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Eventi | 01 ottobre 2024, 19:06

Anche la vendemmia 2024 conferma la crescita dei vini varesini: «Buona raccolta nonostante la pioggia»

Tra le etichette di punta il Nebbiolo di Azzate, tra le conferme il Prime Nebbie di Angera. La sorpresa? Il Tràm di Viggiù. «E' ora che il movimento vitivinicolo della provincia di Varese pensi a crescere puntando su una Denominazione di Origine Protetta, perché l'Igt comincia a stare stretta» sottolinea Bruno Bottazzi imprenditore dell'omonima enoteca di Besozzo

Anche la vendemmia 2024 conferma la crescita dei vini varesini: «Buona raccolta nonostante la pioggia»

E' in crescita il vino prodotto in provincia di Varese, sia in qualità che in quantità, ed è forse arrivato il momento di iniziare a pensare più in grande. 

«La vendemmia 2024 è stata discreta nonostante tanta pioggia che per fortuna non ha portato malattie alle viti - sottolinea Bruno Bottazzi imprenditore dell'omonima enoteca di Besozzo - chi non ha avuto grandine ha raccolto bene e anche con le tempistiche siamo rientrati nella norma dopo le precedenti annate ed estati segnate dal grande caldo».

Le basi insomma e non solo quest'anno sono buone, i vini prodotti in provincia di Varese possono ambire ad uscire dalla nicchia. 

«Sul nostro territorio c'è fermento per usare un termine più che mai consono al contesto - prosegue Bottazzi - le aziende del settore storiche come Cascina Piano ad Angera, la Cascina Ronchetto di Morazzone, la Tenuta Tovaglieri di Golasecca, l'azienda Laghi d'Insubria di Albizzate, la Torre San Quirico di Azzate, la Ca' dell'Orsa di Viggiù sono tutte realtà che stanno lavorando e producendo molto bene».

Quali sono le etichette da seguire e tenere d'occhio in provincia di Varese? Quali conferme e invece quali sorprese da questa vendemmia?

«Sta facendo molto parlare di sé il Nebbiolo di Azzate - commenta l'imprenditore besozzese - un'altra gradita conferma è il Prime Nebbie di Cascina Piano. Tra le sorprese da tenere d'occhio direi il Tram il bianco fermo prodotto in Valceresio da Ca' dell'Orsa». 

Insomma le basi il movimento vitivinicolo varesino le ha messe ed è forse venuto il momento di guardare al futuro. «Non c'è dubbio che in questi anni il territorio abbia fatto dei progressi importanti nella produzione di vini - sottolinea Bottazzi - sarebbe il momento giusto di iniziare a pensare di superare l'Igt (acronimo di indicazione geografica tipica) per puntare su una Dop (denominazione di origine protetta) che aiuterebbe tutto il movimento a crescere introducendo un disciplinare e paletti precisi nella produzione, come accaduto in altri territori».

Matteo Fontana

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