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Economia | 04 luglio 2024, 16:36

Sono 103mila i metalmeccanici coinvolti nelle crisi a livello nazionale, oltre 18mila in più rispetto al secondo semestre 2023

Sono aumentate anche le crisi di settore e quelle legate alla transizione: automotive, elettrodomestico, siderurgia, termomeccanica risultano essere i settori maggiormente colpiti e si parla di più di 77mila posti di lavoro a rischio

Sono 103mila i metalmeccanici coinvolti nelle crisi a livello nazionale, oltre 18mila in più rispetto al secondo semestre 2023

Sono 103.000 i metalmeccanici coinvolti nelle crisi a livello nazionale, 18.634 in più rispetto al 2° semestre 2023. Sono aumentate anche le crisi di settore e quelle legate alla transizione: automotive, elettrodomestico, siderurgia, termomeccanica risultano essere i settori maggiormente colpiti e si parla di più di 77.000 posti di lavoro a rischio. In particolare, si registra un forte calo delle commesse e la conseguente apertura della cassa integrazione in 712 aziende censite dalla FIM CISL, 242 delle quali nella sola Lombardia (in aumento rispetto al semestre precedente).

Stessa cosa per quanto riguarda gran parte del settore dell’elettrodomestico, che sta affrontando importanti operazioni di cambio dell’assetto societario e ristrutturazioni. Da segnalare la crisi di aziende come Fimer (Arezzo e Vimercate), con oltre 1100 dipendenti, che dopo l’acquisizione della divisione ABB per la produzione di inverter fotovoltaici versa in crisi da più di due anni.

La siderurgia sconta un rallentamento della domanda d’acciaio e costi dell’energia che restano di gran lunga superiori alla media europea e ciò si riflette inevitabilmente sulle marginalità e i costi di produzione.

In alcune regioni, poi, tra le quali la Lombardia, su molte aziende continuano a pesare gli effetti derivanti dal conflitto tra Russia ed Ucraina, concentrati in particolare nei settori legati ai serramenti, macchinari e impiantistica industriale.

Per quanto riguarda l’automotive, che in Italia coinvolge oltre 256.000 lavoratori diretti, infine, permane il calo delle vendite, nonostante gli incentivi pubblici alla mobilità green, pari a 950 milioni di euro, come pure l’incertezza in tutto il settore.

“L’industria metalmeccanica rappresenta una grande leva di benessere economico, non solo in Lombardia, ma per Italia e l'intera Europa, con grandi potenzialità e un dinamismo che però va accompagnato e sostenuto. Occorre però guidare la transizione digitale ed ecologica rendendola socialmente sostenibile soprattutto nei nostri settori più impattati dalle transizioni”, ha commentato Mirko Dolzadelli, Segretario Generale FIM CISL Lombardia.

c. s.

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