Politica - 16 agosto 2024, 08:00

Cosentino, un anno e mezzo da vicepresidente al Pirellone: «La cosa più importante? Rimanere se stessi. Mi emoziono sempre se c'è di mezzo Varese»

Dal 15 marzo 2023, la politica varesina può vantare un vicepresidente del Consiglio Regionale di sua espressione. È il 37enne alfiere di Lombardia Ideale, che in questa intervista traccia un bilancio dell'esperienza, rivendicando i risultati ottenuti e lanciando la volata a Varese in vista delle Olimpiadi: «Novanta Paesi atterreranno a Malpensa, bisogna sfruttare l'occasione. La Città Giardino va riaccesa»

Giacomo Cosentino, 37 anni, varesino, vicepresidente del consiglio regionale

Dal 15 marzo 2023, la politica varesina può vantare un vicepresidente del Consiglio Regionale di sua espressione: si tratta di Giacomo Cosentino, 37 anni, arrivato a ricoprire il prestigioso ruolo dopo un lungo cursus honorum iniziato nell’agone cittadino e proseguito proprio all’ombra del Pirellone, con la bandiera di Lombardia Ideale.

Sono passati 17 mesi: è il momento di fermarsi e fare il punto.

Cosentino, che bilancio tracciare della sua esperienza con la politica regionale?

«Nella politica che conta, quella di serie A, la difficoltà maggiore è imparare a stare all’interno dei “palazzi” pur rimanendo se stessi. Penso di esserci riuscito, perché personalmente vivo la politica come una missione, come un’avventura, non come un lavoro. E quindi, pur capendo che vi siano situazioni che vanno gestite, non mi interessa se vado a “schiantarmi” in ragione del mio carattere e della mia personalità. È grazie a questi che sono riuscito a ottenere dei risultati importanti in questo anno e mezzo».

Spieghiamoli, questi risultati.

«Penso in primis a quelli afferenti il tema della sanità, come i finanziamenti per le sale operatorie dell'ospedale di Luino o per il nuovo day hospital oncologico dell’ospedale di Circolo, un luogo meglio fruibile dove i pazienti andranno a fare le terapie e i trattamenti. E poi il comparto turistico - sono in corso i cantieri per la pista ciclopedonale del lago di Ghirla - e il canile di Varese, con i 100 mila euro che abbiamo formalizzato: la Regione è “in partita”, ora attendiamo il Comune di Varese perché la città ha bisogno di una struttura nuova e non soggetta a inondazioni come quella attuale. Ma penso anche alle richieste dei singoli che sono riuscito a evadere: dalla persona che ha difficoltà a parlare con gli ospedali ai sindaci che chiedono fondi per il dissesto idrogeologico o per le riqualificazioni fino alle associazioni e al mondo sportivo che vanno accompagnati ai bandi regionali e ai fondi per i patrocini con contributo».

Chi opera in Regione non guarda se la richiesta arriva da destra o da sinistra?

«No, si cerca  di dare una mano a tutti, che l’amministrazione richiedente sia di destra, di centro o di sinistra. Siamo ospiti su questa terra e credo che sia necessario aiutare le persone che hanno capacità e progettualità a prescindere dal colore politico. Ovviamente il tutto deve essere in linea con la programmazione regionale». 

Lei è sempre stata una grande spalla, non solo politica, del presidente Fontana… Come lo vede ora?

«Beh ora come ora è in ferie e spero che si riposi bene. Ha vissuto dei momenti difficili prima della rielezione, ma adesso sta pensando solo ai nuovi progetti da portare a casa: la pedemontana, il cui cantiere sta riaprendo, poi le Olimpiadi. Ha un’agenda pazzesca e non so come faccia a tenere certi ritmi. Ogni tanto anch’io lo tiro per la giacchetta se c’è da dare una mano a Varese… Lui è il presidente di tutti, ma Varese per entrambi è casa».

Ecco, Varese: come la vede?

«Grazie ai contributi regionali ci sono diversi cantieri aperti, penso a largo Flaiano e al palazzetto, per esempio. Come Regione abbiamo sempre fatto la nostra parte, anche se il Comune è gestito da una giunta che non è del nostro colore politico: penso sia una medaglia da attribuirci. In generale vedo la nostra città un po’ spenta a livello di dinamismo e di attrattività: va riaccesa. Bisogna creare nuova occupazione, riportare qui le aziende e continuare a incentivare lo sport con nuovi impianti. Poi c’è la parte turistica e congressuale, che è già importante ma a cui va messa altra benzina».

A proposito di sport, impianti e palazzetto: ci saranno le risorse per completare il progetto di riqualificazione del Lino Oldrini?

«È complicato dirlo: noi tutte le risorse che avevamo allo scopo le abbiamo messe per la prima fase. Si tratta di 2 milioni e mezzo di euro, con l’ultimo mezzo che si è reso necessario in un secondo momento e che sono riuscito a far approvare 10 minuti prima della scadenza, convincendo i colleghi dell’importanza del progetto. Se fosse mancato quel mezzo milione, non saremmo riusciti a chiudere l’intera questione».

Dopo il bilancio dei fatti, quello delle emozioni.

«Io mi emoziono se c'è di mezzo Varese. Mi emoziono quando vado negli ospedali e stringo la mano a persone in grossa difficoltà. Mi sono emozionato quando sono riuscito a far approvare emendamenti all’unanimità: penso appunto al palazzetto ma anche al canile di Varese e alle strutture sanitarie. E poi ci sono stati anche altri momenti da ricordare…».

Quali?

«L’incontro con Vasco Rossi è stato uno di questi. Lo abbiamo ringraziato e premiato per aver portato in Lombardia tantissime persone e aver fatto il record storico riempiendo per sette volte di fila lo stadio di San Siro. A prescindere dalle sue idee politiche, che sono distanti dalle mie, Vasco è stata la colonna sonora della mia adolescenza e un po’ anche della vita di oggi: per questo averlo davanti è stato davvero significativo. E poi penso a tutte le volte che ho avuto a che fare con Vittorio Feltri, una persona straordinaria che stimo molto. Infine mi ha emozionato incontrare Fedele Confalonieri e spero ci sia presto il modo di portarlo anche a Varese, dove è nata la sua storia: è imparentato con i Borghi, una delle famiglie che hanno reso grande la nostra città».

I proponimenti per il futuro, infine.

«Il miglioramento dei servizi sanitari varesini sarà sempre al centro dei miei pensieri, a cominciare dal potenziamento della Casa di Comunità di via Monte Rosa: è necessaria un’accessibilità maggiore e una guardia medica h24 con diagnostica che serva anche a smaltire le code del pronto soccorso. E poi vorrei spingere di più anche sulla parte sportiva, in vista delle Olimpiadi: la sfida importante sarà quella di riuscire a dare visibilità anche a Varese. Novanta Paesi del mondo che atterrano a Malpensa sono un’occasione imperdibile: noi siamo pronti…»

Come può Varese sfruttare una chance del genere?

«Mostrando le proprie peculiarità: abbiamo un artigianato forte, abbiamo persone serie che hanno voglia di lavorare, dobbiamo favorire le sinergie tra le aziende accompagnando gli ospiti sul territorio per creare nuove occasioni di business. Varese deve avere il dinamismo che c’è ora a Milano».

Andrea Confalonieri


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