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| 29 luglio 2024, 11:27

LA FOTO. Quattro passi tra tante piccole beffe al decoro e una grande malinconia

A Sant'Edoardo, rione dove è iniziata da anni la raccolta puntuale, lo sguardo rafforza il triste spettacolo con un interrogativo: perché pochi incivili tengono in ostaggio l'immagine di Busto? Chissà se il consiglio di mercoledì darà una risposta, e soprattutto una svolta

LA FOTO. Quattro passi tra tante piccole beffe al decoro e una grande malinconia

Come Pollicino: invece delle briciole, però, i rifiuti guidano nell'ultima camminata prima che cali il sole sulla domenica di Sant'Edoardo, il rione di Busto Arsizio che da anni esegue la raccolta puntuale con i sacchi azzurri dotati di microchip. Non è questione dunque di impatto fresco della novità, non c'è da metabolizzare nulla. 

Ma l'abbiamo detto e mostrato con le immagini ripetutamente: non sono gli errori a colpire o dare fastidio, sono i gesti beffardi di chi continua a utilizzare i cestini di tutti per scaricare la propria immondizia in quest'area. Usando persino un sacco giallo di Agesp, olé, e nemmeno per la plastica: ci si infila del verde. 

Sì, ci sono ancora sacchi azzurri depositati nei tempi sbagliati, ignorando o scordando che la raccolta ora è quindicinale. Ma sono pochi, meno dei primi tempi: durante questa passeggiata ne vediamo ad esempio un paio in via Orazio.

Per la maggior parte si tratta appunto dei cestini "occupati" dall'immondizia domestica, da viale Alfieri - lato opposto alla chiesa - a via Milazzo o via Muratori. Per grazia ricevuta, il contenitore dei rifiuti tessili ieri non ha attorno immondizia. Nell'altro prato, quello che fa da spartitraffico tra stazione e mercato una cornacchia afferra qualcosa di grande, famelica, e non vogliamo vedere di che rifiuto si tratti: non possiamo nemmeno, visto che l'erba è alta.

Allora torniamo in via Milazzo: due bottiglie abbandonate sotto la cassetta della posta (con un minuscolo e imprecisato cartoccio di rifiuti anche sopra), qualche passo e a terra si trova un'altra bottiglia, senza il collo.

Non sono tragedie, non sono i cumuli di rifiuti evocati in altre zone d'Italia.

Ma tutte queste piccole ferite, spesso inferte cocciutamente o persino fieramente, nei soliti punti fanno male. Piccole beffe a cui segue una grande malinconia, con un interrogativo che giriamo anche al consiglio comunale convocato mercoledì prossimo alle 15.

Perché pochi incivili tengono in ostaggio l'immagine di Busto?

Ma. Lu.

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