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Busto Arsizio | 14 luglio 2024, 18:06

VIDEO. ASPETTANDO PARIGI/ Carlo Speroni e la maratona olimpica nell'afosa Stoccolma 112 anni fa: «Continua a ispirare i giovani»

Il 14 luglio 1912 l'atleta fece un'ottima prestazione, ma dovette ritirarsi per i crampi dopo oltre 30 chilometri. Il lungo viaggio possibile grazie ai bustocchi, il suo essere tenace autodidatta, la Pro Patria e la passione per lo sport trasmessa alla famiglia. Il racconto appassionante del nipote che porta il suo nome

VIDEO. ASPETTANDO PARIGI/ Carlo Speroni e la maratona olimpica nell'afosa Stoccolma 112 anni fa: «Continua a ispirare i giovani»

Non su un comodo aereo, ma con un viaggio di tre giorni e tre notti. Chissà quanti cambi di mezzi: un viaggio possibile grazie al sostegno di bustocchi che credevano in lui. Così Carlo Speroni arrivò a Stoccolma per le Olimpiadi: partecipò alla maratona olimpica proprio il 14 luglio di 112 anni fa. Aveva compiuto 17 anni il giorno prima.

L'afa di Stoccolma

«Aveva fatto un'ottima prestazione - racconta il nipote, che si chiama come lui, sfogliando gli album in cui la famiglia ha raccolto le imprese del mitico nonno - poi i crampi...». Infatti, pur essendo in lizza per il bronzo, «si ritirò al 36° chilometro, quando era in eccellente posizione», come narra la rivista Jogging in una pubblicazione del 1993, con la carriera di Carlo Speroni perfettamente immortalata tra titoli italiani, primati, altre affermazioni degne di nota. E poi c'è il libro di Alberto Brambilla e Sergio Giuntini - "Carlo Speroni. Un grande bustocco nella storia dell'atletica italiana", pubblicato nel 2006 da Audino Editore. Ma anche una chicca, "Caro Speroni. Un omaggio a un padre dello sport bustese", sempre di Brambilla con Art-Isteria.

Rivediamo Carlo, nato nel 1895 e come molti al lavoro in un'azienda tessile fino a 11 ore al giorno. Ma ama la corsa, l'atletica e così si ritaglia, da autodidatta, un tempo per questa passione: si alza il mattino presto e corre due, tre giorni la settimana. 

Questo ragazzo di 16 anni appena, nel maggio 2012 partecipa ai campionati italiani della Fisa a Verona: nella gara dei 10mila metri arriva secondo e si qualifica per le Olimpiadi in Svezia. Dov'è Stoccolma? Lontanissima per quei tempi, di qui la colletta. E altro che freddo: il 14 luglio ci saranno oltre 30 gradi. Tanti cadono, lui ben più tardi cede: «Ha sputato l'anima ma si deve arrendere ai crampi che gli mordono i polpacci».

Agguanterà un'altra Olimpiade, ad Anversa nel 1920: settimo ai m. 5000, si qualifica ma non partecipa ai 10mila e arriva quinto in finale nella m. 3000 a squadre. Ci sarà ancora Parigi, sì proprio Parigi, nel 1924: un secolo esatto fa. Ritirato sia ai 10mila sia al cross individuale. 

I "suoi" giochi sarebbero stati probabilmente quelli del 1916,  ma saltano per la guerra. 

«Anche se i risultati migliori li ottenne ad Anversa - assicura il nipote - nell'immaginario della famiglia le Olimpiadi del 1912 sono rimaste quelle a cui siamo più affezionati. Conserva il record, perché ancora oggi è l'atleta più giovane ad aver partecipato alla maratona olimpica».

La carriera più forte

In ogni caso, Carlo Speroni - al quale è intitolato. lo stadio di Busto - si distingue con la sua successiva carriera. Gli album che si conservano in casa, sono stati commentati dallo stesso atleta - che fu poi massaggiatore (e riferimento per i calciatori) alla Pro Patria - e dal figlio Giancarlo. Fotografie che catturano lo spirito dell'atleta e di un'epoca, articoli dettagliati e appassionanti, un viaggio in cui ci si perde volentieri.

La memoria è fondamentale per la famiglia, che vuole alimentarla nel modo più bello. Collaborando con il Panathlon club La Malpensa per premiare e stimolare giovani atleti: il premio Speroni è una certezza scolpita nel tempo che fa guardare avanti. «Fa bene a noi, agli amici del Panathlon - dice Carlo - e spero possa servire da esempio ai giovani che si affacciano al mondo dell'atletica leggera e dello sport in generale. Mio nonno faceva molti sacrifici per arrivare a certi risultati e fra l'altro senza allenatori, in condizioni a volte molto difficili. Ma se tu ami veramente qualcosa, anche le cose difficili diventano più facili. Lo fai col cuore. Sono certo che quando mio nonno si metteva a correre, provava solo gioia di vivere e fare sport».

I primi ad avvertire quella passione sono i familiari. Il figlio Giancarlo fondò la Bustese Nuoto e la portò a livelli altissimi. I nipoti, Simonetta, Stefania, Carlo: ovvero nuoto sincronizzato, nuoto, pallacanestro. E la storia - sportiva - continua con la generazione successiva.

«Seguite le Olimpiadi»

Consiglia di fare sport, il nipote Carlo Speroni oggi, ma anche di seguire le Olimpiadi: «Non ci sono campionati mondiali che ne pareggino la bellezza. È anche un'occasione per vedere discipline che meriterebbero più spazio, anche televisivo. Una medaglia vinta in uno sport non d'élite ha lo stesso valore. Sull'atletica leggera, difficilmente riusciremo a replicare Tokyo, ma questi giovani atleti ci stanno entusiasmando...». 

IL VIDEO

 

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