Politica - 24 settembre 2024, 13:10

Binaghi: «Dispiaciuto umanamente per gli addii di Gelmini e Versace. Ma il progetto di Azione continua»

Il segretario provinciale del partito si dice rammaricato per l’abbandono delle due parlamentari: «Le conosco personalmente e le avevo coinvolte in diverse iniziative sul territorio varesino». Ora auspica un «congresso contendibile», rinnovando però la stima per Calenda

Franco Binaghi, segretario provinciale di Azione a Varese, gli addii – tra gli altri – di Gelmini, Carfagna e Versace hanno reso la situazione complessa per il partito. Qual è il suo punto di vista?
«Indubbiamente questi addii hanno reso la situazione più difficile. Soprattutto come peso parlamentare, non penso tanto come piano elettorale, tant’è che gli ultimi sondaggi ci danno più alti che alle europee. Sul piano umano mi è dispiaciuto molto per Versace e Gelmini, che conosco personalmente».

Le aveva anche coinvolte sul territorio.
«Esattamente. Abbiamo fatto parecchie iniziative insieme e mi è dispiaciuto molto. Sul piano politico trovo molto debole il loro discorso secondo cui ci “confondiamo” col campo largo. Calenda, tenendo la barra ferma, ha detto di andare avanti come Azione, tenendo la linea al centro e appoggiando di volta in volta i candidati in base a programmi e opinione del partito locale. Ad esempio in Liguria, che è stato un po’ il casus belli con Versace e Gelmini, il partito locale era all’opposizione di Toti e nel Comune di Genova. Coerentemente, adesso che si va al voto per la Regione, appoggia il candidato dell’opposizione Orlando, che ha accolto nel programma i punti fermi richiesti da Azione. È chiaro che, stando all’opposizione, in questo momento è più lineare e coerente fare accordi col Pd piuttosto che con Fratelli d’Italia. Ma su temi come il garantismo, ad esempio, ci siamo schierati con le scelte fatte da Fratelli d’Italia e Forza Italia».

Il progetto di Azione è fallito?
«No, il movimento è in piedi, anche guardando i sondaggi (La7 ci dà al 3,7 per cento). Ma soprattutto c’è una storia, non è un partito nato semplicemente sulle ali dell’iniziativa di Calenda. Nella storia d’Italia, dal Partito d’Azione di mazziniana memoria al Partito Repubblicano lamalfiano e spadoliniano, c’è quest’area liberal-riformista. Non è un’area “di massa” come consenso, ma è storica, fin dalla Resistenza. Il movimento si rifà a un pezzo della storia d’Italia. Il progetto c’è e va avanti. Certo, va sulle gambe degli elettori ed è importante riuscire ad avere il sostegno da parte del corpo elettorale».

La leadership di Calenda va messa in discussione?
«Personalmente sono perché si vada a un congresso nazionale. E credo che anche movimenti come il Partito Repubblicano, Nos di Tommasi, i liberalsocialisti che erano con noi alle europee dovrebbero entrare – se lo ritengono – in Azione, il cui simbolo deve essere un riferimento. Ci deve quindi essere un congresso contendibile. E sono tra quelli che ritengono che il nome del leader non vada messo nel logo del partito, che non deve essere legato a un’unica persona, anche se oggi la comunicazione politica è molto personalizzata».

E su Calenda, nello specifico?
«Io apprezzo il suo lavoro, soprattutto per i contenuti. È molto coerente, informato e ha una linea in politica estera, politica economica e sul tema della sanità che mi piace molto».

Come si ripercuote questa situazione sul nostro territorio?
«Adesso abbiamo fatto un accordo per le elezioni provinciali con il mondo del civismo, con Forza Italia e con Italia Viva, dando vita al progetto La Provincia al Centro. Stiamo dialogando soprattutto con queste forze. È certo che se hai maggior peso nazionale, anche a livello locale hai più possibilità di avere un ruolo e far passare i tuoi contenuti».

Anche qui, peraltro, c’erano stati degli scossoni, con le dimissioni ravvicinate dei segretari Marin e Senaldi e, più di recente, l’uscita di Coletto.
«Quello di Marin e Senaldi è un discorso di quasi tre anni fa, quando personalmente non ero neanche iscritto. Non è più nel dibattito. Coletto era stato candidato a Varese, ma si era già defilato. Quindi sul piano operativo le cose non sono cambiate. Quello che è successo a livello nazionale, invece, ha qualche ripercussione, ma andremo avanti, abbiamo altre figure nel partito. Che, come ho detto, non è un movimento nato “così”, ma c’è un filone politico-culturale che prosegue.

Riccardo Canetta


SPECIALE POLITICA
Vuoi rimanere informato sulle notizie di politica e dire la tua?
Iscriviti al nostro servizio gratuito! Ecco come fare:
- aggiungere alla lista di contatti WhatsApp il numero 0039 340 4631748
- inviare un messaggio con il testo POLITICA VARESENOI
- la doppia spunta conferma la ricezione della richiesta.
I messaggi saranno inviati in modalità broadcast, quindi nessun iscritto potrà vedere i contatti altrui, il vostro anonimato è garantito rispetto a chiunque altro.
VareseNoi.it li utilizzerà solo per le finalità di questo servizio e non li condividerà con nessun altro.
Per disattivare il servizio, basta inviare in qualunque momento un messaggio WhatsApp con testo STOP POLITICA VARESENOI sempre al numero 0039 340 4631748.