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Economia | 11 settembre 2024, 12:37

Gavirate, giovedì sciopero e presidio dei lavoratori della Ilma Plastica

«Una protesta che segue la mancata volontà da parte dell'amministrare unico dell'azienda di richiedere una cassa integrazione per tutelare il salario dei dipendenti in caso di sospensione a fronte della sentenza di fallimento» spiega in una nota Davide Maragna della Filctem Cgil

Gavirate, giovedì sciopero e presidio dei lavoratori della Ilma Plastica

Sciopero e presidio giovedì 12 settembre per i lavoratori della Ilma Plastica di Gavirate. 

«Decisione presa a seguito della mancata volontà da parte dell’amministratore unico della ILMA Plastica di richiedere una cassa integrazione per avere la possibilità di tutelare il salario dei lavoratori in caso di sospensione a fronte della sentenza di fallimento» spiegano in una nota le Rsu e Davide Maragna della Filctem Cgil. 

Il presidio si terrà davanti al piazzale dell'azienda dalle 13 alle 15 «per manifestare il dissenso verso questa gestione scriteriata dell'azienda» si legge nel volantino dei sindacati. 

Di seguito il comunicato stampa della Filctem Cgil:

La FILCTEM-CGIL di Varese, in accordo con la RSU aziendale, ha indetto uno sciopero di 2 ore per giovedì 12 settembre 2024, con un presidio davanti agli stabilimenti della ILMA Plastica di Gavirate, Via Alioli e Sassi, 1 dalle ore 13:00 alle ore 15:00. L’iniziativa è stata proclamata a causa della gestione discutibile dell’azienda nei confronti dei suoi lavoratori, in un contesto di grave crisi aziendale.

La crisi di ILMA Plastica: Concordato fallito e incertezza sul futuro

Un anno fa, la famiglia proprietaria dell'azienda, la famiglia ha aperto un concordato preventivo un paio di mesi dopo aver concluso un accordo di licenziamento collettivo volontario con la FILCTEM-CGIL e la RSU aziendale. Questa mossa ha avuto conseguenze gravi per i lavoratori: il concordato ha congelato le buonuscite che erano state pattuite per chi aveva aderito volontariamente alla mobilità. Di conseguenza, molti lavoratori sono stati licenziati senza ricevere le somme concordate, trovandosi senza retribuzione e senza garanzie economiche. Successivamente, un secondo tentativo di concordato è stato rigettato dal tribunale, portando a una situazione di incertezza ancora più profonda. Nel frattempo, un fornitore ha avanzato un’ingiunzione, obbligando ILMA Plastica a richiedere una procedura liquidatoria. Ad oggi, il tribunale sta verificando le condizioni per l’eventuale apertura dell’esercizio provvisorio. 

Per i lavoratori alto rischio di gravi conseguenze

Prima dell’estate, la FILCTEM-CGIL e la RSU di ILMA Plastica hanno più volte sollecitato l'attuale amministratore unico a richiedere una cassa integrazione straordinaria per fornire sostegno economico ai lavoratori. Tuttavia, queste richieste sono state ignorate. La mancata apertura della cassa integrazione straordinaria ha conseguenze gravissime: i lavoratori, che per flessione del lavoro potrebbero stare a casa, si trovano senza alcuna forma di ammortizzatore sociale. Nel caso in cui il tribunale dovesse decidere per la chiusura definitiva dell'azienda, i dipendenti saranno sospesi dal lavoro come previsto dal nuovo Codice della Crisi d'Impresa, dunque senza salario e senza contributi versati. In questa situazione, la mancata attivazione della cassa integrazione straordinaria comporta la perdita della possibilità di garantire ai lavoratori un minimo di salario e contributi coperti.

La FILCTEM-CGIL sottolinea che non è possibile accettare che i lavoratori rimangano senza retribuzione e senza tutele in un contesto tanto delicato, soprattutto quando c’è ancora oggi la possibilità di attivare un meccanismo di protezione come la cassa integrazione straordinaria, senza alcun rischio per nessuno neanche per l’amministratore unico attuale.

Una gestione aziendale discutibile

La FILCTEM-CGIL denuncia il comportamento dell’amministratore unico, per non aver preso in considerazione l’apertura della cassa integrazione straordinaria, aggravando ulteriormente la situazione dei lavoratori. Inoltre, si critica fortemente la gestione opaca della famiglia proprietaria precedente, che, dopo aver concluso la procedura di licenziamento collettivo volontario, ha aperto il primo concordato, congelando di fatto le buonuscite. I lavoratori che avevano aderito al licenziamento collettivo si sono ritrovati licenziati senza ricevere i soldi concordati, creando una situazione di grave incertezza economica. La chiusura di ILMA Plastica, leader nella produzione di accessori per l’automotive, avrebbe ripercussioni devastanti non solo per i lavoratori, ma per l'intero indotto dell’automotive, coinvolgendo fornitori e clienti legati all’azienda.  

Appello al Tribunale

La FILCTEM-CGIL di Varese esorta il Tribunale a considerare tutte le opzioni possibili per evitare la chiusura definitiva di ILMA Plastica, sarebbe un ulteriore grave perdita per il nostro territorio e chiediamo di valutare l’apertura dell’esercizio provvisorio. Questa soluzione permetterebbe di salvaguardare almeno parte dei posti di lavoro e garantire un reddito ai lavoratori, limitando al contempo l’impatto negativo sull’indotto dell’automotive.

Invito alla cittadinanza

Vista la delicata situazione in cui versa ILMA Plastica e le gravi conseguenze che questa crisi potrebbe avere non solo sui lavoratori dell’azienda, ma su tutto il territorio, la FILCTEM-CGIL di Varese invita tutta la cittadinanza a partecipare al presidio del 12 settembre 2024 dalle ore 13:00 alle ore 15:00, per manifestare solidarietà ai lavoratori e supportare la lotta per la difesa dei posti di lavoro e dei diritti. 

 

Redazione

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