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Opinioni | 18 agosto 2024, 14:21

L’OPINIONE. Faccine ebeti, giudizi feroci e leoni da tastiera: il mondo all’incontrario dei commentatori social

Impossibile contare fino a 10 e resistere al richiamo del clic facile e della stroncatura brutale o all’idea che agli altri possa piacere ciò che a te dà fastidio. Commenti ed emoji di chi si ferma al titolo e al "potere" di sentirsi protagonista colpiscono tutti e tutto, perfino meteo ed oroscopo, squadre di calcio che non rompono le scatole a nessuno e fatti di cronaca: “Non poteva starsene a casa a quell'età con questo caldo?” è stato il primo commento social alla notizia di un anziano agricoltore ticinese rimasto schiacciato dal suo mezzo

L’OPINIONE. Faccine ebeti, giudizi feroci e leoni da tastiera: il mondo all’incontrario dei commentatori social

“Con questo caldo e a quell’età poteva starsene a casa”: non ce l’hanno fatta a contare fino a 10 e poi a mordersi le dita neppure sul ribaltamento di un mezzo agricolo che ha provocato gravi ferite a un anziano ticinese qualche settimana fa. Feroci, implacabili e guizzanti sui tasti della tastiera come anguille: sono i commentatori seriali capaci di divorare e seppellire con brutali sentenze in tempo zero qualunque notizia di qualunque giornale postata sui social, in questo caso da VareseNoi. 

Divorati da un’ansia e un’adrenalina liberatoria, come se un commento o un’emoji - devastante quella con il sorriso a 36 denti da presa per il culo abbinata a destra e a manca, perfino alla cronaca nera e alla giudiziaria - soddisfasse ogni frustrazione ed esaltasse un senso di potere divino e assoluto che, in realtà, fa cadere una ghigliottina in una pozzanghera, provocando schizzi di fango.

E cosi i “boia” da tastiera arrivano ovunque a tagliare la corda sul patibolo, invece di tagliare la corda da un giornale che è la casa di tutti, anche di notizie non gradite alle proprie minuscole certezze insindacabili e soprattutto gradite, e quindi meritevoli di rispetto, agli altri o perfino sgradite ma capaci di fare riflettere e generare un'opinione, più che un giudizio universale spesso espresso a monosillabi (ma l’”altro” non esiste nella polemica social dove vince la velocità, più che la sensatezza, e la forma, o l’ultima parola, travolge il contenuto).

Ad ogni allerta meteo o previsione degli esperti, apriti cielo: “A casa mia c’è un bel venticello” scrivevano sprezzanti sotto l’articolo che riportava la notizia dell’ultimo allarme per la canicola di grado 4 di Meteo Svizzera, aggiungendo qua e là un sempiterno “pagliacci”, il termine più benevolo rivolto ai meteorologi, anche locali, e ai giornali che osano riportare le previsioni del tempo. “È estate, dov’è la novità?” osservava presago (di sventure) e tragicamente ironico un killer social all’annuncio dell’allerta, sempre di grado 4, con cui la stessa Meteo Svizzera, accompagnata dai puntualissimi previsori varesini, metteva in guardia su ciò che sarebbe poi successo in Vallemaggia, costretta a fare i conti con morti e ferite al territorio. A disastro avvenuto, ecco spuntare solo ipocrite faccine tristi con la lacrimuccia: stiamo ancora aspettando le scuse, o almeno un grazie da parte di chi aveva reagito a quella stessa allerta, e a ogni allerta, con parole di fuoco e la solita faccina ebete contro chi aveva fatto solo il suo dovere.

Si prendono così tanto sul serio da dovere-potere prendere tutti e tutto per i fondelli, non ha più importanza cosa dici ma come lo dici e, così, nel mirino finiscono pure l’oroscopo (“Notizia inutile”, la stroncatura immediata e puntuale sotto il post del venerdì mattina di VareseNoi di quello che non è neppure una notizia ma un divertissement) e la squadra di calcio della Varesina (!), per qualcuno un’ossessione da commento compulsivo: se osa lanciare la campagna abbonamenti con lo slogan “Sarà un fuoco, abbonati!”, il primo "parere" è già scritto ancora prima che l'articolo sia stato condiviso su Facebook (“Speriamo si brucino davvero”). Ma perché non guardano la loro, di squadra, che la campagna abbonamenti neppure l’ha aperta, invece di mettere sempre il becco in casa d’altri e in ciò che non li riguarda? 

Se un articolo non piace, basta non leggerlo e voltare pagina, pensando che a molti altri invece potrebbe essere gradito: ma servirebbe troppa pazienza, tolleranza e buonsenso per andare oltre, più immediato e facile sputare nel piatto dove comunque si continua a mangiare (i social di VareseNoi sono la casa di un giornale che è aperto a tutti e che tutti continuano a leggere, per fortuna).

Prepariamoci all’ennesima faccina ebete che ride sotto al titolo, senza nemmeno aver letto l’articolo. A qualcuno basta un clic per essere felice. A noi, no. 

Andrea Confalonieri

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