FlaviOlimpico - 07 agosto 2024, 17:29

FLAVIOLIMPICO - Alla ricerca di un simbolo di questi Giochi

IL DIARIO DI FLAVIO VANETTI DA PARIGI - Rispetto a 100 anni fa le Olimpiadi parigine non ci hanno regalato figure epiche come Eric Liddell e Harold Abrahams, ma non sono mancate grandi storie sportive. Due su tutte, quella del francese Léon Marchand e quella dello svedese Armand Duplantis

Armand Duplantis e il suo record

Ultimi giorni di gare ai Giochi Olimpici di Parigi e inevitabilmente si comincia a fare un consuntivo e a calcolare chi può essere stato l’atleta simbolo di questa edizione, la numero 33 tra i cinque cerchi.

Pensando a 100 anni fa, quando Parigi ospitò già alla rassegna olimpica, la mente non può non andare alle due figure di Eric Liddell e Harold Abrahams, che furono immortalate nel film “Momenti di gloria”. Parigi 2024 - un secolo dopo - non ha proposto situazioni simili a quelle, anche se probabilmente ci sono tante storie molto belle che sono state raccontate sia sul piano sportivo che sul piano umano. 

Per ora vorrei limitarmi a un'impressione legata all'aspetto semplicemente del risultato sportivo. E se devo scegliere dei simboli di questa edizione mi viene da pensare prima di tutto a Léon Marchand, il nuotatore francese che è stato uno dei mattatori della piscina, anzi “il” mattatore avendo conquistato l'oro nei 200 rana, nei 200 farfalla, nei 200 misti, nei 400 misti e una medaglia di bronzo nella staffetta 4x100.

Ma l’atleta che mi ha impressionato di più e non solo per la vittoria, è stato il saltatore in alto Armand Duplantis, soprannominato “Mondo”, uno svedese con radici statunitensi (ha la cittadinanza USA) che ha stabilito il nuovo record del mondo a 6 metri e 25 nel salto con l’asta. 

Di lui impressiona la facilità con cui riesce a saltare… Un tempo c’era Sergej Bubka che restituiva la stessa impronta di onnipotenza, anche se poi lui sapeva benissimo quale fosse il traguardo delle sue possibilità e gestiva al meglio questa capacità salto dopo salto e rassegna dopo rassegna, per monetizzare al massimo gli introiti delle sue prestazioni.

Duplantis è ancora un campione in evoluzione, ha solo 25 anni, ma ha già il talento incredibile di sapersi migliorare di volta in volta. Come si è presentato in pedana a Saint Denis è stato un esempio di forza mentale, di sicurezza e di tranquillità. Sapeva di avere nelle corde il primato del mondo, che era già suo, e non ha mancato di offrirlo agli spettatori olimpici, dimostrando di essere il nome nuovo dell’asta e di poter addirittura oscurare quello di Bubka.

Flavio Vanetti