 17 ottobre) L'ex Cotonificio Bustese, immerso nella sua seconda esistenza. E già questo è un indizio di cosa trasmetta questa iniziativa, nata dalla passione di un gruppo di architetti, amiche che coltivano l'amore per la storia.

Non nostalgia, ma rispetto del passato, che spinge a guardare avanti. A coltivare anche nuovi sogni. Uno è senz'altro quello che si è realizzato con questa mostra di storia e archeologia industriale per Renata Castelli, Antonella Checchi, Graziella Clementi e Luisa Pagani, con un focus sulle principali aziende storiche del territorio e un collegamento con il sito Unesco di Crespi d’Adda (dalle radici bustocche, ricordate anche dal santuario che omaggia Santa Maria). Accanto a loro durante l'inaugurazione l'assessore Manuela Maffioli, il conservatore museale Erica Montedoro, la presidente dell'Ordine degli architetti Elena Brusa Pasquè e il presidente dell'associazione Ttsll (Testimonianze tecnico storiche del lavoro legnanese) Giovanni Cattaneo.

La mostra era già stata a Castellanza, Villa Pomini (presente l'assessore Davide Tarlazzi), ma qui è stata riproposta con ulteriore impronta bustocca. Le cento ciminiere, già: come si fa a non provare un po' di magone nel (ri)vedere l'industria fiorire e cogliere lontano il moto perpetuo dei telai ma non solo, dalle case alle fabbriche? 

Eppure non ci si può fermare qui. La storia resta ed è nelle nostre mani poterle dare seguito in diverse forme: ad esempio, con nuovi progetti che rivalutino quelle mura, dai Molini Marzoli da tempo rinati in nuova funzione al Macello Civico che ora trova una nuova chance con il Pnrr. O l'ex Calzaturificio Borri, che lotta per afferrarla (LEGGI QUI E QUI).

«Una mostra desiderata tantissimo - ha rimarcato Maffioli - frutto di un immane lavoro, un viaggio nel passato» che però va ad ancorarsi al presente, «la coscienza di ciò che è stato per guardare al futuro... con entusiasmo e speranza». Busto ci crede e ha dato vita al Miva, quella rete di musei industriali che vogliono tracciare una via capace di richiamare questo tipo di turisti, sempre più numerosi. In questo fondamentale il sostegno degli imprenditori tessili, anche oggi, ha ricordato sempre Maffioli.

L'ingegno di allora, le sfide affrontate e vinte, dagli imprenditori ma anche da tutti coloro che davano le loro energie in fabbrica, sono dipinti su questi pannelli come quelle pagine che vanno gustate, mentalmente sottolineate, riprese, forse per ritrovarsi un po'.  

La Valle Olona e il fiume, Busto e la ferrovia (come Saronno): ciascun territorio ha cercato di cogliere ciò che la natura o l'uomo ha tracciato per lo sviluppo. Da qui storie che si intrecciano e che fanno viaggiare attraverso i tempi.

Certo, pongono anche un'importante, nuova sfida: non si può salvare tutto, ma si può valorizzare parte di questo patrimonio. La presidente dell'Ordine degli architetti di Varese Elena Brusa Pasquè ha ribadito come questa «documentazione sia fondamentale per la conoscenza del genius loci» e occorra valorizzare simili testimonianze. Auspicando anche una sede definitiva per i pannelli, che intanto si possono osservare e meditare fino al 17 ottobre. 

 

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INFO

Museo del Tessile, Sale Gemelle
 
APERTURA 5 - 17 ottobre 2024
Orari:
da Martedì a Giovedì 14.30 – 18.00
Venerdì 9.30 – 13.00 e 14.30 – 18.00
Sabato 14.30 – 18.30
Domenica 15.00 – 18.30.

Marilena Lualdi

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