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Calcio | 06 settembre 2024, 16:15

Il "provocatore" social Cultrera: «Le mie opinioni libere sul calcio spesso ci azzeccano. A chi risponde con le offese replico con ironia e sorrisi»

Animatore di giudizi e infinite discussioni sul pallone, l'ex giocatore e allenatore dilettantistico è un battitore libero che dà fastidio: «Se non la pensi come loro, i leoni da tastiera ti aggrediscono. Il Città di Varese? Ogni anno cambia tutto, così colpisce sempre la traversa. Seguo con interesse Varesina, Solbiatese e Saronno: sono ben strutturate e possono arrivare in alto»

Il "provocatore" social Cultrera: «Le mie opinioni libere sul calcio spesso ci azzeccano. A chi risponde con le offese replico con ironia e sorrisi»

Gufi. Pecore nere. Carristi (su e giù dal carro). Tuttologi. Se non la pensi come loro, dove "loro" sono solitamente i padroni del vapore o del pensiero comune, ogni etichetta è buona per demonizzare a priori un giudizio forte, anticonformista ma sincero. Finché non incontri Francesco Cultrera. Che la pensa a modo suo, esprimendo critiche e opinioni dirette nel dibattito social sul calcio, non solo sul Città di Varese (non chiamatelo Varese, altrimenti si arrabbia), e non fa certo passi indietro di fronte a quelli che definisce "leoni da tastiera". Spesso bastian contrario, a volte additato dai suoi "avversari" come cattivo profeta o invece, come dice lui sottolineando i suoi giudizi avvalorati dai risultati, «buon profeta»: siamo andati a intervistarlo, lasciandogli tutto lo spazio necessario per esprimere in totale libertà le sue idee, sui biancorossi ma non solo. Che non sono certo i giudizi del Palazzo, per quelli c'è già tanto spazio ovunque: sicuramente non gli mancano il coraggio e la capacità di argomentare le sue posizioni, anche quando sono diverse dalle nostre o, perfino, da quelle di tutti gli altri. «Conta la competenza e mi diverto a dire la mia. Anche perché moltissime mie opinioni su squadre e calciatori, prima o poi, si avverano puntualmente».

Dove nasce la passione per il calcio?
Da bambino: ai tempi si giocava nelle piazze e nei cortili, poi iniziai con i tornei all’oratorio. Dopo un provino alla Pro Patria, dove ho fatto tutta la trafila del settore giovanile esordendo poi in prima squadra, ho giocato nel Castelletto Ticino, a Viggiù, Travedona e Luino, che è tuttora il mio grande amore calcistico. Se devo ricordare un bellissimo ricordo di gioventù dico la partecipazione al torneo giovanile Calligaris di Casale Monferrato, davvero una bella esperienza. 

Qualcuno dei suoi ex compagni ha poi esordito nei professionisti?
Ho giocato con Vito de Lorentiis nel Luino, ed in amichevole o nei tornei serali con diversi giocatori che poi hanno giocato in serie superiori. In un'amichevole ricordo di essere stato accanto a dei giovanissimi Tardelli, Capello, Scanziani... Quando parlo di calcio con qualche "vecchia gloria", se mi chiedono perché non sono approdato in altre categorie rispondo sempre alla medesima maniera: non basta avere talento, fisico, e voglia, ci vuole anche altro... Lascio ad ognuno la sua interpretazione. 

Raccontaci della tua esperienza di allenatore.
Ho allenato il Luino in Promozione, Schiannese, Ceresium... Vorrei fare una provocazione... posso?

Prego, è il suo mestiere...
Non ero un allenatore adatto a queste categorie perché non avevo la possibilità di esprimere le mie convinzioni. Anche perché a questi livelli non sempre si hanno a disposizione calciatori con i "piedi intelligenti". A Luino sono stato il primo a giocare a zona con la difesa a 4: a quei tempo poteva certo apparire velleitario, ma poi... Al Ceresium una decina di anni fa applicavo il 3-4-3, modulo all'epoca sconosciuto in quella categoria. Poi puoi avere mille idee, ma se ti mancano i giocatori non vai da nessuna parte.

Ora sei opinionista sui social.
Mi diverto a dire la mia su una materia in cui credo di essere competente. Moltissime mie opinioni su squadre e calciatori, prima o poi, si avverano puntualmente. Direi che ci azzecco spesso. 

Quando leggi una risposta ai tuoi commenti tropo forte che reazione hai?
Non sono le risposte provocatorie che mi danno fastidio, ma quelle offensive dei leoni da tastiera: se non la pensi come loro, ti aggrediscono ma io ho un carattere che mi permette di prendere le cose con la giusta ironia e sinceramente mi piace irritare e prendere per i fondelli questi faciloni o villani. Definiscono me leone da tastiera, ma a perderci il sonno sono loro, e chiamandomi "leone" mi fanno solo un complimento.

Una tua impressione sul calcio nella nostra provincia?
Molto vivo, con alcune società che stanno pian piano cercando di arrivare in alto conquistando i loro obiettivi. Se devo fare nomi, seguo con particolare interesse Varesina, Solbiatese e Saronno, società a mio avviso ben strutturate in tutti i sensi. 

E il Città di Varese?
Sta cercando un suo cammino sul percorso per arrivare nei professionisti. Ma per ora, a mio giudizio, non ha ancora trovato la strada giusta. Cambiano continuamente ogni anno, manca una progettualità. Mi è spiaciuto che sia finito il rapporto con il ds Raineri, un personaggio capace e competente che aveva creato delle buone basi. Ma la società ha preso per l'ennesima volta un'altra direzione cambiando direttore sportivo e allenatore. I nuovi saranno all’altezza di svolgere il loro compito? Vediamo... io ho qualche dubbio a riguardo. La squadra è un po’ troppo stagionata per un campionato in gran parte basato sul ritmo fisico.

Cosa manca per tornare almeno in serie C dopo 9 anni di dilettanti?
Le basi per vincere sono competenza e risorse economiche: senza quelle prendi sempre la traversa. 

Com’è cambiato il calcio attuale rispetto alla tua generazione?
È arrivato il marketing e sono aumentati gli interessi economici. Per il resto in campo è cambiato poco: il 20% dei giocatori è capace di comandare il pallone, il restante 80% serve solo per fare la lista da dare all’arbitro e l’appello negli spogliatoi.

Sei in contatto con qualche allenatore ed ex calciatore varesino?
Certamente: tra i tanti potrei citare Montesano, Ramella, De Lorentiis. Come allenatore ho sempre seguito con interesse Fiorenzo Roncari, personalmente lo ritengo uno dei più bravi, capaci e competenti: avrebbe potuto allenare anche in serie superiori, ma ha sempre fatto un'altra scelta. Magari sarà contento dei miei elogi,  visto che non faccio spesso complimenti agli allenatori.
Ho ancora contatti con presidenti, direttori sportivi e calciatori: mi fanno ogni tanto qualche proposta di rientrare, ma non ho più la velleità di un tempo e sono un poco troppo avanti con l’età. Poi non ho più voglia di combattere in un mondo dove se sei competente dai fastidio e rimani isolato. Non solo non vengono più accettate le critiche, ma si risponde ad esse con mancanza di rispetto. Mi diverto così a fare qualche commento ironico, un poco provocante, ma con il sorriso sulle labbra, che è la mia filosofia di vita. 

Claudio Ferretti


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