Hockey - 31 agosto 2024, 08:34

Bino, la passione al potere: «Cuori gialloneri, quest'anno speriamo di farvi felici. Abbiamo superato assieme la stagione più dura: quella dopo la vittoria»

Intervista al presidente dei Mastini nel giorno della prima amichevole con il Chiavenna (18.30 al palaghiaccio): «Questa è la squadra di emozioni e varesinità, ci piace fare sentire la gente parte di qualcosa di bello. Gli ucraini? Da noi arrivano solo se possiamo salvarli dalla guerra perché questo era il motivo per equipararli agli italiani». Altri innesti? «Solo se ce lo chiederà il coach, altrimenti come faranno Perino o Allevato a giocare e segnare 30 punti?». Sull'allenatore: «La sua non è un'impresa economica ma sportiva e umana». Novità maglie e merchandising, acquistabile anche online

Carlo Bino, la passione giallonera al potere

Una premessa, prima di tutto, che inquadra lo spirito dell'intervista che segue e che è racchiusa nelle parole di Francesco Caielli, giornalista e "mastino" dentro.

«Io credo che i Mastini abbiano fatto qualcosa di difficilissimo e unico, nemmeno i Roosters dopo il ’99 ci erano riusciti - le parole del Caio - Ovvero hanno vissuto nel migliore dei modi “l’anno dopo la vittoria”: ripetersi è impossibile, ma le aspettative sono altissime e il rischio di crollare è altissimo. Ed è successo a tutti, compresa l’Inter del Triplete. L’anno dopo la vittoria è potenzialmente drammatico. Loro sono riusciti a far passare l’idea di percorso. Bravissimi».

«Speriamo di farvi, e di farci, felici»: è l'augurio di Carlo Bino a tutti i Mastini vicini e lontani. A chi arriverà stasera alle 18.30 al palaghiaccio per la prima amichevole contro il Chiavenna, solita squadra da battaglia di Division I (si entra con 6 euro, gli under 10 gratis), a chi «condividerà con noi una lunga stagione alla fine della quale vorremmo che rimanessero solo bei ricordi» e a chi - tifoso, giocatore, sponsor - vede riflesso nel Mastino un miracolo di passione e varesinità fatto da «gente magica che si butta nel fuoco per questi colori».

Dal nuovo coach Gaber GlavicDice quello che pensa e fa quello che dice. Lavora con il cuore, ci mette anima e passione. Ed è l'unico allenatore di questo campionato ad avere vinto l'Alps») alla filosofia con cui è stata costruita la squadra, «che non si tocca perché è forte e completa e perché se i giovani non giocano nelle prime tre linee e se Perino o Allevato non arrivano a segnare 20 punti, chi ci sarà nel futuro del Varese?», il presidente dei Mastini non si tira indietro su nessun argomento. Compresa la posizione forte del club sugli ucraini, «arrivano se possiamo salvarli dalla guerra perché era questa la filosofia alla base della scelta di equipararli agli italiani, non quella di vincere i campionati» e le novità su merchandising, maglie, show pre partita («Cambiamo per migliorare e crescere ancora») e sponsor con quel marchio di fabbrica unico e inimitabile che negli ultimi anni ha riportato l'hockey varesino a ottenere qualcosa di più importante di campionati e coppe: l'impossibilità di farne a meno, un porto sicuro, la famiglia varesina più bella dove bambini, angeli con la maglia numero 57, papà e nonni figli dell'epopea di Kronenbourg e Shimano corrono insieme verso il futuro.

Riaprite la campagna abbonamenti dopo aver staccato 330 tessere molti mesi prima dell'avvio del campionato e dopo i 400 tifosi presenti al primo allenamento: un miracolo?
No, abbiamo fidelizzato i varesini che ormai vengono al palaghiaccio a divertirsi e a tifare o a fare foto insieme ai "loro" ragazzi sul ghiaccio. Il bello è che i tifosi vogliono esserci al di là dei risultati perché si sentono parte di qualcosa di grande ed è la cosa che ci piace di più. Sento che avremo ancora sorprese positive anche sul fronte abbonamenti perché, al di là del risparmio economico, basta vedere sul ghiaccio questa squadra e guardare negli occhi giocatori e coach per fugare ogni dubbio e sentirsi parte dello stesso gruppo.

