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Busto Arsizio | 11 settembre 2024, 12:54

VIDEO. Dammi il cinque. La sfida del teatro parrocchiale: «Così vogliamo raccontare che vivere è ricominciare sempre»

Al San Giovanni Bosco di Busto Arsizio sono cresciuti spettacoli e proposte. Teatro, rappresentazioni per bimbi e famiglie, cabaret, cinema e cineforum: «Con un plauso al volontariato, che rimane una grazia»

VIDEO. Dammi il cinque. La sfida del teatro parrocchiale: «Così vogliamo raccontare che vivere è ricominciare sempre»

Dammi il cinque. Si riparte al teatro San Giovanni Bosco di Busto Arsizio, con questo numero di vie esplorative dell’arte e un titolo, come di consueto: la stagione sarà nel segno di “Vivere è ricominciare sempre”. Un’iniezione di speranza (citazione di Cesare Pavese) e messaggio caro a Papa Francesco, ha sottolineato il parroco don Antonio Corvi aprendo la presentazione del, anzi dei cartelloni. Direttore artistico è Claudio Fantinati.

«Una scommessa per dare qualità al nostro territorio e alla proposta della parrocchia, che vuole toccare tutti gli ambiti di vita. La vita viene toccata magistralmente da questa nobilissima arte e mi piace far passare contenuti» ha spiegato il sacerdote, ringraziando anche l’amministrazione comunale per i contributi.

«Ritengo che anche sulla scia di quanto ha detto don Antonio la poliedricità, il moltiplicarsi di questa offerta culturale sia una grande offerta per il quartiere e per tutta la città, fortunata per le sue otto sale» ha confermato la vicesindaco Manuela Maffioli, ribadendo la sinergia tra i teatri cittadini. E aggiungendo, prima di un appello ai cittadini perché vengano nelle sale: «Le parrocchie poi danno il soffio vitale a questi spazi, ma il ringraziamento è anche a tutti i volontari e gli operatori culturali».

Per il Teatro dei Bambini (domenica 20 ottobre si parte con “Il gatto con gli stivali”), la parola a Giorgio Rizzi: «È stato un crescendo e abbiamo inserito le scolastiche, con spettacoli il lunedì mattina, oltre ad essere cresciuti da cinque a nove, con diverse compagnie. Abbiamo voluto che fosse aggiunto a "teatro dei bambini" anche “per famiglie”, perché lo spettacolo ha diversi piani di lettura e si passa un pomeriggio con i figli vedendo qualcosa di sano e positivo».  

Avanti quindi il cabaret, per qualche sorriso intelligente: «Ho conosciuto il vulcanico don Antonio – ha raccontato Margherita Antonelli – Saper ridere è saper vivere, saper vivere è saper capire. E questo titolo geniale “Da che pulpito-Risate tutti i santi giorni”. In ogni repertorio abbiamo scelto di puntare su temi particolari, come il lavoro, nel primo spettacolo con Alessandra Ierse e Stefano Chiodaroli il 17 gennaio».

Per la rassegna teatrale è un bis per Laura Negretti: «Partiamo con uno spettacolo molto importante, un debutto nazionale, che tocca un tema a me caro, “Plasticamare”, una rilettura de “Il vecchio e il mare” di Hemingway in chiave sostenibile, l’11 ottobre». Uno spettacolo che nasce e si sviluppa qui. Per poi proseguire con il mito di Antigone riletto in modo moderno. Da notare il 14 febbraio la serata dedicata alla regina dei romanzi d’amore italiana, Liala. Il 7 marzo un cavallo di battaglia “Barbablù”, con un messaggio contro la violenza sulle donne e si chiude con “No non è la gelosia”.

La cinerassegna è stata presentata da Andrea Mirto, per il secondo anno si aggiunge alla proposta storica del cineforum di questa parrocchia: «Anche qui si sale da cinque proposte a nove, raccontano storie diversissime accomunate dalla vita come possibilità di ricominciare. Si parte da “Io capitano” il 15 ottobre. Nel tris iniziale “The Old Oak” e “Perfect Days” di Wenders. Non mancherà “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, ad aprire la parte dedicata alle donne il 24 gennaio e le ultime tre pellicole riguarderà uomini che riscoprono la bellezza della vita. L’introduzione e il dialogo caratterizzeranno inizio e fine della serata.

Infine il cineforum che parte il 15 ottobre con “La zona d’interesse”: con un applauso finale a tutti i volontari che rendono possibile questa stagione made in Sant’Edoardo. «Il volontariato rimane una grazia, una bellezza da vedere» ha concluso don Antonio. È stata cambiata la macchina da presa e per ora niente abbonamenti, se non per cineforum, ma prezzi accessibili perché il teatro deve chiamare tutti.  

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Ma. Lu.

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