Busto Arsizio - 06 settembre 2024, 17:32

Ultimo saluto ad Angelo Prandoni, una vita per la famiglia e la cultura: «Ti lasciamo andare con la leggerezza che ci hai trasmesso in tutta la vita»

Commosso addio, in una chiesa del Sacro Cuore gremita, della moglie, Luciana Ruffinelli, e delle figlie. Ricordata la dedizione alla Famiglia Bustocca, ai Sentieri dell’arte, alla biblioteca di Samarate

C’era il labaro della Famiglia bustocca nei pressi dell’altare e c’era il cappello da alpino insieme alle rose, sulla bara. C’erano, con la moglie Luciana Ruffinelli, ex assessore comunale e regionale, con le figlie e i familiari più stretti, tante persone unite da un dolore profondo quanto composto. Una chiesa del Sacro Cuore gremita ha dato l’ultimo saluto ad Angelo Prandoni, scomparso a 79 anni, un'esistenza spesa per i propri cari, il lavoro, la cultura (vedi, fra l'altro, QUI). Tra i presenti, volti noti della vita pubblica e delle istituzioni: la vicesindaco Manuela Maffioli e l’eurodeputata Isabella Tovaglieri, l’ex assessore Osvaldo Attolini e l’ex senatore e ministro Francesco Speroni.

«Per Angelo – ha sottolineato padre Davide nell’omelia – il bene si è accompagnato al bello dell’indagare le meraviglie dell’umanità. E il bene donato ai suoi familiari ha preso la forma dell’amore e della dedizione […] Ora può godere di tutti i libri del mondo perché è in una pienezza che va al di là della nostra immaginazione».

Commosso il messaggio della moglie e delle figlie, letto dal nipote al termine della cerimonia: «Ti lasciamo andare con la leggerezza che ci hai trasmesso in tutta la vita e in questi ultimi mesi», quelli della malattia. Inevitabili i cenni ai Sentieri dell’arte e alla Famiglia Bustocca («un ideale, un impegno cui tenevi fede»), alla biblioteca di Samarate («fucina di cultura») per la quale è stato figura fondamentale, ai tanti viaggi («ultimamente anche con due bastoni»), alla macchina fotografica («sempre in mano»), strumento prezioso per catturare le immagini di tesori artistici o degli amatissimi nipoti. Infine agli innumerevoli aneddoti, espressione, fino all’ultimo, della voglia di condividere e di strappare un sorriso, con incipit ricorrente: «Vi ho mai raccontato di quella volta che…».

S.T.