Varese - 25 luglio 2024, 10:52

Qualità dell'aria, pubblicati i dati della campagna di Arpa a Varese. «Concentrazioni medie giornaliere di PM10 tra le più basse della regione»

I campionamenti alla stazione di via Copelli sono stati effettuati nel periodo maggio 2022-maggio 2023. Sono poi seguite le analisi chimiche e fisiche per poter portare a termine lo studio. Il contributo delle emissioni dirette di traffico è quantificabile nel 9 per cento del PM10 su base annua

Sono on line sul sito di Arpa Lombardia i risultati della ricerca realizzata nella città di Varese, presso la stazione di via Copelli sulla qualità dell’aria.

Ricerca che s’inquadra nell’ambito del Progetto Supersiti dell’Agenzia, volto a identificare e quantificare le sorgenti di PM10. Un progetto pluriennale nato nel 2012: prevede l’attivazione di misure speciali, non ordinarie, utili a comprendere adeguatamente i meccanismi di formazione, trasformazione e trasporto degli inquinanti e supportare l’individuazione delle azioni di risanamento.

I campionamenti a Varese sono stati effettuati nel periodo maggio 2022-maggio 2023. Sono poi seguite le analisi chimiche e fisiche per poter portare a termine lo studio.

Risultati. Sono stati in particolare determinati i principali componenti del PM10 (elementi, ioni, carbonio elementare e organico, levoglucosano nonché, in relazione alla sua tossicità, il benzo(a)pirene). Con concentrazioni medie giornaliere di PM10 tra le più basse della regione, anche grazie ad una meteorologia più favorevole, le analisi di composizione hanno evidenziato in particolare una minore presenza rispetto alle stazioni della pianura del nitrato di ammonio (che caratterizza normalmente il particolato del bacino padano e che si forma da reazioni tra ossidi di azoto e ammoniaca). Anche il benzo(a)pirene, si mantiene a Varese tra i valori più bassi della regione.

Sorgenti. Durante la ricerca è stato possibile identificare e quantificare le principali fonti che concorrono alla presenza del PM10 in città di Varese: il contributo del fondo secondario (la parte del PM10 che si forma in atmosfera e si accumula nel tempo a partire dalle emissioni presenti in tutto il bacino padano) che spiega il 25 per cento del PM10, seguito dal suolo (polvere minerale trasportata ma anche risospesa dal passaggio di autoveicoli) con il 20 per cento.

La combustione di biomassa è responsabile del 17 per cento del PM10 su base annua, mentre il contributo delle emissioni dirette di traffico è quantificabile nel 9 per cento. Il mix delle altre sorgenti antropiche, del secondario invernale (PM10 che si forma in atmosfera a partire da ossidi di azoto e ammoniaca), senza dimenticare una parte legata allo spargimento di sale nelle stagioni invernali spiegano le restanti parti del particolato presente.

C. S.