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Scuola | 10 settembre 2024, 17:51

Si riaprono le aule, il saluto del Comune: «Ragazzi, a scuola si realizzano i sogni. Genitori, ci siamo»

Intervista a Rossella Dimaggio, assessora ai Servizi Educativi del Comune di Varese. Le novità: «Aumenteremo sia il prescuola che il dopo scuola e introdurremo prodotti a km 0 nelle mense». I cellulari: «Divieto difficile, bisogna rimodulare l'impatto educativi». Le richiesta a Valditara: «Tempo scolastico più lungo e di qualità e maggior sostegno nella gestione degli studenti con disabilità»

Si riaprono le aule, il saluto del Comune: «Ragazzi, a scuola si realizzano i sogni. Genitori, ci siamo»

Mancano ormai poche ore al suono della prima campanella che segnerà l'inizio del nuovo anno scolastico. Giovedì 12 settembre torneranno sui banchi delle scuole elementari e medie varesine 4667 studenti, mentre saranno 166 i bambini nelle tre scuole dell'infanzia statali. Nelle materne e nidi comunali ci saranno rispettivamente 404 e 226 piccoli.

Diverse le novità in programma nel mondo scolastico varesino: l'assessora ai Servizi Educativi Rossella Dimaggio svela progetti, pareri e cambiamenti di quest'anno.

Quali sono le novità più significative rispetto all'anno scorso?

«Riguardano i servizi. Abbiamo individuato alcune scuole, ossia Pascoli, Mazzini e Baracca, dove attuare una sperimentazione: il prescuola inizierà alle ore 7.30 e il post scuola terminerà alle ore 18. Dietro c'è un impegno organizzativo ed economico e vedremo se funzionerà».

Ogni anno le richieste per usufruire dei servizi scolastici aumentano, come testimoniano i numeri: in totale, gli iscritti al prescuola, come dichiarato dall'assessore, sono 125, mentre 763 al doposcuola e 241 alla refezione giornaliera, ovvero la possibilità di usufruire del servizio mensa solo quando se ne ha bisogno.

«Cambierà, inoltre, la gestione della mensa, ma il costo del buono pasto no, è fermo dal 2016. Saranno introdotti prodotti a chilometri zero e biologici, evitando lo spreco del cibo all'insegna della sostenibilità. La nostra mensa è attenta alla salute dei bambini e si cercherà di dare loro piatti meno elaborati e meno industriali possibili».

Ci sono progetti per quest'anno scolastico a carattere sociale mirati ai giovani?

«Sì, sono progetti che organizziamo in collaborazione con le scuole, l'università e il provveditorato. Il primo partirà a ottobre al liceo delle scienze umane Manzoni dedicato al benessere dei giovani tramite seminari interattivi. Per quanto riguarda il tema della parità di genere, uno è in programma alla scuola materna Trolli, alla media Vidoletti e al liceo scientifico Galilei, mentre il secondo al liceo artistico Frattini con un lavoro artistico sulle panchine per sensibilizzare la cittadinanza». 

Ma non è finita qui: «Il 21 settembre ci sarà una festa alla sede dell'associazione Informagiovani, in via Como, dove ci saranno le associazioni giovanili della città con lo scopo di rendere più fruibile il territorio, mentre a breve saranno attivati altri progetti, dopo un'analisi approfondita avvenuta al Tavolo adolescenza dell'assessorati dei servizi sociali, rivolti a ragazzi e ragazze preadolescenti e adolescenti. Sarà sempre disponibile, inoltre, il centro Nai, che mette a disposizione un insegnante per insegnare ai bambini stranieri appena giunti in Italia i primi rudimenti della lingua italiana, così quando entrano in classe sono in grado di comprendere le lezioni. Questo passaggio viene effettuato in collaborazioni con gli insegnanti e le educatrici».

Cosa chiedono i genitori al mondo della scuola? 

«I genitori chiedono di essere supportati e ascoltati. Noi dell'assessorato ci occupiamo dei servizi, ma nel ruolo di assessore ai Servizi Educativi e Persona che ha sempre lavorato nella scuola, dico che il Comune si impegna a fare e rete e a supportare la genitorialità». 

Per quanto riguarda lo stop ai cellulari in classe fino alle scuole medie, cosa ne pensa?

«Ormai è evidente che l'uso del telefono è dannoso ma, se diamo ai bambini lo smartphone a tavola, è difficile poi vietarlo. È necessario rimodulare l'impatto educativo, perché con questi telefoni i bambini vedono il bello e il brutto di questo mondo. Sarebbero fondamentali, quindi, lavori di recupero, specialmente sui più piccoli».

Se dovesse fare una richiesta al Ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara, cosa chiederebbe?

«La prima cosa che mi viene in mente è l'aumento del tempo scolastico, che deve essere di qualità e più lungo. È necessario, inoltre, cambiare la modalità di insegnamento: ormai non funzionano più le lezione frontali, ma servono degli approcci appositi. La seconda cosa che chiederei è maggior sostegno dal Ministero per quanto riguarda la gestione dei bambini con handicap. Siccome le certificazioni aumentano e, per fortuna, sono precoci, le spese sono diventate altissime e presto le amministrazioni imploderanno se non si interviene».

Qual è il messaggio che vuole inviare agli studenti che inizieranno la scuola tra pochi giorni? E ai loro genitori?

«Agli studenti vorrei dire che la scuola è un luogo in cui si possono realizzare i sogni. I ragazzi pensano che il loro futuro è ormai segnato ma, in realtà, è in mano loro. Ai genitori, invece, vorrei dire che possono contare su di noi».

Elisa Petrocelli

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