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Busto Arsizio | 21 luglio 2024, 08:30

Rifiuti tessili abbandonati ma ancora utilizzabili: «Stufi di vederli. Li abbiamo tirati su e dati a persone in difficoltà»

Nel mezzo del dibattito su cestini traboccanti e sacchi lasciati in strada, l’associazione Casaringhio ipotizza una rete, rione per rione, che raccolga e distribuisca ai bisognosi gli indumenti ancora utili: «Non tutti si rivolgono alle realtà che raccolgono i capi usati, tanti restano nell’ombra per vergogna. Senza contare gli incivili che lasciano per terra chili e chili di vestiti, rifiuti abbandonati a tutti gli effetti»

Rifiuti tessili abbandonati nei sacchetti a pochi metri dai contenitori Agesp, verosimilmente pieni

Rifiuti tessili abbandonati nei sacchetti a pochi metri dai contenitori Agesp, verosimilmente pieni

Restano lì giorni. Suscitano le lamentele di chi vive nelle zone interessate o, semplicemente, le frequenta. Il dibattito, dai bar ai social, periodicamente li riguarda. E in tempi di discussioni, polemiche e proposte sui rifiuti nate dagli sviluppi della raccolta differenziata (vedi QUI e QUI alcuni dei casi più recenti) tornano a guadagnarsi la luce dei riflettori. Sono i rifiuti tessili, dagli abiti agli accessori (le info su come smaltire quelli non più riutilizzabili QUI).  Casaringhio, l’associazione di Busto che si occupa di persone in difficoltà, oltre che di animali abbandonati o bisognosi di cure, lancia una proposta che ha i contorni della sfida: creare una rete, rione per rione, in grado di raccogliere i vestiti usati per metterli a disposizione, in modo sistematico, di quanti non possono permettersi abiti nuovi.

«Ovviamente – puntualizza Sara Vega, presidente del sodalizio – sappiamo che ci sono realtà impegnate nella raccolta di indumenti in buono stato e nella loro distribuzione. Tanto di cappello. E troviamo apprezzabile che Agesp e Comune abbiano posizionato sul territorio contenitori destinati specificamente ai rifiuti tessili. Ma l’esperienza ci dice anche molto altro». Ovvero: «Tanti cittadini che devono disfarsi di materiali tessili non sono abbastanza attenti, o civili, da utilizzare i cassonetti nel modo corretto. Sacchi su sacchi lasciati a terra. E lì, spesso, restano a lungo, con buona pace del decoro. Diventano rifiuti abbandonati abusivamente, né più né meno. Senza contare che le intemperie o il sole battente rovinano roba spesso ancora in buono stato».

Di qui l’interrogativo: «Possibile che non si riesca a costituire una rete che raccolga e distribuisca? Oltretutto è facile che le associazioni, con la loro conoscenza diretta delle persone e delle famiglie, riescano a rendere l’azione capillare. Sappiamo che non tutti i bisognosi riescono a vincere la vergogna per chiedere aiuto a Caritas, San Vincenzo e simili. Forse, ragionando zona per zona, si riuscirebbe a raggiungere qualche persona in più, limitare lo spreco e migliorare il decoro».

Obiettivi semplici e chiari. Lavoro su pianificazione, organizzazione e messa in pratica complesso. «Ma non impossibile» insiste la presidente, anche sulla scorta di un’esperienza recentissima: «Stanchi di sentire lamentele per alcuni rifiuti tessili abbandonati, oltre che di vederli lasciati a terra a lungo… li abbiamo raccolti. E dati a persone in difficoltà con cui siamo in contatto. Sarà stata fortuna ma non abbiamo avanzato nulla».

Stefano Tosi

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