Parlare di tessile con professionisti e docenti universitari in un contesto di un museo nato per valorizzare questo settore, fondamentale per l’economia del territorio e per di più della sua cultura che affonda le radici nel passato e si proietta verso il futuro. Oggi pomeriggio il museo del Tessile ha ospitato un importante convegno che, partendo dal progetto Nodes, è andato a sviscerare alcuni concetti chiave come sostenibilità, transizione digitale, interdisciplinarità, innovazione.
Tanti gli interventi che si sono succeduti nella sala conferenze, alla presenza del sindaco Emanuele Antonelli e della vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli. Il primo cittadino ha accolto gli ospiti rivalutando la cultura del tessile nel territorio: «Interessante il titolo che va a ricalcare come il tessile si sia sviluppato nel passato e si proietti verso il futuro – ha ribadito – Le nostre imprese sono al passo con i tempi e sono inserite in un mercato che investe sulla tecnologia e la digitalizzazione. Tema prioritario resta la sostenibilità. Compito dell’amministrazione è quello di salvaguardare questo patrimonio anche con la collaborazione e il lavoro di rete».
Anche il prof Mauro Fasano, ordinario di biochimica e delegato del rettore per l’innovazione e il trasferimento tecnologico ha chiarito come Nodes sia un progetto volto alla sostenibilità e alla transizione digitale. «L’università – ha chiarito – è il motore primo dell’innovazione che trasferisce la ricerca nelle imprese. Nodes coinvolge la Valle d’Aosta, il Piemonte e in Lombardia le province di Como, Varese e Pavia. Due gli spoke che ci riguardano: il 3 che punta sull’industria del turismo e della cultura, il 2 sull’industria verde e sostenibile».
Ha puntato sull’interdisciplinarietà del progetto Barbara Pozzo, ordinaria di diritto privato comparato e responsabile scientifico Spoke 3 del progetto Nodes: un progetto che coinvolge giuristi, economisti e storici dell’arte.
Il presidente del gruppo merceologico “Tessile e abbigliamento” Giuseppe Tronconi ha invece rimarcato il ruolo primario delle industrie del settore proiettate al futuro, all’innovazione, la sostenibilità e la sperimentazione dell’intelligenza artificiale.
Chiara Cappellini, dell’università degli studi dell’Insubria ha snocciolato numeri: 112 milioni di euro per il progetto, 30 milioni già spesi, 15 i programmi di ricerca, 205 i mesi di lavoro, 80 i programmi di formazione, 314 i progetti per le imprese del territorio, 61 i progetti di ricerca innovativa, 24 i dottorati industriali.
Parola poi alla prof Valentina Jacometti dell’Insubria che ha illustrato i progetti bandiera: uno per la riqualificazione di luoghi storici, tramite le tecnologie della realtà virtuale e aumentata, l’altro per la definizione di nuove proposte turistiche che esprimono l’eccellenza territoriale, le soluzioni innovative, tramite l’utilizzo di tecnologie digitali.
Altri interventi fino a sera sono andati a toccare altri temi interessanti come il “Valore dagli scarti industriali”, ritratti di benefattori nel Varesotto e nel Comasco, lavoro e creatività al femminile nell’industria della seta, realtà aumentata, certificazioni ambientali e impatti sulle performance delle imprese e l’archivio del tessile come fonte di narrazione.