Varese - 11 luglio 2024, 07:05

LA MONTAGNA DEI VARESINI/2 - Prato Maslino, dove le stelle si vedono da vicino e dove si può "staccare" dal resto del mondo

Il nostro viaggio tra le vacanze dei varesini ci porta oggi in Valtellina, meta preferita sin da bambino del giornalista Marco Regazzoni: «E' come riscoprire ogni volta la storia della mia famiglia visto che è il mio bisnonno ad aver costruito la baita in questo posto sperduto. La giornata ideale? Passeggiata, grigliata e per concludere un bel bicchiere»

Marco Regazzoni e, laggiù, la baita costruita dai suoi bisnonni a Prato Maslino in Valtellina

Vacanze all'insegna del relax per Marco Regazzoni, quasi 35 anni e responsabile delle comunicazione di Autolinee Varesine. La baita costruita dai suoi bisnonni a Prato Maslino in Valtellina, in provincia di Sondrio, è il suo posto del cuore, dove ama trascorrere le giornate tra passeggiate, partite a racchettoni e osservare le stelle. Prato Maslino, per Marco Regazzoni, è un posto ricco di ricordi e bellezza.

Dove trascorre adesso le vacanze? Con chi e da quanto tempo? 

«Il mio posto del cuore è Prato Maslino, un alpeggio in Valtellina. È un posto isolato che non c'entra con il turismo di massa. Ci sono solo una cinquantina di case e io ho una baita lì, di famiglia. I miei bisnonni e nonni sono di queste parti e, quindi, a Prato Maslino vado con loro da quando sono piccolo, mentre ora ci vado con la mia compagna o con un amico o con mio cugino».

Che cosa l'ha fatta innamorare di questa meta?

«Due cose: la prima è la riscoperta della mia storia famigliare, perché la baita l'hanno costruita i miei bisnonni e mi fa sentire in contatto con loro. La seconda cosa è il riscoprire l'essenzialità: essendo un posto sperduto dove bisogna essere felici se la sera si ha l'acqua calda».

Un aneddoto legato a questa meta.

«Un ricordo particolare che ho è quando un giorno di settembre ero a Prato Maslino da solo e a un certo punto calò una fitta nebbia incredibile. Non vedevo la baita e mi sembrava di essere perso nell'assoluto. Era come stare nel dipinto "Viandante sul mare di nebbia" di Caspar David Friedrich».

Con chi è andato la prima volta? Chi vorrebbe portarci? 

«La prima volta sono andato con i miei genitori e mia sorella, ora vorrei portarci qualche altro amico che, magari, ha bisogno di staccare. A Prato Maslino si ha modo di ricaricare le pile e riprendere, una volta tornati, la quotidianità».

Come si svolgeva la giornata ideale in questa località?

«La giornata può partire da una passeggiata o da una partita a pallone o a racchettoni. Spesso si fanno grigliate e il tutto si conclude in serata con un bicchiere. Se capita, poi, la sera, si guarda il cielo, perché a Prato Maslino si vedono molto bene le stelle».

C'è un piatto, un sapore, un odore o un panorama indissolubilmente legato a questo luogo?

«Per quanto riguarda il panorama, direi la visuale che si ha della Valtellina sotto, che la visualizzo come pensiero felice. Si riesce a vedere da Sondrio a Colico, in provincia di Lecco ed è un panorama incredibile. Per il sapore, invece, direi i tradizionali pizzoccheri della Valtellina».

Il sentiero o il percorso preferito?

«Più che il sentiero direi i due viaggi, di andata e di ritorno. Ci si può fermare per comprare le specialità del posto o al lago di Como».

Cosa porterebbe a Varese del luogo delle sue vacanze?

«Porterei l'aria, leggera e pura, che vale la pena di respirare».

Elisa Petrocelli