Storie - 30 luglio 2024, 16:15

Gli automi di Amedeo Capelli: piccoli sogni che prendono vita

Il giovane artista varesino Amedeo Capelli - in arte "Stoccafisso" - racconta la sua avventura partita da Brebbia nel magico mondo del legno, tra rane a cavallo di lumache, scheletrini che suonano in una banda e topolini che giocano con l'aquilone

Amedeo Capelli con uno degli automi che crea ogni giorno. In gallery, altri esempi delle sue magiche creazioni

Chi ha visto Hugo Cabret, film uscito nelle sale cinematografiche ormai 12 anni fa, forse ricorderà un "personaggio" molto particolare: un automa, un essere meccanico dalle fattezze umane.

E se dalla Parigi degli anni Trenta ci spostiamo a Brebbia, nel 2024, incontriamo una persona che della costruzione di automi non solo la sua passione, ma anche il suo lavoro. Parliamo di Amedeo Capelli, giovane artista del nostro territorio (casse 1992) che, dopo diverse avventure, ha capito che la sua strada sarebbe stata quella delle figure che prendono vita.

«Circa 11 anni fa sono entrato nel mondo del lavoro in un negozio in cui vendevo birra artigianale. In realtà, ho sempre avuto la passione per la lavorazione del legno, per la costruzione di oggetti: quando ero ragazzino facevo sempre lavori manuali, creativi. A suo tempo, infatti, realizzavo le confezioni in legno in cui mettere le bottiglie, erano quasi un gadget. Dopo qualche tempo, i locali hanno iniziato a chiedermele, avevo quasi più richieste di confezioni che di birra, quindi ho deciso di dedicarmi alla falegnameria vera e propria, realizzando mobili e sculture».

Da quel momento, Amedeo ha continuato a percorrere la via del legno e, da tre anni a questa parte, si è specializzato nella «costruzione di giocattoli meccanici. Il mio intento, quando ho iniziato, era quello di portare l'attività online: ero stufo di quello che facevo, era impegnativo da gestire da solo, volevo raggiungere un pubblico più ampio e, al tempo stesso, proporre un prodotto più piccolo, che potessi realizzare da solo in un spazio ristretto», ovvero un box a Brebbia trasformato in un vero e proprio laboratorio.

La "via" del legno

«Il mio è stato un apprendimento tutto da autodidatta, per conto mio, ho frequentato il liceo artistico che mi ha dato ottime basi per il disegno, ma ho imparato da solo come lavorare il legno e altri metalli, ferro, piccoli componenti metallici, lana sintetica, corde, plastica, argilla, vetro. Per quanto riguarda il legno, in particolare, cerco di trattarlo il meno possibile, il meccanismo è addirittura allo stato grezzo, solo levigato, non uso il protettivo per una questione estetica e tecnica, in quanto rende il legno aderente, non facilita la corretta lubrificazione dei meccanismi. Anche per i personaggi, se li coloro utilizzo un materiale atossico, molto comune. All'inizio, inoltre, facevo prima alcuni disegni soprattutto per capire il meccanismo, il movimento che dovevano fare i personaggi, ora mi viene naturale, penso soprattutto al soggetto e al movimento che deve fare, al messaggio che voglio trasmettere al pubblico».

Giocattoli in movimento 

Ecco, quindi, un piccolo indizio su ciò che Amedeo realizza: automi, «gli antenati dei robot, un tempo erano creati da orologiai, erano meccanismi che riproducevano la realtà. Dietro a ogni personaggio, c'è un discorso tecnico, un lavoro per renderlo quanto meno inquietante possibile, anche se scelgo sempre personaggi simpatici, topolini, gamberetti, scheletrini, in base a quello che voglio rappresentare scelgo il  personaggio e poi creo il meccanismo, i due elementi sono strettamente collegati. Il movimento è diventato, ormai, il mio marchio di fabbrica, è molto semplice, il soggetto è minimale, in questo modo riesco a esprimere in modo diretto un concetto».

Insomma, Amedeo può essere definito un vero e proprio artista del legno, con l'entusiasmo di un bambino che non vede l'ora di mostrare a tutti i suoi giocattoli preferiti. Per fare questo, utilizza i social network, in particolare Instagram e Tik Tok. 

Automi virali 

«Creo di solito un paio di contenuti alla settimana, sempre un piccolo racconto divertente, in un movimento cerco di raccontare una storia o propongo tutorial su come lavoro. In base alla complessità del lavoro, invento il contenuto il giorno stesso oppure in anticipo. Inoltre, ho un negozio online su Etsy in cui vengo i miei automi, già assemblati, i vari elementi sono molto delicati. Proprio su Etsy - aggiunge il giovane artista - ho iniziato a vendere pesci di carta pesta, da qui il mio nome d'arte "Stoccafisso"». 

In questi anni non sono mancati i momenti di soddisfazione: «Due anni e mezzo fa ho girato il mio primo video su un automa molto particolare, una guerriera con i capelli in movimento, diventato subito virale, così come quello sull'orchestra di 39 scheletrini che si muovono, e sono stato molto contento. Un'emozione molto diversa rispetto a quelle che provavo prima di intraprendere questa attività, subito dopo la pandemia, quando non mi piaceva molto quello che facevo. Quello che generalmente vorrei trasmettere - conclude Amedeo - è allegria, cerco di creare un contenuto leggero per chiunque, bambini e adulti. Vorrei che possano divertirsi, svagarsi e sorprendersi per quello che cerco di fare: un oggetto inanimato che prende vita». 

Se siete curiosi di vedere le magnifiche (forse, un po' magiche) creazioni di Amedeo, QUI trovate tutti i suoi canali.

Giulia Nicora