Politica - 15 luglio 2024, 10:46

Rinnovo di Provincia, Comunità Montane e consorzi. La riflessione di Ballardin: «No a logiche spartitorie»

Il sindaco di Brenta e assessore uscente all'Ecologia della Cm Valli del Verbano in vista delle "elezioni" che rinnoveranno diversi enti di secondo livello invita «a valorizzare le sinergie dei rapporti umani, attraverso il rispetto delle culture e delle differenze con l'unico scopo di rispondere positivamente ai bisogni dei cittadini»

Gianpietro Ballardin

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del sindaco di Brenta e assessore all'Ecologia di CM Valli del Verbano Gianpietro Ballardin, in vista del rinnovo degli organismi di secondo livello che gestiscono le politiche sovracomunali Provincia, Comunità Montane, Autorità di Bacino Lacuale e vari consorzi: 

«Le aspettative dei cittadini vorrebbero che lo scopo di una società democratica e giusta debba essere quello di garantire la soddisfazione dei bisogni di vita, di condizione e del territorio

E a mio avviso è vero che una “società buona” dovrebbe operare concretamente dimostrando, anche se difficile e operativamente complicato, per soddisfare i bisogni.

Ma, appena si tenta di definirli, di operare per realizzarli, di chiarire operativamente i termini della sfida, la proposizione teorica che sembrava così chiara e condivisibile calata nel mondo reale, si frammentata con differenti sfaccettature e viene dominata nella discussione e nella decisione sugli organismi di rappresentanza non dal merito del realizzato o delle capacità ma dal principio dell’appartenenza.

Anche il valore dell’azione, compreso quello giudicato positivo in un recente passato e approvato prevalentemente all’unanimità diventa sfocato, contradittorio e tutto, compreso il merito di un’azione si mostra tutt’altro che semplice da considerare. 

Per alcuni “politici” sembra molto facile definire cosa serva all’uomo per vivere: aria, acqua, cibo, lavoro gestione dei servizi, bisogni sociali ecc., anche in un ambiente territorialmente conosciuto dove poter esercitare le proprie capacità.

I modi, tuttavia, in cui tutto questo può essere organizzato e gestito sono straordinariamente vari in quanto le relazioni personali e l’intesa tra le persone, specie in un ente sovracomunale e che dovrebbe rispondere solo agli interessi del territorio sugli obiettivi da raggiungere, sono una componente fondamentale.

Spesso però diventa forte la pressione e la tentazione di definire e computare i bisogni che hanno tenuto assieme con risultati positivi una politica di sviluppo territoriale, forzando gli elementi di un’intesa che niente hanno a che fare con le esigenze di una realtà locale, ma che rispondono esclusivamente ai criteri indotti di una politica che si spartisce i posti attraverso logiche e visioni che hanno solo una visione provinciale sulla spettanza di posti nella gestione degli enti.

Questa logica quella dei risultati che definirei di buon senso, che teoricamente dovrebbe costruire e gestire con capacità la condizione del bisogno con la sua traduzione in criteri operativi e di rappresentanza generale in una visione di prospettiva, viene spesso e ciclicamente superata da un approccio egemonico che impone classificazioni ed obiettivi tanto cari quale metodo operativo alle burocrazie piccole e grandi.

L’approccio generale, applicato come metodo anche sugli enti di secondo livello, (quelli non eletti direttamente ma che dovrebbero rappresentare l’intero sistema amministrativo), viene spesso recuperato dalla logica attuale del livello nazionale, regionale e locale ponendo sempre come assolutamente centrale il tema delle appartenenze necessarie a calcolare il sistema degli indicatori previsti e indispensabili, pur non conoscendo i luoghi e le necessità, per poter individuare l’affidamento del “potere” e rappresentare in forma spartitoria la dimensione del bisogno, scontrandosi con la rapacità di una certa politica di muoversi con l’implacabile logica delle burocrazie dimenticandosi l’aspetto positivo di una necessaria comprensione e sinergia  dei rapporti umani che crescono nel tempo nei luoghi dove si esercita la passione per il ruolo amministrativo, attraverso il rispetto delle culture e la comprensione delle differenze con il solo scopo di rispondere positivamente ai bisogni dei cittadini e di uno sviluppo condiviso della prospettiva di crescita territoriale».

Gianpietro Ballardin

Sindaco del comune di Brenta e Assessore uscente della CMVV.

Redazione


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