Busto Arsizio - 19 luglio 2024, 18:42

Emanuela Loi, vittima in via D’Amelio, ricordata nel parco di Busto che le è intitolato

Pochi intimi al momento proposto dalla consigliera comunale Cinzia Berutti, nel 32esimo anniversario della strage di mafia. Con la componente della scorta, rievocate le figure del giudice Borsellino e degli altri agenti colpiti dalla mafia. L’esponente Pd: «Creare un’abitudine è difficile ma bisogna iniziare»

Il momento della commemorazione al parco di via Bellini

Non hanno partecipato in molti, oggi, nell'area verde di via Bellini, al ricordo di Emanuela Loi, nell’anniversario della strage in via D’Amelio. L’idea di trovarsi nel parco-bosco San Giuseppe, intitolato proprio alla giovane componente della scorta di Paolo Borsellino, è stata lanciata dalla consigliera comunale Cinzia Berutti. Complice una conoscenza dello spazio ancora non particolarmente diffusa, una giornata tra le più afose dell’estate 2024, il periodo già vacanziero e una commemorazione all’esordio, il momento è stato condiviso da pochi intimi. Ma pur sempre di un inizio si è trattato, partenza di qualcosa che potrebbe crescere.  «Creare un’abitudine condivisa – ha commentato la consigliera – è difficile. Ma ricordare qui potrebbe davvero diventare una consuetudine, soprattutto considerando che l’area è dedicata a questa ragazza così giovane e determinata».

I presenti (c’erano la presidente del Consiglio comunale Laura Rogora, l'assessore Mario Cislaghi, e i consiglieri Maurizio Maggioni, Valentina Verga e Orazio Tallarida) hanno ripercorso l’attentato che uccise il giudice Borsellino e gli agenti della scorta (oltre a Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli, sopravvisse il solo Antonio Vullo), leggendo stralci del messaggio del presidente Mattarella per l’anniversario e della lettera inviata a Busto dalla nipote di Emanuela Loi, stesso nome della zia, anche lei in Polizia, per il giorno dell’intitolazione (vedi QUI).  

Spazio anche a sintetiche biografie delle vittime. Esperienze di ordinaria e straordinaria abnegazione al lavoro, di senso del dovere. Vicende di persone perbene, consapevoli del rischio e di essere “in prima linea”. C’era addirittura chi, nel servizio scorte, era entrato dopo il potenziamento deciso in seguito alla strage di Capaci, snodo fondamentale nella storia d’Italia e di tanti esseri umani. Con loro, Emanuela Loi, l’idea di insegnare lasciata, per scelta, alle spalle, un presente in divisa e una vita davanti, con la prospettiva di costruire una famiglia. «Educare e fare memoria – ha sottolineato Cinzia Berutti – significa riprendere in mano».

Stefano Tosi