Cronaca - 10 luglio 2024, 13:44

Piazza della Repubblica "ufficio" di spaccio, la polizia blocca un noto pusher

La Squadra Volanti della Questura di Varese è intervenuta più volte per interrompere l’azione di un extracomunitario che anche in pieno giorno riforniva i clienti di hashish e ecstasy. Per lui ora c'è un divieto di stazionamento nella piazza, nell’area circostante e in tutti i locali della zona

La Polizia di Stato di Varese sta attuando un piano di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nella centrale Piazza della Repubblica.

Infatti, con il decreto Roccella è stata introdotta un’ulteriore misura di prevenzione interdittiva che il Questore può applicare nei confronti dei soggetti responsabili di attività di spaccio di sostanze stupefacenti all’interno o nelle immediate vicinanze di scuole, plessi scolastici, sedi universitarie, locali pubblici o aperti al pubblico. 

La Squadra Volanti della Questura è intervenuta più volte per interrompere l’azione di un noto pusher extracomunitario, che aveva determinato il suo centro d’affari proprio nella Piazza, alle spalle della sede universitaria “Insubria” e del centro commerciale “Le Corti”.

Era noto che, nei pressi del monumento equestre, si poteva acquistare anche in pieno giorno dosi di hashish e ecstasy essendo lui il punto di rifornimento sicuro a cui si rivolgevano i consumatori abituali di stupefacenti della zona.

L’uomo, gravato da numerosi precedenti di polizia per reati in materia di stupefacenti, è stato sorpreso più volte dagli operatori della Volante mentre cedeva dosi di sostanza stupefacente che occultava all’interno di un cestino della spazzatura nei pressi della Piazza, per poi darsi precipitosamente alla fuga anche a bordo di un monopattino elettrico.

Il Questore di Varese ha quindi notificato all’uomo il divieto di stazionamento nella piazza e nell’area circostante, inibendogli altresì la possibilità di accedere a tutti i locali pubblici presenti nel centro cittadino per un periodo di anni due.

Qualsiasi violazione comporterà la pena della reclusione da uno a tre anni e la multa da 10.000 a 24.000 euro.

Redazione