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Economia | 27 agosto 2024, 17:53

Colonnello dell’Esercito nuova vittima di amianto e uranio impoverito

La Corte di Appello emette una condanna storica.

Colonnello dell’Esercito nuova vittima di amianto e uranio impoverito

Amianto e uranio impoverito continuano a dimostrarsi responsabili della strage dei nostri militari, tra cui quelli impegnati nelle missioni balcaniche. Il Gen. Roberto Vannacci fu il primo a denunciare alla Procura della Repubblica di Roma la questione legata all’uso di proiettili all’uranio impoverito e alla sua elevata lesività per gli uomini delle Forze Armate.

La sua denuncia segue molti anni l’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA e dell’Osservatorio Vittime del Dovere. Proprio quest’ultima associazione si è posta a sostegno, insieme con l’ONA, delle vittime dell’uranio impoverito, oltreché dell’amianto.

Molti ufficiali, tra cui il Col. del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano Carlo Calcagni si stanno battendo perché siano riconosciuti i diritti delle vittime dell’uranio impoverito e dell’amianto, che hanno colpito principalmente i nostri uomini in divisa. Uomini dell’Esercito Italiano, della Marina Militare e dell’Aereonautica Militare, oltre che Carabinieri, specialmente tra quelli impegnati nelle missioni balcaniche hanno subito gravi danni per aver svolto servizio in luoghi contaminati.

Il mix e/o sinergismo tra amianto e uranio impoverito è particolarmente rilevante per il mesotelioma pleurico, ma non sono esclusi anche gli altri tumori, come il tumore del rene. Fu proprio un tumore del rene a uccidere il Colonnello Raffaele Acquafredda, all’età di 50 anni. Una morte atroce per il nostro alto ufficiale, che aveva già raggiunto il grado di Colonnello, e che era in procinto di ottenere ulteriori promozioni, alla luce del servizio svolto.

La Corte d’Appello di L’Aquila, infatti, ha condannato il Ministero della Difesa per la morte del militare, vittima del dovere, a riconoscere le prestazioni previdenziali in favore del figlio, orfano Acquafredda Luca, ad erogare tutti i dovuti benefici spettanti, quale superstite di vittima del dovere. "Prosegue l'epidemia dei nostri uomini in divisa impegnati nelle missioni per effetto dell'uso di proiettili all'uranio impoverito: più di 400 i deceduti e 8.000 i malati", ha commentato l’Avv. Ezio Bonanni, nonché presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

La storia del Colonnello Raffaele Acquafredda: vittima del dovere

Il Colonnello Raffaele Acquafredda ha dedicato la sua vita alla difesa della Patria, attraverso il servizio nell’Esercito Italiano. Il militare, infatti, è stato impegnato in diverse missioni come Ufficiale addetto della Brigata Multinazionale Nord a Sarajevo, dal 14.06.1999 al 04.07.1999, e successivamente come addetto all’artiglieria terrestre nel contesto dell’operazione “Joint Guardian”, dal 29.11.2000 fino al 03.03.2001. Sono state proprio le particolari condizioni ambientali ed operative, ben lontane da quelle ordinarie, a cui è stato sempre esposto che hanno provocato l’insorgenza del cancro al rene di cui è stato affetto. La stessa malattia ha determinato, infatti, il conseguente decesso di Acquafredda Raffaele alla prematura età di 50 anni. Il militare dell’Esercito Italiano ha subito esposizione a radiazioni, e ad altri agenti cancerogeni, per la contaminazione indotta dall’esplosione di proiettili all’uranio impoverito e ha inalato polveri e fibre di amianto.  

Le missioni presso Sarajevo e poi quella in Kosovo sono state svolte in particolari condizioni di contaminazione che hanno cagionato il cancro del rene e quindi il successivo decesso del militare, ed è lo stesso Ministero della Difesa che ha riconosciuto la causa di servizio, per esposizione a nanoparticelle di metalli pesanti e radioattivi, e amianto, e dopo tanti anni lo status di vittima del dovere, erogando le relative prestazioni previdenziali alla vedova e a una delle orfane, ma negando i diritti dell’orfano Luca, in quanto non nel carico fiscale al momento della morte del militare Acquafredda Raffaele.  