Che campionato si aspetta?
Equilibrato, bello, con tante squadre di buon livello. L'IHL sta diventando davvero il campionato italiano d'eccellenza. Non credo ci sarà qualcuno in grado di fare il vuoto: noi rientriamo nel gruppetto delle prime 4-5 squadre più strutturate insieme a Caldaro, Fassa, Fiemme e ovviamente l'Aosta per i nomi che ha nel roster. Ma anche le altre, penso all'Alleghe o al Feltre, hanno alzato l'asticella e possono battere tutti.

Torniamo ai 400 tifosi presenti in un allenamento: quasi come la Pallacanestro Varese...
La gente viene a vedere i Mastini, si diverte e torna: abbiamo creato un'alchimia dentro e fuori dal ghiaccio. L'obiettivo, tra un anno, è avere 800 persone al primo allenamento e poi, magari, lo stadio pieno in abbonamento come l'Ambrì Piotta perché questa è la squadra del territorio e dei tifosi che investono sui Mastini e ci credono sempre, insieme a noi e ai giocatori.

Nella nostra rubrica "Varese dalla vetrina" il proprietario del ristorante pizzeria la Baita dello Stadio ci ha detto: «Abbiamo da noi a cena molti tifosi dell'hockey dopo le partite ed è bellissimo accoglierli perché portano positività e il piacere di stare assieme». È un po' il sentimento che si respira in città...
L'obiettivo è proprio questo: creare un gruppo sugli spalti che sostiene la squadra e prosegue la partita anche dopo la sirena, parlando ovviamente di noi. Creiamo aggregazione in città legata all'hockey e ai Mastini: per due ore si tifa e per due ore si socializza, c'è qualcosa di più bello che si può chiedere allo sport? Quest'unione durante un quarto tempo che, in realtà, inizia già nei primi tre tempi fa sì che poi tutti non vedano l'ora di tornare al palaghiaccio. 

Facciamo chiarezza: sino a qualche settimana fa il refrain letto sui social od orecchiato tra i tifosi era "servono ancora due innesti nella squadra". Ieri avete ufficializzato il rinnovo di Raimondi e presto annuncerete il ritorno di Belloni, a quel punto avrete 8 difensori e 11 attaccanti: come siete rimasti con il coach?
Abbiamo deciso di partire così perché siamo soddisfatti appieno del gruppo. Partiamo così perché abbiamo 7 giovani forti, alcuni nel giro delle nazionali, che devono giocare per potersi affermare e acquisire la consapevolezza di essere giocatori di hockey: vogliamo arrivare a fine stagione a poter dire che Perino o Allevato hanno fatto 20 o 30 punti. Questo è un risultato forse ancora primario rispetto alla vittoria perché ci avrà fatto capire di potere arrivare un giorno ad avere dei Mastini all'altezza di Vanetti, Borghi, Mazzacane, Raimondi, Franchini...

E se servisse qualcosa in più?
Siamo convinti di avere una squadra forte e vogliamo che Perino, Allevato, Fanelli, Crivellari, Ghiglione, Fornasetti, i Matonti e Mordenti esplodano, cosa che non possono fare se scaldano la panchina o giocano in quarta linea. È ovvio che se a un certo punto ci accorgessimo che manca qualcosa, andremo sul mercato. Ma lo faremo solo con interventi mirati nel momento in cui il coach ci avrà detto: "Ho bisogno un uomo lì...". Partiamo in 23, come l'anno scorso, con giocatori che dalla difesa possono giocare in attacco o viceversa.  

Discorso ucraini: avete un'idea diversa da tutte le altre squadre. Ce la spiega?
A nostro avviso devi schierare un ucraino come italiano se davvero lo puoi salvare dalla guerra e, quindi, se qui trova una possibilità di lavoro o riscatto che nel suo Paese non ha più. Nel suo Paese, però... non se lo vai a prelevare da altre nazioni come Polonia, Germania, Francia e se lo mandi in pista per riempire il roster o perché ti fa comodo. Abbiamo detto come la pensavamo in una riunione di Lega e manteniamo fede a quanto detto. Avevamo due ucraini a Kiev da condurre a Varese, portandoli via dalla guerra: non ci siamo riusciti, ma non ne andiamo a cercare altri da altre squadre o altri Paesi. Se è questo il modo per vincere i campionati, è meglio perderli.

