Calcio - 22 agosto 2024, 08:00

L'ETERNO RAGAZZO. "Tripolino" è a quota 8 promozioni: «Andrò avanti a giocare fino a 10...». E la dinastia vincente continua con Thomas e Cloe

Pietro Tripoli, 37 anni, ha una media del 50% di campionati vinti con le squadre dove ha militato: «Il calcio mi diverte come il primo giorno, vorrei trasferire quello che ho dentro ai compagni all'Ispra. I miei mister? Sannino, Bettinelli e Pergolizzi. Nel mondo dei social, sono un "non social": una scelta di vita». Il figlio Thomas promette bene, e anche Cloe è attratta dal calcio

Pietro Tripoli, 37 anni, 8 promozioni in carriera: a sinistra è con i figli Thomas e Cloe, a destra con la maglia del cuore biancorossa (foto Ezio Macchi)

Pietro Tripoli, "Tripolino" come è sempre chiamato con affetto dai tifosi biancorossi, nasce a Palermo 37 anni fa e inizia a giocare da giovanissimo attaccante esterno nel vivaio del Palermo, quindi ecco la Sambenedettese e l'arrivo a Varese, in Seconda Divisione, grazie a quel grande scopritore di talenti che è Sean Sogliano. Tripoli è uno dei protagonisti della storica cavalcata dei biancorossi di mister Sannino dall'ultimo posto della quarta serie alla serie B, che mancava da 25 anni: generosità, simpatia, empatia, corsa, capacità di fare gruppo e di farsi trovare pronto nei momenti che contano, oltre a qualche golletto che pesa, lo fanno entrare nel cuore del pubblico. Nel 2011/2012 passa alla Pro Vercelli - manco a dirlo, vincendo il campionato e salendo in B - prima del ritorno a Varese dove in cinque campionati colleziona 116 presenze e segna 6 gol. Nel 2014 viene ingaggiato dall’Ascoli retrocesso in serie C e compie un'altra impresa, risalendo con i marchigiani tra i cadetti. Ecco poi le esperienze a Cava de' Tirreni in serie D, dove si fa ben volere dalla tifoseria campana, quindi Genova e il Ligorna (2020) con cui, ovviamente, mette a segno un altro salto di categoria, dall'Eccellenza alla D, prima di tornare a respirare quella che per lui è ormai aria di casa, visto che si accasa a Gazzada Schianno vestendo la maglia della Varesina e conquistando l'ennesima promozione in D. Pietro fa tappa a Stresa e Rho, dove vince il sesto campionato della sua carriera che vale la promozione della Rhodense in Eccellenza. Ma le sorprese di Tripoli non finiscono qui perché quest’anno l’eterno ragazzino si è messo in gioco andando a giocare all’Ispra salita in Eccellenza.

Pietro, siamo arrivati a quota 8 promozioni in 16 stagioni...

E non è finita. In mio obiettivo è quota 10, quindi andrò avanti a giocare e divertirmi. Quest’anno sono a Ispra e conto di fare un bel campionato. Mi auguro di dare il mio contributo, magari segnando le 25 reti della scorsa stagione alla Rhodense e mettendomi a disposizione dei compagni. Vorrei trasferire ciò che ho dentro e la mia esperienza, arrivando, perché no, a centrare un altro obiettivo.

Sei ancora in contatto con qualche calciatore dell'ultimo Varese rimasto nel cuore dei tifosi?

Volutamente non sono molto social, è una scelta di vita, pertanto capita di sentirci per qualche compleanno o per gli auguri natalizi. Sono in contatto con quasi tutti, siamo ancora molto legati. Poi ho un rapporto speciale con Neto, Ebagua e Spilli: ci vediamo spesso anche perché abitiamo tutti nel Varesotto.

Nel presentarti abbiamo segnalato solo le squadre con cui sei stato promosso, ma ce ne sono anche altre: tra tutte quelle in cui hai giocato, scegli i mister a cui seu più legato.

Tutti mi hanno trasmesso qualcosa. Posso dire che si è stabilito un legame particolare con Beppe Sannino, Stefano Bettinelli e il suo vice Oscar Carlotti, Rosario Pergolizzi (abbiamo iniziato insieme nella Primavera del Palermo). Con loro si è creata una particolare alchimia e una grande intesa.

La dinastia calcistica della famiglia Tripoli prosegue con tuo figlio.

Thomas ha 11 anni, sta facendo tutta la trafila dei settori giovanili e ora gioca per il Como. Posso dire che ha grinta, volontà e passione e ci mette tanto impegno: sono gli ingredienti per ottenere risultati nello sport, poi vedremo. Ha iniziato da piccolo a Cava de' Tirreni, poi nel mio peregrinare per l’Italia riuscivo ad iscriverlo nei settori giovanili delle società dove giocavo e devo dire che questo è stato importante perché si è fatto una bella esperienza sotto ogni profilo, tecnico e sociale.

Tua figlia invece...

Cloe ha sette anni, le piace il calcio e ultimamente mi sta pressando perché vorrebbe provare a iscriversi in qualche società. Questo avvicinamento al calcio femminile mi fa molto piacere perché mi sembra un ambiente positivo.

Claudio Ferretti


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