La sentenza della Corte d’Appello ribalta la precedente decisione del Tribunale

La Corte di Appello di L’Aquila, sez. lav., con la sentenza n. 66/2024, depositata l’11 aprile dello stesso anno, passata in giudicato in ordine agli aspetti sostanziali e impugnata in Cassazione solo per la decorrenza dei ratei, ha accolto il ricorso presentato dall’Avv. Ezio Bonanni. In questo modo, è stato finalmente riconosciuto il diritto dell’orfano alla costituzione delle prestazioni previdenziali di superstite di vittima del dovere.

Ora la palla passa al TAR, a cui spetterà la decisione della causa promossa da tutti i familiari per il risarcimento dei danni subiti dal Colonnello, morto alla prematura età di 50 anni. Intanto, è stato intrapreso anche il giudizio presso il Tribunale di L’Aquila per il risarcimento del danno da lutto, subito sia dalla vedova, sia dai due orfani.

 “Il Col. Acquafredda Raffaele ha subito pesanti esposizioni ad amianto e a radiazioni e a nanoparticelle di metalli pesanti, compreso torio, ferro, etc., che hanno provocato il cancro del rene, e perciò la sua morte all’età di 50 anni. Per questi motivi, in lunghi anni, abbiamo più volte sollecitato il Ministero della Difesa al riconoscimento dello status di vittima del dovere e finalmente abbiamo ottenuto questo risultato, a fronte del quale sono state erogate delle prestazioni previdenziali in favore della vedova e dell’orfana, ma non del figlio orfano, perché costui aveva lavorato dopo la morte del padre. Una decisione irrazionale e indecorosa, che era stata avallata perfino dal Tribunale di Pescara. Avendo acquisito l’incarico professionale e interposto appello, a fronte del quale la Corte di Appello di L’Aquila ha ribaltato il risultato e condannato il Ministero della Difesa a corrispondere le prestazioni anche in favore dell’orfano, che il Ministero ha discriminato. L’ONA, anche grazie all’impegno del Col. Carlo Calcagni e per effetto della collaborazione con l’Accademia della Legalità, presieduta dalla Dott.ssa Paola Vegliantei, prosegue nell’impegno di tutelare i nostri uomini in divisa, prima di tutto evitando per il futuro ulteriori condizioni di esposizione ai cancerogeni e poi allo stesso tempo di sottoporre coloro che purtroppo sono stati esposti sia ad amianto che ad uranio impoverito a controllo sanitario per la diagnosi precoce, e quindi alle terapie immediate ed efficaci, con elevate possibilità di risultati positivi nella tutela sanitaria, terapia e cura, come chiarito anche dal Dott. Pasquale Montilla”, così dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, legale dei familiari del Col. Acquafredda Raffaele e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

L’assistenza dell’ONA per tutte le vittime dell’amianto nel comparto militare

Sono sempre in aumento, purtroppo, le morti a causa dell’amianto, soprattutto nell’ambito del servizio militare. Non solo per coloro che hanno prestato servizio a difesa della Patria, nell’Esercito Italiano, ma anche nella Marina Militare, a terra e via mare, ma anche per tutti i familiari che sono stati inconsapevolmente esposti alle stesse fibre killer per contaminazione degli ambienti domestici. Tante, infatti, le mogli e gli orfani che hanno purtroppo contratto una patologia asbesto correlata per aver lavato le tute dei mariti o abbracciato ignaramente i padri al ritorno dal lavoro e, quindi, avendo respirato fibre di amianto e altri potenti cancerogeni. I dati che vengono ogni anno raccolti riguardo le nuove malattie e i conseguenti decessi sono terribili, ma l’ONA non si arrende e prosegue la sua battaglia contro questo killer spietato. Con la collaborazione dell’avv. Ezio Bonanni, nonché presidente dell’associazione, l’Osservatorio Nazionale Amianto, continua il suo impegno per l’ottenimento intanto di una maggiore tutela dei nostri uomini in divisa, preventiva rispetto ai danni alla salute, e poi di supporto alle vittime e ai familiari ed eredi. L’assistenza e tutti i servizi dell’ONA sono usufruibili gratuitamente attraverso la compilazione del form online, oppure contattando il numero verde 800 034 294.

C. S.

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