FlaviOlimpico - 27 luglio 2024, 16:42

FLAVIOLIMPICO - Grandeur e voglia di stupire, anche con arroganza. E lo spirito olimpico?

IL DIARIO DI FLAVIO VANETTI DA PARIGI - Prima di passare alle emozioni sportive, un ultimo sguardo al contorno, in una città in stato d'assedio che ha vissuto una cerimonia d'apertura sicuramente spettacolare ma troppo autoreferenziale. L'errore di fondo? La mancanza di uno stadio...

Il braciere-mongolfiera dei Giochi 2024

VareseNoi vi racconta i XXXIII Giochi Olimpici e l’atmosfera parigina che li avvolge grazie alle chicche e alle punzecchiature della penna varesina Flavio Vanetti, giornalista del Corriere della Sera ,decano delle Olimpiadi con ben 15 edizioni vissute da inviato.

Buoni Giochi a tutti con il nostro FlaviOlimpico.

 

Tre linee del TGV sabotate, un allarme bomba su un aereo dell’Air France, qualche brivido anche al centro stampa per un possibile rischio attentato (una fake news presto smontata). In più l’intera città in una specie di Stato d’assedio, con strade bloccate, frequenti picchetti della polizia che controllano tutto e tutti, compreso chi si muove nelle poche vie non blindate da zone rosse o zone grigie. 

Viene da dire meno male che le Olimpiadi cominciano, perché non se ne può più di questa attesa che è stata veramente all'insegna della paura e del rischio, peraltro messo in conto. Adesso si cercherà di capire da che cosa possa dipendere questo scenario: si parla di possibili simpatizzanti dell'estrema sinistra, di ecologisti che sono sul piede di guerra o anche di persone assoldate per fare i nemici della Francia… Nei fatti è questa la nuova realtà anche nel mondo dell'olimpismo e dello sport: comandano queste situazioni e comandano anche i QR code, che sembrano essere diventati il lasciapassare, il “super lascia passare meglio”, per per accedere a certi posti.

Non credo che sia una cosa molto divertente e simpatica, anche pensando a quali potrebbero essere le applicazioni future di questi strumenti....

Cominciamo a parlare esclusivamente di sport, non prima però di uno sguardo a quella che è stata la Cerimonia d’Apertura. L’ho trovata sicuramente innovativa, a cominciare dalla scelta di utilizzare la Senna per la sfilata delle Nazioni e non lo stadio olimpico tradizionale, ma anche molto divisiva: i commenti in rete sono stati subito dissonanti, tra chi è rimasto esaltato dalla scenografia, dagli effetti e dalla messa in scena, veramente molto molto spettacolari, e chi invece ha fatto notare come questa sia stata una sostanziale auto-celebrazione della grandeur francese e di Parigi più che una celebrazione dei Giochi.

Ecco io propendo tutto sommato per questa seconda ipotesi, perché di sicuro nella bellezza dei tanti “quadri” degli undici momenti in cui è stata suddivisa la cerimonia, c'è stata una creatività straordinaria frutto anche delle possibilità che oggi la tecnologia offre. Tutto, però, è stato “troppo di troppo” e alla fine il grande assente è stato “lo spirito olimpico”, risultato una semplice comparsa grazie agli atleti sulle barche e alle immagini delle Olimpiadi del 1924, quelle dei “Momenti di Gloria” immortalati poi dal film con la bellissima musica di Vangelis.

Credo che alla fine la rinuncia alla tradizionale parata nello stadio olimpico - non quello virtuale in cui si è trasformata la Senna - sia stata un po' l'errore di fondo e quella che che ha reso questa nuova avventura molto discutibile.

Va scritto che il finale - l’alzarsi della mongolfiera accesa dagli ultimi tedofori, con la bellissima canzone di Edith Piaf cantata da Celine Dion - è stato davvero molto bello ed entusiasmante. Anche qui, tuttavia, un appunto: troppi… È vero che adesso c'è questa tendenza a generalizzare e a coinvolgere più persone, però l’ultimo tedoforo deve essere davvero “uno e ultimo”. 

I Giochi 2024 sono nati insomma all’insegna di Parigi e della voglia francese di stupire, anche con una certa arroganza: non ci ho visto un omaggio all’olimpismo come forse dovrebbe essere.

Flavio Vanetti