Busto Arsizio - 27 agosto 2024, 12:14

L’impegno per i giovani e l’amore per lo sport: il saluto commosso di Acof a Rosario Vadalà

Gli Istituti superiori Olga Fiorini e Marco Pantani, di cui è stato preside per nove anni, ricordano con riconoscenza e affetto una delle figure più importanti della propria storia. Mauro Ghisellini: «Sapeva abbinare perfettamente il suo ruolo di educatore a quello di dirigente sportivo, con un modo di fare unico ed efficace». Cinzia Ghisellini: «Era allo stesso tempo intransigente e dolce, amava il suo lavoro e ha contribuito alla crescita della nostra scuola»

Rosario Vadalà, scomparso all’età di 77 anni (LEGGI QUI), è stato un personaggio fondamentale nel percorso di ACOF Olga Fiorini. «Un uomo unico e straordinario, che ha lasciato il segno e impresso una svolta decisa alle nostre scuole superiori, specie nel rendere efficace la proposta rivolta agli studenti che praticano sport agonistico», così ricordano commossi di direttore Mauro e Cinzia Ghisellini, legati a Vadalà non solo da una lunga collaborazione professionale, ma da un affetto profondo, cementato nel tempo.

Vadalà assunse la direzione degli Istituti scolastici Olga Fiorini e Marco Pantani di Busto Arsizio nel 2006, dopo una lunga carriera dirigenziale vissuta all’interno della scuola pubblica. «Era il preside dei miei figli alle medie Pertini – ricorda il direttore Mauro Ghisellini - e io, stimandone le capacità e sapendo che ormai aveva raggiunto l’età per il pensionamento, gli proposi di occuparsi dei nostri istituti superiori. All’inizio mi disse di no, poi però si lasciò convincere e coinvolgere. Fu una scelta giusta e vincente, per noi e per lui».

Per nove anni, sino al 2015, Rosario Vadalà fu così il preside sia delle scuole storiche di moda e sartoria legate al nome di Olga Fiorini (con la quale instaurò un feeling incredibile), sia degli indirizzi di ambito artistico e umanistico, sia soprattutto del nuovo Liceo scientifico sportivo “Marco Pantani”. «D’altronde – aggiunge Mauro Ghisellini – lui aveva la caratteristica fondamentale di conoscere in ogni aspetto sia il mondo della scuola che quello dello sport. La mattina era preside da noi, il pomeriggio presidente alla Pro Patria Ginnastica. Un abbinamento perfetto, che gli permetteva di gestire gli studenti con il giusto equilibrio».

La competenza si abbinava alla passione, miscelandosi dentro un carattere molto particolare. «Era davvero una bella persona – spiega la manager Cinzia Ghisellini – perché sapeva essere allo stesso tempo intransigente per ottenere i risultati e dolce per comprendere le sensibilità dei giovani. Viveva l’educazione delle nuove generazioni a 360°, che fosse in classe o in palestra. Tant’è che è con lui che la proposta del “Pantani” ha imboccato una strada importante, per crescere definitivamente, intercettando le esigenze dei giovani e delle loro famiglie».

Lo stesso Vadalà, nel libro “Volere è Potere” dato alle stampe nel 2022, raccontò con toni entusiastici il suo rapporto con gli istituti paritari bustocchi: un approccio prudente, quasi diffidente, e la graduale scoperta di «uno spazio educativo straordinario, che da “servitore dello Stato” non mi aspettavo e che invece mi ha fatto crescere tantissimo. In ACOF ho vissuto nove anni eccezionali. Mi sorpresero con la loro proposta e accettarla fu la scelta migliore della mia vita professionale. In mezzo a stimoli innovativi ho potuto mettere a frutto la mia esperienza scolastica in piena autonomia e coscienza. Quando arrivai in via Varzi non ero pronto per la pensione ed ebbi modo di vivere stagioni eccezionali, sorprendenti e stimolanti».

Una soddisfazione reciproca che ha generato un legame forte. Ecco perché la notizia della morte del preside Vadalà ha fatto calare un velo di cordoglio e commozione in tutta ACOF. «Ha lasciato insegnamenti profondi in ciascuno di noi – dice Mauro Ghisellini – e resterà uno dei collaboratori più bravi e speciali che sia passato da qui. Personalmente non dimenticherò mai quelle che chiamavo le “vadalate”, ovvero le uscite inaspettate e particolari con cui reagiva alle situazioni che si presentavano sul cammino. Aveva dentro quell’energia, poggiata sulla passione nell’educare i ragazzi, che lo ha reso una figura straordinaria e irripetibile».

Redazione