Varese | 12 luglio 2024, 14:33

«Vento a 100 all'ora, a Varese c'è stato un "downburst". Ecco che cos'è e come si forma»

L'esperto Gianluca Bertoni spiega il fenomeno meteorologico che questa mattina all'alba ha investito Varese e parte della provincia provocando pesanti danni: «Si origina a seguito del raffreddamento dell’aria all’interno di un temporale e provoca violenti venti che si spostano orizzontalmente». Ormai nel Varesotto se ne registra uno all'anno: nel maggio del 2023 proprio un downburst provocò il ribaltamento dell'imbarcazione "Good...uria" causando la morte di quattro persone

La perturbazione che ha colpito il Varesotto vista dal satellite (foto dal profilo Facebook di Gianluca Bertoni). Sotto: Gianluca Bertoni

La perturbazione che ha colpito il Varesotto vista dal satellite (foto dal profilo Facebook di Gianluca Bertoni). Sotto: Gianluca Bertoni

«Quello che questa mattina ha investito Varese è stato un downburst». Non ha dubbi il meteorologo varesino Gianluca Bertoni, che all'alba di oggi ha seguito con attenzione l'evolversi del violento fronte perturbato che poco dopo le 5.30 del mattino ha colpito il capoluogo (leggi QUI) portando con sé venti che hanno sfiorato i cento chilometri all'ora, raffiche di pioggia, alberi spezzati, tetti danneggiati e pali divelti. E tanta, tantissima pioggia.

Un fenomeno un tempo piuttosto raro, ma che negli ultimi anni - complici gli evidenti mutamenti climatici - sempre più di frequente fa vedere i suoi effetti anche sul nostro territorio. 

Ma che cos'è un downburst? «Questa mattina abbiamo avuto un calo termico di circa 5ºC e un contemporaneo aumento della pressione atmosfera di circa 3 hPa: questo ha originato il fenomeno. In parole più semplici il downburst si forma a seguito del raffreddamento dell’aria all’interno di un temporale. Perché l’aria si raffredda? Lo fa a causa dell’evaporazione di parte delle precipitazioni. L’evaporazione sottrae infatti calore all’aria provocandone il raffreddamento. Con precipitazioni intense il processo può diventare importante e provocare un forte raffreddamento. Di conseguenza l’aria fredda, essendo più densa, tende a “precipitare” al suolo. Una volta raggiunto il suolo si sposta orizzontalmente dando luogo a forti raffiche che possono raggiungere e superare i 100 km/h».

Da qui gli effetti a volte devastanti del downburst, veri e propri "schiaffi" d'aria a velocità sostenuta che investono orizzontalmente tutto quello che trovano al suolo. Sradicando alberi, scoperchiando tetti e spazzando il suolo.

«In ogni temporale - aggiunge Bertoni - c’è una corrente discendente (si chiama downdraft) a causa del raffreddamento dell’aria causato dall’evaporazione delle precipitazioni. Il grafico di questa mattina registrato dalla Stazione meteorologica di Varese Sonzini (vedi sotto, ndr) mostra il downburst. Come si può notare c’è stato un repentino calo della temperatura e un forte rialzo barico causato dal passaggio dell’aria più fredda».

Il vento durante l'evento ha sfiorato i cento all'ora: «La raffica più forte è stata di 98 km/h, registrati a Varese in zona Ippodromo, mentre a Stabio si è arrivati a 100. Sono inoltre caduti in città circa 70 mm di pioggia dalle 5:30 alle 8:30 - spiega Bertoni - La struttura del temporale è stata imponente e la spinta delle correnti ascensionali ha provocato un overshooting top “sfondando” la tropopausa e raggiungendo la stratosfera».

Ma quanto frequenti sono fenomeni così violenti sul nostro territorio? «I downburst si formano in occasione di temporali intensi - aggiunge Bertoni - Ormai sul Varesotto se ne verifica in media uno all'anno. Molti, quando assistono a questi fenomeni, li associano a trombe d'aria. In realtà non c'entrano nulla, anche se possono essere altrettanto dannosi».

Dannosi, e a volte mortali. Proprio un downburst era stata infatti la causa del ribaltamento dell'imbarcazione "Good...uria" la sera del 28 maggio dello scorso anno a Sesto Calende, sul lago Maggiore. Nell'incidente morirono quattro persone, mentre altre diciannove furono tratte in salvo o raggiunsero a nuoto la riva di Lisanza.

Bruno Melazzini

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