Cosa le piace di coach Glavic?
È diretto e onesto, dice quello che pensa e fa quello che dice. Lavora con il cuore, ci mette anima e passione. Rispetta le persone e segue regole chiare. Insomma, è un Mastino. La sua non è un'"impresa economica" ma, prima di tutto, sportiva e umana. E in più è l'unico allenatore della IHL ad avere vinto l'Alps: la dico per ultima, ma è la prima cosa. C'è un clima positivo e lo si respira anche agli allenamenti dove Glavic è energico, solare, tempestivo: così è più facile farsi il mazzo tutti assieme. Prendete il primo allenamento: ha lasciato la squadra libera di scendere sul ghiaccio per i tifosi e lui si è seduto in mezzo alla gente a godersi lo spettacolo.   

In tanti chiedono delle maglie, che saranno presentate a settembre: ci può anticipare qualcosa?
I nostri colori li conoscete (nella terza ci sarà un colore cittadino? ndr) ma saranno anche diverse, a mio avviso ancora più belle. Ci sarà ancora la divisa pre game con cui giocheremo le amichevoli e in più, durante l'anno, scenderemo in pista con edizioni speciali in occasioni speciali (Natale?, ndr).

Capitolo merchandising: ci saranno novità?
Molte. Verrà rivisitato, la scelta sarà più ampia con articoli speciali e partiremo con la vendita online perché se Jim Corsi dal Canada o chiunque nel mondo vorrà avere una maglia o un gadget dei Mastini, potrà farlo. Di più: le maglie non saranno "repliche" di quelle usate in pista, ma saranno identiche a quelle ufficiali utilizzate dai giocatori durante le partite.

Qual è la sfida della nuova stagione.
Vincere non è facile, rivincere è ancora più difficile e il fatto che tutti ce ne siamo resi conto è un elemento in più di maturità dell'ambiente. L'anno scorso dissi che puntavamo ad arrivare in fondo, come poi abbiamo fatto sia in Coppa che in campionato. Non ci siamo ripetuti perché non è semplice farlo. Dopo una vittoria entusiasmante come la nostra o come quella del Pergine, tante dinamiche cambiano: le aspettative, le sirene, le richieste, la fame. Pur non avendo rivinto un trofeo, però, considero ugualmente come una vittoria l'aver tenuto il gruppo storico e il nostro pubblico ed essere arrivati a gara 6 della finale dopo una stagione complicatissima in un ambiente "carico" che ci ha applaudito sempre, anche nel momento in cui abbiamo consegnato il titolo al trentini. I Mastini restano un esempio.

Il suo augurio, quindi, qual è?
Speriamo di farvi, e farci, felici. Dalla prima amichevole di questa sera vorrei che tutti ci divertissimo e uscissimo dal palaghiaccio con la voglia di tornare. Vorrei che condividessimo assieme una lunga e bella stagione e che alla fine rimangano solo dei bei ricordi.

Gli sponsor, insieme al pubblico, sono la linfa del club: come siamo messi?
Ne abbiamo salutati un paio, come capita sempre, ma ne sono arrivati più di quelli persi per strada e, soprattutto, il gruppo storico di chi ci sostiene è saldo. Inoltre in tanti si stanno avvicinando proponendo forme di sostegno diverse, come quella del match sponsor che marchierà la singola partita. 

Lo show pre partita e i jingle dei gol sono confermati?
I jingle sì, lo show prima e durante i match cambierà e sarà ancora più coinvolgente e spettacolare per i tifosi. Daremo motivazioni in più a tutti.

La sfida personale di Carlo Bino dopo aver vinto, ma non rivinto, qual è?
Sono e resto qui perché ho il Mastino nel cuore e perché sento la responsabilità di migliaia di persone che dal vivo e non solo ci fanno sentire la loro presenza, gente magica che si butta nel fuoco per questi colori. Mi piace unire emozioni ed energie positive: la mia sfida è quella di continuare a metterci passione e rispetto per tutti quelli che credono nei Mastini, dai giocatori ai tifosi e agli sponsor, e che trovano in questo progetto un momento di felicità.

Andrea Confalonieri


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